Guida ai Film Horror in Arrivo in Sala: per una Torrida, Orrida Estate
Niente Platealmente Perfido questa settimana, o almeno non in modo convenzionale. Guardando la lista dei film in uscita in sala da noi tra il 22 ed il 23 giugno, infatti, un solo titolo ha attirato la mia attenzione, un solo film mi ha portata a cercare informazioni su trama e cast, su valutazioni e pomodometri. Già, perché d’estate spesso la distribuzione italiana dà il peggio di sé. Eppure in questa stagione un genere molto amato da queste parti la fa da sovrano: l’horror.
Parte così, quindi, l’idea di dare uno sguardo alle pellicole dell’orrore in arrivo in Italia nei prossimi, afosi, ineluttabili mesi, cominciando proprio dal titolo che esce in sala quest’oggi, The Conjuring – Il Caso Enfield, passando per tante (ma mai troppe) opere prime provenienti da diverse parti del mondo (Inghilterra, Iran, Austria), fino ad arrivare a quel The VVitch: A New-England Folktale che si preannuncia come uno dei film più magnetici dell’anno.
Andiamo ad analizzare quindi, in ordine di uscita in sala, gli otto horror più attesi per questa estate. Otto come il numero atomico dell’ossigeno, otto come il numero della Madonna nella Smorfia, otto come le punte della stella a otto punte. Coincidenze? Io non credo.
The Conjuring 2 – Il Caso Enfield | dal 23 giugno
Tre anni fa James Wan (australiano, classe ’77) ha lasciato il segno con il suo The Conjuring – L’Evocazione grazie ad una regia come l’horror comanda e ad una storia tratta dalle vicissitudini (reali o presunte che siano) dei coniugi Warren. Ed e Lorraine Warren sono stati (a dire il vero lei è ancora) due ricercatori del paranormale e demonologi molto in voga negli States tra gli anni ’50 e ’70. La coppia è stata coinvolta in numerosi fatti di cronaca, tra i quali la famigerata faccenda di Amityville (112 Ocean Drive), che tanto ha dato da mangiare al genere horror.
Il caso Enfield, o almeno la sua vera storia, è ambientata nella Londra degli anni ’70 e poco ha a che fare con i Warren, o almeno con i veri Warren. Tra il 1977 ed il 1978 la famiglia Hodgson, composta da Peggy e dai suoi quattro figli (Margaret, Janet, Pete e Jimmy), fu interessata da inquietanti eventi all’interno della casa al 284 di Green Street, ad Enfield. Inizialmente i figli più piccoli raccontarono alla madre di aver sentito dei colpi alle pareti e di aver percepito i loro letti muoversi. Il giorno dopo fu la stessa Peggy a dover fare i conti con la situazione ed allertare le forze dell’ordine, a causa di una cassettiera di rovere in grado di muoversi autonomamente. Uno degli agenti intervenuti alla chiamata di Peggy lasciò una dichiarazione ufficiale nella quale raccontava di aver visto una sedia spostarsi da sola e i vicini degli Hodgson riferirono di aver sentito dei rumori provenire dalla casa anche in assenza degli inquilini. Nei giorni successivi i fenomeni divennero più frequenti e violenti, rendendo necessario l’intervento della Society for Psychical Research. Ad intervenire sul posto furono Maurice Grosse e Guy Playfair che documentarono un crescendo dell’orrore attorno alla piccola Janet, undici anni: la ragazza dapprima veniva spintonata e scoperta durante il sonno, poi fu vista levitare ed infine iniziò a parlare con una voce non sua. Zan zan.
In questo secondo capitolo, ambientato sette anni dopo il primo, la regia resta nelle abili mani di Wan, così come la sceneggiatura che condivide assieme a Carey e Chad Hayes. Ad interpretare i Warren tornano Patrick Wilson e Vera Farmiga, mentre nel ruolo di Peggy troveremo Frances O’Connor (Mr Selfridge, The Missing) e nelle vesti della piccola Janet vedremo Madison Wolfe (True Detective, Zoo). Attualmente il Metascore è a 65, il Tomatometer è al 77%, dalle anteprime arrivano elogi a non finire e sono già venute fuori le prime bufalette sugli infarti in sala.
