Enfield: poltergeist o messinscena? Parliamo dei fenomeni paranormali che nel 1977-78 hanno interessato la famiglia Hodgson e che hanno ispirato il film The Conjuring 2
La scritta “tratto da una storia vera” campeggia, come spesso accade, sul poster di The Conjuring 2 di James Wan, seguito di L’Evocazione ed attualmente in sala con un nuovo, succulento record di incassi.
Siamo oramai così abituati ad alzare il sopracciglio di fronte a quel “tratto da una storia vera” sbandierato qui e lì, senza ritegno, in un numero inquantificabile di horror che questo post si è reso necessario proprio per tenere ben fermo quello stesso sopracciglio. In The Conjuring 2 – Il Caso Enfield, infatti, le vicende narrate da Wan e dagli sceneggiatori Chad e Carey Hayes, almeno sino ad un certo punto, seguono fedelmente resoconti e racconti dell’epoca.
Il vero Caso Enfield è infatti uno dei più studiati e documentati nella storia dei poltergeist, oltre ad essere uno dei più duraturi. Per oltre tredici mesi gli Hodgson ebbero a che fare con degli strani fenomeni che riguardavano la piccola Janet Hodgson ed in misura minore sua sorella maggiore, Margaret.
Le vicende della casa popolare di Green Street sono ancora oggi oggetto di controversia, dato che alcuni credono ciecamente in quanto riportato da Playfair nel suo libro This House is Haunted: The True Story of a Poltergeist, mentre altri ritengono più che discutibili le prove raccolte da Grosse e Playfair.
Che tu voglia credere ai fatti raccontati o che tu voglia abbracciare la spiegazione con i salti dal letto e le false corde vocali, questo è un piccolo resoconto dei fatti che tra l’agosto del 1977 e l’ottobre del 1978 hanno terrorizzato Enfield, borgo a nord di Londra.
La Vera Storia del Caso Enfield: poltergeist o messinscena?
Una foto di famiglia degli Hodgson nel 1977. Da sinistra a destra: Janet, Billy, Peggy, Johnny e Margaret.
Gli Inizi
La controversa storia del poltergeist di Enfield ha inizio il 30 agosto del 1977. La famiglia Hodgson, composta da Peggy e dai suoi quattro figli (Margaret, Janet, Johnny e Billy) vive all’interno della casa popolare al 284 di Green Street, ad Enfield.
È in quella sera che la piccola Janet (11 anni) dice alla mamma che il suo letto sobbalza. Peggy non dà peso alla cosa, ma Janet e il fratellino restano svegli per buona parte della notte.
La notte successiva, 31 agosto, Janet ed il fratello Johnny (10 anni) non riescono a dormire a causa di alcuni rumori. Giunta nella stanza, Peggy non sente nulla e, pensando a dei capricci, invita i bambini a smettere di giocare. Nel momento in cui spegne la luce, però, la stessa Peggy inizia a sentire dei rumori, descritti come i passi di qualcuno che trascina le pantofole.
Peggy si mette a sedere sul letto per cercare di tranquillizzare i figli. Pochi minuti dopo una pesante cassettiera di rovere, posta in un angolo delle stanza, si muove. Peggy la spinge al suo posto, ma il mobile si muove nuovamente fin quasi a bloccare la porta. Quando Peggy prova a rimetterla al suo posto, questa non si sposta di un centimetro. A quel punto iniziano dei violenti colpi alle pareti, una sorta di incessante bussare (successivamente classificato come “rap” da rapping, bussare).
Gli Hodgson la sera del 31 Agosto 1977. Sullo sfondo Vic e Peggy Notthingham.
Il sopralluogo della polizia
Peggy, spaventata, prende i bambini e corre a casa dei vicini, Vic e Peggy Nottingham. Vic, un uomo grande e grosso, temendo un’intrusione da parte dei ladri, ispeziona l’abitazione degli Hodgson. Non trova nessuno in casa, ma sente i colpi provenire dalle pareti e, allarmato, chiama la polizia.
Intervengono due agenti che, pur sentendo gli stessi rumori, non trovano niente di insolito all’interno della casa. Tuttavia uno degli agenti, Carolyn Heeps, rilascia una dichiarazione ufficiale nella quale racconta di aver visto una sedia muoversi da sola.
