Carrie – Lo Sguardo di Satana (1976), la recensione del film: come rovinare la festa ed entrare nella storia

Nel 1976 Brian De Palma fa la storia del cinema dell'orrore con Carrie, la prima trasposizione cinematografica di Stephen King. Nel 2017 io provo a render loro omaggio nell'iniziativa Notte Horror.

Per il quarto anno consecutivo, questo blog partecipa all’iniziativa Notte Horror on the Blog, nata dalla passione per i brividi nelle calde notti d’estate di un affiatato gruppo di cinefili non proprio di primo pelo, che ricordano con nostalgia il ciclo Notte Horror e gli Zii Tibii di Italia1. In onore a ciò, dall’11 luglio sino al 29 agosto, ogni sera a due differenti orari (21 e 23), due blog hanno trattato e tratteranno un cult del genere secondo il calendario che trovi in coda a questo articolo.

Come avrai intuito, questo è il mio momento per rendere omaggio a un grande horror del passato. Dopo Cimitero Vivente e It – Pagliaccio Assassino, ho deciso di affrontare (si fa per dire, eh) Carrie – Lo Sguardo di Satana, film di Brian De Palma del 1976 con Sissy Spacek, tratto – come sanno anche le pietre (che piovono) – da un romanzo di Stephen King. Pet Sematary. IT. Carrie. Cosa sarebbe la storia dell’horror senza il Re del Brivido? È proprio da qui che partiamo…

Carrie (1976), la recensione del film

Carrie – Lo Sguardo di Satana è un film horror del 1976 diretto da Brian De Palma e tratto da un romanzo di Stephen King; interpretato da Sissy Spacek, Piper Laurie, John Travolta e Amy Irving.

Tratto da un romanzo di Stephen King

Tra non molto la frase “basato su di un racconto di Stephen King” sarà riportata anche sulle boatte di fagioli del discount, credi a me. Negli ultimi 30 anni, infatti, cinema e televisione hanno attinto a pieni mani dagli scritti del nostro beniamino del Maine, anche quando in realtà non era il caso di farlo… Già, perché in molti casi le trasposizioni del nostro Re del Brivido non hanno portato ai risultati sperati, basti pensare – per restare ai nostri giorni – alla serie televisiva The Mist. E già tremiamo per il nuovo It, in arrivo da noi il 19 ottobre…

Però se ci guardiamo indietro, non mancano le grandi opere cinematografiche che hanno reso onore a Stephen King. Il merito è anche dei maestri che hanno saputo portare sullo schermo le sue storie: Cronenberg, Carpenter, Romero. Giochiamoci subito Stanley Kubrick, che nel 1980 ha firmato Shining, capolavoro che allo stesso King pare non sia mai piaciuto. Io ci piazzerei anche quel Frank Darabont – troppo ingiustamente bistrattato – che ha firmato Il Miglio Verde, Le Ali della Libertà e la bastardissima versione cinematografica di The Mist. E poi sì, tirerei in ballo le lacrime amare versate a ogni visione de L’Ultima Eclissi (1995) di Taylor Hackford, che forse maestro maestro non è. E ancora non abbiamo citato quegli enormi colossi di Stand By Me (1986) e Misery Non Deve Morire (1990), entrambi firmati da Rob Reiner.

Carrie, un film precursore

Tutto questo “trarre” da King ha ovviamente avuto un inizio, identificabile proprio in Carrie – Lo Sguardo di Satana.

Nel 1974, Carrie è il primo romanzo di Stephen King a essere pubblicato. Inizialmente passa inosservato, ma fa il botto con l’uscita dell’edizione economica tanto da permettere al nostro Stephen di poter campare con i suoi proventi e dedicarsi completamente alla scrittura. A riempire le tasche di King (si fa per dire, parliamo di 2.500$) si aggiungono i diritti per il film, venduti subito subito alla Red Bank che affida la regia del lungometraggio ad un certo Brian De Palma

Carrie – Lo Sguardo di Satana è quindi il primo film tratto da un racconto di Stephen King. Ma il suo essere un precursore non si ferma qui. Carrie è anche il primo horror candidato agli Oscar: nel 1977 il film di De Palma non vinse un trullo, ma portò a casa due nomination per le interpretazioni di Sissy Spacek e Piper Laurie, le prime per la storia del cinema dell’orrore.

