12 Feet Deep, la recensione del film: perdersi (e ritrovarsi) in un bicchier d’acqua

12 Piedi? Ma sai che puzza? E invece no: il thriller di Eskandari sulle due sorelle intrappolate in piscina si rivela una toccante storia di redenzione, ferite e mostri tutt'altro che acquatici.
12 Feet Deep: il poster del film di Matt Eskandari con Nora-Jane Noone e Alexandra Park

12 Feet Deep (aka The Deep End) è un film thriller del 2017 co-scritto e diretto da Matt Eskandari; nel cast Nora-Jane Noone, Alexandra Park e Tobin Bell.

Dopo tutti gli horror acquatici visti in sala negli ultimi mesi, la vita da bagnanti è diventata più ardua. Andiamo a fare il bagno in mare ed appena un pesciolino ci mordicchia il tallone scateniamo il panico. “Aiuto, uno squalo, i piranha, un cavalluccio marino zombie, una musicassetta sanremo ’92!”. Per non correre rischi -o più che altro per salvaguardare il nostro ego- potremmo lasciar perdere il mare e la sua fauna e trovarci una bella piscina pubbli…

No.

Perché 12 Feet Deep racconta proprio di due sorelle imprigionate in una piscina da un’enorme lastra di fibra di vetro posta a copertura.

E se c’è una cosa (beh, più di una…) che mi mette più ansia del pesciolino bastardo che mi mordicchia il tallone, quella è restare intrappolata o rinchiusa da qualche parte. È per questo che per me i film del filone “gente bloccata in un luogo” (che spesso si interseca con quello “film girati in un’unica location”) ha sempre una marcia in più. Non parliamo necessariamente di horror o thriller, come The Cube, Exam, Buried, 127 Ore o quelle ciofeche di ATM e Devil; se ci pensi, in senso più ampio, anche Carnage di Polanski e Perfetti Sconosciuti di Genovese -due commedie- raccontano di coppie intrappolate in un unico ambiente da perbenismi e ipocrisie. Ma, ehi, qui stiamo divagando.

E invece non possiamo muoverci.

12 Feet Deep, la trama del film

12 Feet Deep -dicevamo- racconta di due sorelle rinchiuse nella vasca della piscina.

Bree (Nora-Jane Noone) e Jonna (Alexandra Park) si danno appuntamento alla piscina del Ketea Aquatic Center. Bree ha il diabete, delle cicatrici da ustione sul braccio ed un anello di fidanzamento. Jonna nel cruscotto dell’auto tiene una siringa che non è lì per l’insulina; tuttavia è pulita da 3 mesi, 2 settimane e 14 ore. Le due pianificano di cenare assieme per tentare di recuperare un rapporto appannato e non si accorgono che -essendo un giorno prefestivo- la piscina chiuderà prima. A far loro presente la cosa è il frustrato responsabile della Ketea Public Pool, Tobin Bell, ovvero Jigsaw, L’Enigmista, “voglio fare un gioco con te”, l’ultima persona di cui fidarsi al mondo.

Sì, nella mia personalissima lista “gente in cui avere fiducia”, Michael Madsen viene prima di Tobin Bell. Scary Movie 4 docet.

12 Feet Deep: Tobin Bell è il responsabile della piscina del Ketea Aquatic Center
Ti fidi di me?

Bree e Jonna stanno per andar via quando la prima si accorge di aver perso l’anello di fidanzamento regalatole da David. Lo notano, incastrato nella grata sul fondo della vasca, ed entrambe si tuffano per recuperarlo. È qui che Jigsaw, il perfido Tobin Bell, non vedendo più nessuno a bordo vasca, impreca ed aziona il meccanismo di chiusura. È così che un’enorme e pesante lastra di fibra di vetro scorre fino a ricoprire l’intera vasca, intrappolando di fatto Bree e Jonna.

Le due si ritrovano letteralmente rinchiuse nella piscina, presumibilmente per tutto il fine settimana. La copertura è pesante, non si smuove e difficilmente in una vasca si trovano un martello demolitore o una smerigliatrice angolare quando servono. L’unica loro speranza sembra essere David, che tra qualche ora si preoccuperà per la sua Bree ed allerterà le forze dell’ordine. Suvvia, si tratta di resistere, di restare a galla (“galleggiano tutti”), fino all’arrivo dei soccorsi. Già, ma quante ore può resistere una diabetica insulinodipendente senza la sua cura?

Sh, arriva qualcuno. È la custode notturna della piscina. Bree e Jonna sono salve. O forse no.

12 piedi o 47 metri?

Le protagoniste sono due sorelle molto diverse tra loro: la maggiore con la testa sulle spalle, la minore un po’ più scapestrata. Sono immerse in acqua e bloccate lì, in attesa di un “aiuto dall’alto”, nella speranza che qualcuno le riporti in superficie. Sì, premesse, titolo e locandina ricordano un altro film recente, 47 Meters Down (47 Metri). Tra l’altro, originariamente 47 Metri avrebbe dovuto intitolarsi In The Deep; mentre il titolo provvisorio del nostro 12 Feet Deep era The Deep End. Quanta profondità in tutto ciò, nevvero?