L’intervento della stampa
Nei giorni successivi Peggy Hodgson, terrorizzata dall’intensificarsi dei fenomeni, contatta preti, medium e stampa. Due giornalisti del Daily Mirror, il reporter Douglas Bence e il fotografo Graham Morris, accorrono sul posto. Durante la loro visita non succede nulla, ma quando i due lasciano la casa i rumori riprendono, più forti di prima. Graham Morris rientra immediatamente per cercare di fotografare alcuni mattoncini Lego che fluttuano nell’aria, ma viene colpito sulla fronte, a poca distanza dall’occhio, da uno di questi.
La prima pagina del Daily Mirror del 10 settembre 1977.
Gli studi della Society for Psychical Research
Viene richiesto l’ausilio della Society for Psychical Research (SPR). Ad intervenire sul posto è Maurice Grosse che per sei mesi documenta un crescendo dell’orrore attorno alla piccola Janet. Dopo pochi giorni di permanenza, Grosse assiste alla levitazione di mattoncini Lego, biglie ed altri giocattoli, che una volta caduti a terra si rivelano bollenti (caratteristica tipica dei casi di poltergeist). Un altro fenomeno insolito di cui Grosse è testimone è il fatto che le biglie, una volta atterrate, non rimbalzino.
Il 12 settembre Grosse viene raggiunto da Guy Playfair, altro membro della SPR. I due investigatori sentono e registrano il bussare riferito da Peggy e dalla sua famiglia e raccontano che, se ci si avvicina alla presunta fonte del rumore, questo si sposta man mano, come provenisse da più parti contemporaneamente. Assistono a fenomeni crescenti fino a raccontare di divani che galleggiano nell’aria e latrati di cani provenienti da stanze vuote.
Un giorno Maurice Grosse ed il vicino Vic sentono delle urla strazianti e si precipitano all’esterno della casa, dove trovano Margaret, la sorella maggiore di Janet, in lacrime in piedi in una posizione anomala sulle scale. La ragazza urla “I can’t move! It’s holding my leg!” (Non riesco a muovermi, mi trattiene per la gamba). Entrambi gli uomini prendono saldamente la gamba della piccola Margaret per tentare di muoverla, riuscendoci solo con estremo sforzo.
Il crescendo del dicembre 1977
Janet inizia ad essere scoperta e spintonata durante il sonno. Una sera Grosse e Playfair rimuovono tutti gli oggetti presenti nella camera di Janet per vedere cosa sarebbe successo se nella stanza non ci fosse stato niente. Quella stessa notte vengono svegliati da un frastuono inquietante per scoprire che, in un’altra stanza al piano superiore, un camino è stato completamente staccato dal muro in cui era incassato. Siamo al 15 dicembre, Janet ha il suo primo ciclo mestruale.
Una delle fotografie scattate con una camera a comando remoto da Grosse e Playfair nel dicembre 1977.
Nel dicembre 1977 vengono riportati i fenomeni di levitazione. Anche se le numerose fotografie scattate a distanza dai due ricercatori della SPR vengono etichettate come prova di una messinscena (il corpo di Janet è in tensione, come durante un salto), due differenti testimoni raccontano di aver visto levitare la ragazzina ed alcuni giocattoli attraverso la finestra.
Una sera Janet, a letto nella stessa camera con Margaret e la madre, si sente afferrare per un braccio da mani gelide e tirare fuori dal letto, viene trascinata verso la porta che si apre da sola e percorre mezza rampa di scale a testa in avanti prima di essere fermata da Grosse e Playfair.
La voce di Bill
È ancora nel dicembre 1977 che Maurice Grosse decide di sfidare il poltergeist a parlare. Nel giro di poco tempo una voce rauca e gutturale, simile a quella di uomo anziano ma proveniente da Janet, inizia a dialogare con i presenti. Tra le varie identità assunte dalla voce, vi è quella di Bill Wilkins, un tempo inquilino della casa di Green Street. “Sono diventato cieco, poi ho avuto un’emorragia, mi sono addormentato e sono morto su una sedia in un angolo al piano di sotto”, dice la voce di Bill. A distanza di poche settimane Terry Wilkins, figlio di Bill, conferma la veridicità dei fatti.
Maurice Grosse cerca di tranquillizzare Janet Hodgson durante uno dei suoi stati di trance.
