Chase Pagan – Oh, Musica! (2007)

 

I Don’t Want To Be The One With The Devil On My Shoulder.

 

Ci sono, tutto quasi bene, grazie a chi in un modo o nell’altro ha chiesto ed il contrario di grazie a chi non lo ha fatto. Nel frattempo ho visto un sacco di cose belle, di cui spero di poter scrivere prima o poi; nel frattempo ho realizzato che sto per entrare nel mio secondo quarto di secolo; ma soprattutto, melodrammi a parte, nel frattempo ho imparato a memoria ogni cambio di ritmo di Oh, Musica!.Questo incredibile album si apre con un ossessivo di lamento adagiato su di un pianoforte tintinnante nella traccia che dà il titolo al lavoro, Oh, Musica! e prosegue con Waltzing in The Sky, un leggero sospiro che termina nella dannazione (“I don’t want to be the one with the devil on my shoulder, please“). Seguono poi il ludico carosello di Spanish Tongue e la cinematografica e barocca Prince To The Queen, che forse strizza un po’ troppo l’occhio ai Muse dei tempi che furono. L’ampio respiro di Sailor’s March é (purtroppo) l’unica traccia dell’album che può vantare la realizzazione di un video. La giocosa e volutamente popular Push My Buttons gioca, tra rock e pianoforte, a prendere in giro il commercio stesso (“you’re damned and you don’t have a soul“), per poi lasciare spazio alla traccia migliore di questo Oh, Musica!, Time To Myself, ballata struggente e disperata (“all I want is time before, It’s too late, too late”), nella quale, immersa in un turbine straziante di chitarre, la voce di Pagan tocca tutte le estensioni e le emozioni possibili. Si giunge poi a conslusione con Paperboat, che, tra un funk quasi circense e un country buttato adorabilmente lì, descrive con distacco la fine di un amore (“somebody better love you, when I’m gone“). Oh, Musica! è un’opera prima con una base strumentale colossale e una gamma di effetti sonori indemoniata, nella quale la voce splendida di Pagan si lamenta, urla, sospira, riprende fiato e sale, sale, in un vortice di energia, in un falsetto potente e disarmante. Oh, Musica! è folk, è jazz, è rock, è qualcosa di diverso, qualcosa di nuovo. Certo, Chase Pagan deve averci contro la mala dell’Arkansas, altrimenti non si spiega perchè non se lo fili quasi nessuno, ma ne vale la pena, fidatevi. E ascoltatevillo, su.

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2 Comments

  1. AlessandroReder 30/03/2008
  2. t3nshi 06/04/2008

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