Nonostante questo, però, i due film non potrebbero essere più diversi. 47 Metri, infatti, nasconde le sue pecche dietro una realizzazione spettacolare, uno spazio oscuro e sconfinato, una corsa contro il tempo e l’ossigeno e soprattutto loro… gli squaloni. Al contrario 12 Feet Deep, poverino, ha giusto una piscinetta in cui sguazzare, senza potersi permettere grandi slanci di regia o scenografia.

Sceneggiatura e dialoghi

Eppure 12 Feet Deep riesce proprio laddove 47 Metri si era incagliato (ahah!). Dopo un inizio un po’ impacciato (volutamente, si capirà poi perché), i dialoghi tra le due sorelle assumono consistenza, delineandole e regalando loro una credibilità che le due protagoniste del film di Johannes Roberts non hanno. È proprio la sceneggiatura l’asso nella manica di 12 Feet Deep; una sceneggiatura che sembra togliere anziché aggiungere; una sceneggiatura che porta Bree e Jonna ad un altro livello di profondità, ben oltre i 12 piedi e i 47 metri. Sono i dialoghi e non le immagini ad accompagnare noi spettatori fuori da quella vasca, ma dentro un altro incubo che brucia, brucia ancora. E a volte solo l’acqua può spegnere qualcosa che brucia.

Trova il mostro

Sì, ok, 47 Metri aveva dalla sua anche quel bel parterre di squali bianchi affamati. Lo so. Ma credimi, anche 12 Feet Deep ha i suoi mostri, meno spettacolari e con un numero inferiore di denti, ma più probabilistici e terrificanti. E c’è quel concetto, delicatissimo, quel concetto secondo il quale ci sono mostri che spetta a te combattete e mostri che non sono i tuoi mostri.

Bree e Jonna poi non sono certo delle sante: hanno entrambe un pesante fardello sulle spalle che cercano di alleggerire allontanandosi, provocandosi, urlandosi contro. Sono un po’ mostruose anche loro; come siamo un po’ mostruosi tutti noi che, intrappolati in qualcosa, ognuno con una sua personale lastra di fibra di vetro, ci agitiamo e sgomitiamo nella speranza di uscirne.

12 Feet Deep sembra voler dire che siamo tutti dei mostri, ma che ciò che conta è non diventare il mostro di qualcun altro.

12 Feet Deep: Nora-Jane Noone ed Alexandra Park in alcune scene del film

Tratto da una storia vera: il low-budget

12 Feet Deep viene etichettato -come troppo spesso accade ultimamente- come “tratto da una storia vera”. In realtà, proprio come con 47 Metri (eddaje) non è dato sapere esattamente di quale storia si tratti, anche se la più similare sembra quella di una diciannovenne australiana rimasta intrappolata proprio dalla copertura della piscina e morta annegata la mattina di natale (qui la tragica notizia).

Ciò che è certo, invece, è che si tratta di un film low-budget. Secondo quanto raccontato dal regista, Matt Eskandari, il film è stato girato in soli 14 giorni e non senza difficoltà. Le riprese difatti hanno avuto luogo in una vera piscina di Los Angeles (e non negli studios) e buona parte del budget iniziale è andato in pappa per le attrezzature. Ciò non inficia, però, la riuscita del film, che gioca con un buon utilizzo degli spazi (ristretti) da parte di Eskandari. Anche i toni del blu che fanno da sfondo alla narrazione e che diventano sempre più freddi sembrano riuscire nell’intento di sottolineare la disperazione crescente delle due protagoniste. La piscina diventa quindi una olimpionica e umida metafora della relazione tra le due sorelle. E sì, le due interpreti, Nora-Jane Noone ed Alexandra Park, danno una buona prova, esagerata quanto basta per generare la giusta tensione.

Se proprio volessi trovare un difetto in un film così onestamente a basso costo, probabilmente punterei il dito sul minutaggio, che avrebbe richiesto qualche ulteriore taglio qui e lì, o sul personaggio di Clara che, per quanto funzionale alla metafora, nella parte centrale devia inutilmente l’attenzione dagli eventi rilevanti.