La stessa voce – che secondo alcuni scienziati può essere prodotta con estremo sforzo dalle false corde vocali – inizia ad uscire anche dal corpo di Margaret. Prima di allora le due bambine sapevano che Bill era morto in quella casa, ma ignoravano totalmente le circostanze della morte.
Il coinvolgimento di Ed e Lorraine Warren
Ed e Lorraine Warren nel 1976.
Dal settembre ’77 al luglio ’78 vengono interpellati numerosi medium, tra i quali anche Ed e Lorraine Warren. Ognuno racconta una differente visione della storia. C’è chi tira in ballo la figlia ventiquattrenne di Maurice Grosse (morta nel 1976); chi racconta le vite precedenti di Janet e chi riferisce di entità malevole presenti nella casa. Tutti, però, sembrano essere d’accordo sulla veridicità degli avvenimenti.
Ed e Lorraine Warren, protagonisti della pellicola, in realtà si trattengono solo un giorno nella casa di Green Street. Lorraine Warren dichiara di aver visto personalmente Janet e Margaret levitare. La stessa Lorraine riferisce di aver visto Janet sparire di fronte ai suoi occhi per poi riapparire in una scatola per fusibili di grosse dimensioni, in una posa innaturale e contorta. I Warren ed i ricercatori della SPR tentano di riprodurre la stessa posizione assunta da Janet all’interno di quello spazio angusto, senza riuscirci.
Ed e Lorraine Warren nel 1976 al 112 di Ocean Drive ad Amityville: la scena usata da James Wan per aprire il film The Conjuring – Il Caso Enfield.
Critica e scetticismo
Alcuni visitatori della casa Enfield sono meno convinti della veridicità degli accadimenti del caso, tra questi in particolare la studiosa della SPR Anita Gregory, che descrive le prove raccolte presso la casa come “discutibili”, “esagerate” e “patetiche”. A riprova della sua teoria, la Gregory fornisce un video girato in segreto nel quale si vede chiaramente Janet piegare un cucchiaio e saltare su e giù dal letto agitando le braccia.
Molti anni dopo Janet, adesso madre di tre figli, proprio riguardo quel video dichiara che “There was times when things would happen and times when they wouldn’t” (ci sono stati momenti in cui le cose succedevano e momenti in cui non succedevano), lasciando intendere che in alcuni casi, per non “deludere” i presenti, ha simulato alcuni eventi. Alla domanda di un giornalista del Telegraph, “Quanto dei fenomeni di Enfield è stato simulato?” lei risponde “I’d say 2 per cent” (il 2%).
L’epilogo
Il 25 luglio del 1978 la piccola Janet viene ricoverata presso il reparto psichiatrico del Maudsley Hospital. In sua assenza i fenomeni nella casa al 284 di Green Street si attenuano notevolmente, senza però scomparire del tutto. Al suo rientro, a settembre, il tutto sembra star per ricominciare con la stessa violenza di prima, ma l’intervento di un medium, Dono Gmelig-Meyling, nel mese di ottobre del 1978 riporta la situazione alla normalità dopo tredici lunghissimi mesi.
A svanire, in realtà, è il clamore mediatico, non le sfide per la provata famiglia Hodgson. Il fratello minore di Janet, Johnny muore di cancro ad appena 14 anni. Peggy ed il suo ultimogenito, Billy, restano nella casa di Enfield per oltre due decadi, durante le quali i rumori alle pareti riprendono, così come quel continuo sentirsi osservati. Peggy muore di cancro al seno nel 2003.
Janet lascia la casa a soli 16 anni, appena cinque anni dopo gli eventi. Si sposa molto giovane. Adesso ha 46 anni ed un enorme trauma alle spalle: ha perso un figlio, appena diciottenne, morto durante il sonno.
Il 284 di Green Street dopo gli Hodgson
Dopo la morte di Peggy Hodgson (2003), Clare Bennett ed i suoi quattro figli si trasferiscono nella casa al 284 di Green Street. Sono passati 25 anni dall’attenzione della stampa su quella specifica abitazione, per questo i Bennett al momento del trasferimento ignorano i trascorsi. Qualche giorno dopo riferiscono di strane sensazioni, di un costante sentirsi osservati. Durante la notte si sentono distintamente delle voci provenire dal piano di sotto.