Carrie (1976), il film: Sissy Spicek e Piper Laurie interpretano Carrie White e sua madre Margaret

Carrie – Lo Sguardo di Satana, la trama del film

Carrie White è una ragazza timida, insicura e solitaria. È alle superiori e non ha amici. Fuori da scuola deve vedersela con la madre, Margaret, un’integralista cristiana che le ha insegnato tutto sul peccato e nulla sulla vita.

Per questo Carrie, nelle docce della scuola, è assalita da puro terrore quando un fiotto di sangue fuoriesce dal suo corpo. Nessuno le ha spiegato che è naturale, fisiologico. Nessuno le ha mai parlato del ciclo mestruale. Mente Carrie è in preda al panico, le compagne – tra le quali Chris e Sue – la prendono in giro crudelmente, gettandole assorbenti addosso al grido di “metti il tappo”. Il clamore delle ragazze è tale che Miss Collins, la professoressa di ginnastica, è costretta a intervenire.

Quando la scuola le racconta l’accaduto, la madre Margaret, invece di dar conforto alla figlia, attacca un pippone sul peccato di Eva e sul fatto che se Carrie fosse stata pura il menarca non la avrebbe mai avuta. Quando Carrie cerca di esternare i propri sentimenti e raccontare la paura provata, Margaret la rinchiude nello sgabuzzino assieme alle scope e alla statuetta di San Sebastiano dagli occhi fluo. Quella stessa sera, una volta liberata, Carrie scopre di avere poteri telecinetici.

Alle artefici della bravata nelle docce viene data una scelta: un’ora in più di lezione al giorno con Miss Collins oppure tre giorni di sospensione e il divieto di andare al ballo. Chris, una delle ragazze, accetta quelle ore con estrema riluttanza. Dopo 50 minuti di lezione, però, credendo di avere il supporto delle compagne, si ribella all’insegnante e perde la possibilità di andare al ballo con il teppista Billy Nolan. Questo scatena ancora di più la crudeltà di Chris nei confronti di Carrie.

Dall’altro lato Sue (che nel doppiaggio italiano diventa Susan) è pentita di ciò che ha fatto e accetta la sua punizione senza far storie. Non solo: per aiutare Carrie chiede a Tommy Ross, il suo fidanzato, di portare Carrie White al ballo di fine anno. Carrie, vista l’insistenza di Tommy, accetta l’invito.

Quel che Carrie non sa è che Chris e Billy hanno in programma uno scherzo di pessimo gusto ai suoi danni. Quel che nessuno eccetto Margaret sa è che Carrie è in grado di muovere qualsiasi cosa con la mente.

Carrie (1976), il film: Amy Irving, William Katt e Betty Buckley in alcune scene del film

Un horror atipico

Carrie non è il tipico film horror. Non lo guarderesti in una serata goliardica con gli amici e una birra. Non ti divertiresti a scherzarci su imitando chissà quale mostro o quale verso. A dirla tutta, non ti divertiresti affatto, perché Carrie non stempera la tensione e non fa sorridere, mai.

Carrie è molto più pericoloso/a. E sì, anche molto più spaventoso, perché quando l’orrore ha inizio, con la scena della premiazione, ne comprendi a fondo le motivazioni e per certi versi, anche solo per un attimo, non solo lo giustifichi, ma parteggi per lui. Giusto il tempo di riallineare la tua moralità e condannare il massacro, e ti ritrovi a chiederti se il tuo “io” liceale, in mezzo a quella furia omicida, si sarebbe salvato.

Da vittima a carnefice

Chi eri tu? Chris? Non credo. Sue? Ne dubito. Io sono certa di non esser mai stata la “bulla” di nessuno, ma non sono altrettanto sicura di esser sempre intervenuta in difesa di Carrie White. È una cosa che mi chiedo a ogni visione e ogni volta mi tornano in mente momenti nei quali avrei potuto fare o dire qualcosa e invece sono rimasta zitta e ferma.