12 Feet Deep, il finale del film

E veniamo al paragrafetto che tanto piace a Google ed ai suoi utenti alla ricerca di “spiegazione” e “come finisce”. Sono tanti, credimi. Se non hai ancora visto il film, clicca o scorri fino alla barretta verde del fine spoiler. Non ti chiudo qui dentro, promesso. Nel frattempo sappi solo che il finale di 12 Feet Deep è bello dritto e frustrante come piace a noi.

spoiler sul finale di 12 Feet Deep

Bree è allo strenuo delle forze, ha perso i sensi e probabilmente sta per andare in coma diabetico. Jonna finalmente ripensa ad una delle proposte iniziali della sorella, scartata a priori dal suo disfattismo. Usando lo straccio, l’unico “attrezzo” presente nella vasca, Jonna con estremo sforzo riesce a staccare la grata dal fondo della vasca. Con quella, inizia a colpire ripetutamente l’unica piccola apertura della copertura in fibra di vetro. La copertura si scalfisce e man mano si rompe in alcuni punti. Per poter aprire un varco e tirare via i pezzi, Jonna infila la mano nel foro, procurandosi delle ferite sul braccio che le lasceranno, presumibilmente, delle cicatrici non dissimili da quelle presenti sul braccio di Bree.

Con un montaggio che per la rapidità degli avvenimenti ci fa temere che si tratti di un’allucinazione, Jonna riesce ad uscire ed a tirare fuori la sorella, oramai priva di sensi. Dalla borsa di Bree prende una siringa da insulina e la inietta nella gamba di Bree. Nel frattempo però Clara, la custode, ha fatto ritorno, portando con sé una pistola che punta dritta proprio su Bree. È chiaro che, una volta soccorse, le due ragazze racconterebbero alla polizia le angherie subite da Clara, la quale probabilmente non godrebbe più della libertà condizionale.

Clara è pentita di ciò che ha fatto, ma “è troppo tardi, ormai”. Jonna però insiste e supplica, facendosi scudo del corpo della sorella. Clara abbassa l’arma e rende l’anello di fidanzamento di Bree, che ore prima aveva estorto. Lo stesso anello era finito inizialmente sul fondo della vasca, ancor prima che tutto avesse inizio, a causa di Jonna, che invidiosa della sorella lo aveva gettato in acqua mentre stavano per lasciare la piscina del Ketea Aquatic Center.

Mentre Jonna chiama finalmente i soccorsi, Clara, rassegnata al suo destino, si accovaccia accanto alle ragazze. Prima dell’avvicinarsi delle sirene, però, Jonna le dice di andar via. Jonna concede la redenzione a Clara e di fatto “uccide il mostro”, senza usare il fuoco come invece aveva dovuto fare, anni prima, Bree con il padre per difendere se stessa e la sorella.

Allo stesso modo, negli istanti conclusivi, è Bree a perdonare Jonna. Le due hanno rischiato di morire proprio a causa della meschinità di Jonna, che aveva gettato l’anello di Bree nella piscina. Nonostante questo però le parole di Bree verso Jonna sono di affetto e conforto: “non ho mai dubitato di te”. Guardandole il braccio ferito, Bree dice a Jonna che sono pari adesso: entrambe portano i segni dei loro crimini sul braccio, ma entrambe sono riuscite a perdonare e soprattutto a perdonarsi.

✓ fine spoiler ✓


Da bordo vasca per oggi è tutto. E tu? Hai già visto 12 Feet Deep? Ti è piaciuto? Non mancare di farmelo sapere nei commenti e ricorda che, se ti va, puoi votare questo film commentando o semplicemente inserendo da 1 a 5 stellette alla voce “voto dei lettori” nella review qui sotto.


12 Feet Deep, la recensione del film
12 Feet Deep: il poster del film

Movie title: 12 Feet Deep

Movie description: 12 Feet Deep, la recensione del film: il thriller su due sorelle intrappolate in una piscina si rivela una toccante storia di redenzione, ferite e mostri tutt'altro che acquatici.

Date published: 19/06/2017

Director(s): Matt Eskandari

Actor(s): Nora-Jane Noone, Alexandra Park, Diane Farr, Tobin Bell

Genre: thriller

Durata: 85 min

Paese: Stati Uniti

  • sceneggiatura
  • originalità
  • regia
  • fotografia
  • recitazione
  • cuore
3.1

in sintesi

12 Piedi? Ma sai che puzza? E invece no: 12 Feet Deep, il thriller diretto da Matt Eskandari sulle due sorelle intrappolate in piscina si rivela una toccante storia di redenzione, ferite e mostri tutt’altro che acquatici.

Un uso intelligente degli spazi, la fotografia fredda e satura, le buone prove di Nora-Jane Noone ed Alexandra Park ma soprattutto una sceneggiatura degna di esser chiamata tale contribuiscono a delineare un film sì low-budget, ma con un paio di concetti emotivamente molto, molto dispendiosi.

Pros

  • un metaforone che levati proprio
  • un ottimo utilizzo degli spazi e del colore
  • delle interpretazioni convincenti

Cons

  • un minutaggio che avrebbe potuto essere più… asciutto
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4 Comments

  1. Pietro Sabatelli 02/08/2017
    • StepHania Loop 02/08/2017
  2. Frank R. 04/08/2017
    • StepHania Loop 06/08/2017

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