È solo qualche settimana dopo il trasferimento che Clare, preoccupata dagli eventi, scopre cosa era accaduto anni prima in quella stessa casa. Uno dei suoi figli, Shaka (15 anni), la sveglia terrorizzato nel cuore della notte raccontandole di aver visto un uomo nella sua stanza. Il giorno successivo, dopo appena due mesi di permanenza, Clare e la sua famiglia lasciano la casa.
Oggi al 284 di Green Street vive un’altra famiglia, che giustamente vuole star lontana dai riflettori.
Come appare oggi la casa al 284 di Green Street, Enfield.
Link utili su Enfield, la storia vera
Fonti: History vs Hollywood, Telegraph, Daily Mail.
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ne ho sentito parlare solo che bene, di questo film, però io non l’ho visto, quindi non do giudizi… vero è che la storia mi sembra abbastanza interessante da farne un film ben riuscito…
Mi duole ammetterlo, ma James Wan riuscirebbe a tirar fuori un buon horror anche da una filastrocca per bambini… In questo caso, con questo popò di materiale, ha avuto pane per suoi denti.
Il film è molto bello anche se hanno inserito per ragioni commerciali personaggi di pura fantasia che non riflettono la veridicità dei fatti. Consiglio vivamente la miniserie “enfield haunting: oscure presenze”, Ben fatto e sicuramente più dettagliato e incentrato sulla famiglia, a differenza del film. Questo caso mi ha appassionato.
Ho recuperato la miniserie qualche giorno dopo il film di Wan e sì, la consiglio anch’io. Sicuramente meno d’effetto del film (anche se ha i suoi momenti), la miniserie affronta i fatti anche da un punto di vista socio-culturale, aspetto che nel film manca. Spero di riuscire a parlarne prossimamente. 🙂
La storia è spettacolare non so cosa dire..
Spero solo che tutto questo sia vero. Da buon appassionato di film horror.
Se solo potessi mi piacerebbe visitarla e magari prendermi dei giorni li per verificare se realmente ci sono fenomeni.
Se realmente ci sono stati ci saranno ancora.
Effettivamente è strano che non abbiano fatto del 284 di Green Street una sorta di Winchester House all’inglese… Personalmente resto scettica, ma sì: se la casa degli Hodgson fosse visitabile, correrei a prenotare il biglietto. 🙂
a me di cosine nel corso della mia vita ne sono capitate parecchie, ma si tratta “solo” di premonizioni puntualmente capitate dopo svariati mesi
Solo? 😀 Ciao Bruno, benvenuto.
Scusatemi se vi scrivo nei commenti, ma non riesco a trovare la vostra mail. Volevo informarvi che il sito HorrorStab ha copiato immagini e parte del testo da questo articolo. Potrete facilmente verificare tramite una ricerca su Google. Io non li linko perché loro non linkano mai le loro fonti. Hanno fatto lo stesso “scherzo” anche a me.
Grazie per la segnalazione, ZanZa. Sì, questo post è stato copiato da più parti, purtroppo. Il più delle volte, alla segnalazione, il webmaster risponde che l’articolo gli è stato inviato e non lo ha copiato… è diventato davvero difficile starci dietro, sopratutto per il mio fegato. Ma ahimé temo che tu conosca questa sensazione.
Qualcosa è sicuramente accaduto a quella famiglia……il film è ben fatto,ovviamente un po’ di “puro cinema” è stato aggiunto agli accadimenti reali (che cmq.sono piuttosto inquietanti) …. Che dire ?? CERTE porte , è meglio non aprirle…..!