Sì, lo so che è facile parlare adesso, da animale adulto e fieramente solitario, di quella brutta bestia dell’adolescenza e del timore del branco, ma non è proprio questo che fa Carrie? Non è esattamente una sanguinosa e vendicativa metafora del senso di colpa?

Le differenze con il romanzo

Le differenze tra il romanzo e la sceneggiatura di Lawrence D. Cohen non si contano, come è giusto che sia. Ciò che balza all’occhio è innanzitutto la differente fisicità della protagonista. Nel romanzo Carrie è una moracciona riccioluta e paffutella, nel film ha l’aspetto algido e longilineo di Sissy Spacek. Si racconta infatti che De Palma fu convinto dal marito della Spacek, scenografo, a valutare un provino della nostra Sissy. Come possiamo immaginare, dopo il provino De Palma non ebbe altra Carrie all’infuori di Sissy Spacek.

Un’altra grande differenza con il romanzo è rappresentata dal personaggio dell’insegnante di ginnastica. Non è tanto il cambio di nome, che passa dal “Miss Desjardins” del libro al “Miss Collins” del film, quanto la scena sul valorizzarsi, che mai e poi mai potrebbe essere frutto della penna di King. Ci sono poi altri mille dettagli – come il vestito per il ballo che nel libro è di velluto rosso e nel film di seta rosa – sino all’epilogo, che assume connotazioni differenti tra la versione cartacea e quella cinematografica.

Carrie – Lo Sguardo di Satana ha rappresentato anche la prima volta in cui King ha ammesso di preferire il finale del film a quello del libro, che è una cosa che dal 1976 a oggi gli abbiamo sentito dire dozzine di volte.

All’anno.

Carrie (1976), il film: Sissy Spacek è Carrie White, una ragazza dotata di poteri telecinetici

10 Curiosità su Carrie – Lo Sguardo di Satana

Carrie è un film talmente grande (e grosso) che sarebbe riduttivo chiudere il post a lui dedicato con il solito recap del finale. Sono così tanti i retroscena e gli aneddoti dietro questo gioiellino di De Palma, che preferisco riassumere 10 curiosità su Carrie e rimandare magari l’analisi del finale ad un altro post. Sempre che qualcuno non mi faccia la festa…