Sono assolutamente d’accordo, Patrizia. Non apriamo quella porta, ma nemmeno quell’altra, ‘che non si sa mai…
Il film incute davvero paura…per il resto non saprei dire se nella casa ci fosse davvero la presenza dello spirito di un defunto che perseguitava con cattiveria le persone che vi abitavano,oppure qualche altro tipo di presenza…
Ciao Rosi, benvenuta. Eh sì, credo che nessuno a questo punto possa dirlo… e forse è meglio così. 🙂
Si tratta di un caso di possessione demoniaca. Situazioni simili ma meno eclatanti( senza poltergeist) sono piuttosto frequenti, ma chi ne è soggetto non ne fa pubblicità e non ne parla in giro. Nei vangeli e nel libro degli atti degli apostoli sono raccontate le liberazioni compiute da Gesù nei casi di possessione. Se presso la famiglia in questione si fossero recati dei veri credenti in Gesù, cioè dei cristiani invece che parapsicologi, medium e giornalisti, la vicenda si sarebbe conclusa felicemente, con la liberazione della famiglia e della casa. In questa vicenda risalta l’impreparazione e la sostanziale impotenza del mondo laico a risolvere situazioni di questo tipo, la capacità delle forze demoniache a produrre danni e gravi vessazioni traumatizzanti in grado di produrre persino effetti fisici e materiali anche sugli oggetti. D’altra parte la potenza del “diavolo” potrebbe essere molto più di questo, se solo Dio glielo permettesse. La vicenda ufficiale e il film non raccontano però la possibile genesi di tali fenomeni, che in genere non compaiono se le vittime non si sono mai rivolte a maghi o medium o non hanno mai praticato della magia o nulla è stato fatto contro di loro in tal senso. Sono queste infatti le pratiche che aprono la porta a certe realtà spirituali. Bisogna allora ricordare che solo Gesù è capace di risolvere queste situazioni, e chi ne è colpito deve poter ricorrere alla fede in lui. Chi non ha questa fede deve aspettarsi di fare una fine come quella della storia raccontata.
Ciao Massimo, benvenuto e grazie del tuo commento.
Ma è una minaccia? 🙂 Scherzo, permettimi di scherzare. Sei sicuramente cento, mille volte più preparato di me sull’argomento: io lo affronto dal punto di vista della fiction e la spettacolarizzazione (almeno in questo genere) non rappresenta la verità. Ci sono però molti film che imputano la genesi di questi fenomeni a sedute spiritiche prese alla leggera o oggetti in grado di veicolare il male. Io onestamente so di non sapere ed affronto il tutto con molto scetticismo, senza però mai mancare di rispetto a chi ci crede o a chi ha fede. Anzi, quella fede la invidio anche un po’.
Bravo Massimo. Per esperienza personale… Senza aggiungere altro, hai colto esattamente il problema e la soluzione…
Questi film non fanno altro che fare pubblicità al demonio senza dare nessuna strada di uscita… Non basta certo conoscere il nome di un demonio per cacciarlo via… Solo un Esorcista che ne abbia titolo e con la fede può operare una sorta di liberazione da quello che viene generato, da pratiche magiche che aprono le porte alla dimensione del male…
Se inviti il demonio a cena stai sicuro che ne dovrai pagare conto…
Queste cose esistono… Ma chi le subisce non ne parla per non essere preso per pazzo, figuriamoci se lo trovi a qualche talk show… Enorme sofferenza viene generata da queste situazioni…
Dimenticavo… Al demonio non interessano i deboli… ma lui vuole portarsi all’inferno i piu fedeli al signore… State dunqe tranquilli voi che non credete… Nulla Vi succedera e nulla ne avrete da temere fino a che la Morte non diraderà la nebbia delle vostre vite senza un Dio…
andando a vedere con google map sulla finestra c’è scritto Jesus House,si vede molto bene.gli scatti sono di maggio 2019
Ma a parte gli ultimi commenti intrisi di un fanatismo religioso allarmante (e lo dico da rispettoso delle credenze di chiunque purché non mi si venga a dire che sono condannato ad atroci sofferenze se non credo in uno che fa footing sulle acque) ma nessuno, razionalmente, ha mai pensato che questo caso sia stato ben montato ad hoc dal Daily Mirror che aveva bisogno di fare il botto di copie con una classica Ghost story sulla scia di altri casi simili americani (il caso Amityville su tutti)?
No perché io foto e filmati li ho visionati, le registrazioni le ho ascoltate attentamente, non mi sono fermato al film hollywoodiano pieno di luci e stelline e “boooooo” ad arte ogni tot minuti; da ciò che si vede non c’è uno straccio di prova documentata, visibile, che possa confermare l’esistenza di spettri e diavoli annessi in questa circostanza (ma io lo estenderei per ogni caso eclatante sulla stessa scia). Forse solo una mentalità ai livelli di “l’heavy metal è la musica del demonio e se fai sesso prima del matrimonio brucerai all’inferno” potrebbe dare una spiegazione paranormale ad uno scherzo da parte di una ragazzina un po’ indisciplinata (tra l’altro ricoverata in un centro per malattie mentali proprio subito dopo questi eventi).