  1. Ci sono diversi omaggi a Psycho di Hitchcock. Il nome del liceo dove sono ambientati i fatti nel film diventa “Bates High School”, in omaggio a Norma e Norman Bates. Inoltre in Carrie in differenti occasioni si sentono le quattro note di violino usate nella colonna sonora del film di Hitchcock del 1960.
  2. Per il ruolo di Carrie sono state prese in considerazione tante note attrici: Carrie Fisher, Linda Blair, Farrah Fawcett, Melanie Griffith, Glenn Close. Il ruolo era stato assegnato ad Amy Irving prima che la Spacek venisse a rovinare la festa (ahah!). La Irving si è poi dovuta accontentare del ruolo minore di Sue Snell. In compenso sul set di Carrie Amy Irving ha conosciuto un tale Steven Spielberg, che ha poi sposato nel 1985.
  3. Per molti anni è circolata una storia secondo la quale, originariamente, Sissy Spacek era stata ingaggiata per il ruolo della Principessa Leila in Guerre Stellari, mentre Carrie Fisher avrebbe dovuto interpretare Carrie White. La Fisher secondo questa diceria si sarebbe rifiutata di girare la scena di nudo della doccia; le due attrici si sarebbero quindi scambiate ruoli e film. Il tutto è stato smentito dalla stessa Carrie Fisher, che con l’ironia che la contraddistingueva ha dichiarato di aver sempre amato l’essere nuda. Nella realtà però i collegamenti tra i casting di Carrie e Star Wars non mancano: William Katt, qui interprete nel buon Tommy, era originariamente stato scelto per il ruolo di Luke Skywalker; mentre Amy Irving in un primo momento avrebbe dovuto interpretare la Principessa Leila.
  4. Sissy Spacek si presentò al provino con i capelli inzaccherati di vasellina e i vestiti da marinaretta. Ottenuto il ruolo, per prepararsi la Spacek si isolò da tutto e tutti e si circondò di immagini sacre, creando non poche preoccupazioni in amici e familiari. Per la scena della doccia, dietro consiglio di De Palma, la Spacek si ispirò al trauma dell’incidente del marito. Secondo quanto riportato, la Spacek rimase con indosso il vestito di seta rosa sporco di sangue sciroppo per ben tre giorni per motivi di continuità con le riprese.
  5. Piper Laurie, interprete della madre di Carrie, stava per ritirarsi dalle scene quando le fu proposto il ruolo. Inizialmente non comprese a fondo il copione e pensò che si trattasse di una commedia nera o di una parodia horror.
  6. Betty Buckley, interprete della professoressa di ginnastica, aveva 28 anni all’epoca delle riprese, appena due anni in più di Sissy Spacek. La stessa Buckley ha dato la voce, in lingua originale, all’insopportabile bambino in bicicletta interpretato da Cameron, nipotino di De Palma.
  7. Carrie è – a suo dire – il film preferito di Quentin Tarantino. Nel 1994 Tarantino in Pulp Fiction fa guidare a John Travolta un’auto molto simile a quella che il Travoltone guida qui nei panni di Billy. Tra l’altro Carrie è stato il primo film importante della carriera di John Travolta.
  8. Per la scena del ballo scolastico Brian De Palma era in fissa con lo split screen e girò il tutto pensando di utilizzare tale tecnica. Deluso dal risultato, in fase di montaggio riadattò buona parte della sequenza in full frame (a schermo intero), lasciando lo split screen (ovvero lo schermo diviso) solo in alcuni essenziali momenti.
  9. Carrie ha avuto un sequel, Carrie 2: La Furia (1999) (che non ho mai avuto modo di vedere) e un deludente remake nel 2013 con Chloë Grace Moretz nei panni (sporchi di sangue) di Carrie e Julianne Moore in quelli di Margaret. Sono tanti i cortometraggi che si ispirano o omaggiano il film, ma il mio preferito è Margaret, che trovi qui.
  10. Le riprese durarono 50 giorni, uno dei quali servì solo ed esclusivamente per l’ultima scena di Piper Laurie e la sua Margaret.

E per questa edizione della Notte Horror è più o meno tutto. Sei d’accordo con me su Carrie? Ti piacerebbe leggere un post dedicato al suo finale? Se ti va, fammelo sapere nei commenti e ricorda che puoi votare questo film commentando o semplicemente inserendo da 1 a 5 stellette alla voce “voto dei lettori” nella review qui sotto. Puoi anche dare uno sguardo alle precedenti edizioni di questa iniziativa (qui nel box color cocozza) o scorrere giù giù a vedere quali amichetti hanno partecipato a questa edizione.

Carrie - Lo Sguardo di Satana, la recensione del film
Carrie (1976), il poster del film

Movie title: Carrie

Movie description: Nel 1976 De Palma fa la storia del cinema dell'orrore con la prima trasposizione cinematografica di Stephen King.

Date published: 22/02/1977

Director(s): Brian De Palma

Actor(s): Sissy Spacek, Piper Laurie, John Travolta, Amy Irving

Genre: horror

Durata: 98 min

Paese: USA

  • Sceneggiatura
  • Originalità
  • Regia
  • Fotografia
  • Recitazione
  • Cuore
4

in sintesi

Carrie – Lo Sguardo di Satana di Brian De Palma è stato un precursore: il primo film tratto da Stephen King (tra l’altro dal suo primo romanzo), il primo film horror candidato agli Oscar e la prima volta che abbiamo sentito dire a King “però, bello il finale. Avrei voluto scriverlo io”. Per me è stato anche il primo film su quel dannato “prom” (il ballo scolastico) con cui vanno in fissa gli americani.

Oggi Carrie ha passato i 40 anni ma conserva ancora il suo innato fascino: ti porta a tifare per il Male, ti porta a pentirtene e ti lascia lì a crogiolarti nel tuo senso di colpa.

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