Qui il trailer.
Qui la recensione del film.
Qui la vera storia del poltergeist di Enfield.
A Girl Walks Home Alone at Night | dal 30 giugno
È stato definito “il primo western iraniano sui vampiri” questo film che, per carità, è recitato in persiano da attori iraniani, ma è stato prodotto in verdoni, capisciammé. Anche la regista, Ana Lily Amirpour, al suo primo lungometraggio, è di origini iraniane ma naturalizzata statunitense da diversi anni. Come impone la moda del momento (lo vedremo tra poco) anche in questo caso il tutto parte da un corto, scritto e diretto dalla stessa Amirpour, che si è poi evoluto sino a diventare un lungometraggio.
Di cosa parla questo Una Ragazza Torna a Casa a Piedi di Notte? Di amore, vampiri e di una giovane che nelle ore notturne va in giro per le strade di “Bad City” con skateboard e chador, Dior (uh, no scusa). Manteniamo la calma, è tutto sotto controllo (cit.): siamo molto lontani da Twilight, tant’è che critica e blogosfera lo descrivono unanimemente come un capolavoro di tecnica e anima.
A me non serve altro. Se ancora non fossi convinto, sappi che attualmente il Metascore è ad 81 punti e il Tomatometer veleggia al 95%.
Qui il trailer.
Qui la recensione de La Bara Volante.
Qui la recensione de Il Giorno degli Zombi.
It Follows | dal 7 luglio
Uscito un anno fa negli Stati Uniti, il secondo lungometraggio di David Robert Mitchell ha lasciato tutti senza parole. Ne ho già scritto e poco avrei da aggiungere: è un film che gli amanti dell’horror e del cinema devono vedere assolutamente, al di là di quella falla acquosa nel finale (assolutamente voluta, secondo quanto dichiarato dal regista e sceneggiatore).
It Follows si apre con una silenziosa periferia borghese risvegliata dal rumore dei tacchi sull’asfalto: una giovane scappa da qualcosa, guardandosi ossessivamente alle spalle.
La trama si basa su presupposti innovativi ed indimenticabili: un’entità malefica che può essere trasmessa attraverso rapporti sessuali perseguita la malcapitata protagonista, cambiando forma ogni volta che appare sullo schermo. Tale entità può quindi assumere le sembianze di un’anziana signora in camicia da notte, di una giovane donna a seno nudo o di un bambino. La sola a poterla vedere è Jay (Maika Monroe), oggetto della persecuzione. “Quella cosa è lenta, ma non è stupida”. L’unico modo per liberarsene è passarla a qualcun altro, qualcuno, però, che riesca a “reggerla”, altrimenti l’entità torna indietro.
A fare da contorno vi sono una Detroit plumbea e decadente e temi piuttosto old school, con delle atmosfere indimenticabili e una base musicale tutta synth anni ’80. Ma a convincere più di ogni altra cosa è la tecnica di Mitchell, che con quelle manine sante porta la camera ad indugiare e scappare, a roteare e correre, riuscendo ad inquietare e far paura (sì, It Follows fa paura) senza mai ricorrere ai banalissimi espedienti di cui è pieno il cinema horror dei nostri giorni. Per intenderci, ancora adesso il Metascore è a 83 punti ed il Tomatometer al 97%.
Qui il trailer.
Qui la recensione del film.
Cell | dal 14 luglio
Le notizie che giungono dalle anteprime sono tutt’altro che incoraggianti, ma a questo film, tratto dall’omonimo romanzo di zio Stephen King (che – oh – a me piacque) bisogna dare una possibilità, se non altro perché alla sceneggiatura ha partecipato anche lo zio stesso, che di sceneggiature per il cinema non ne voleva sapere dal 1992. Eh, la famigghia.
Non è dato sapere quanto la trama si discosti dal libro, che – come dicevo poco fa – ha avuto ed ha il mio supporto (e solo il mio da quanto si legge in giro). Il romanzo si apriva in un caldo pomeriggio d’ottobre all’interno del parco di una mai così kinghiana Boston, pochi istanti prima che tutto finisse, pochi momenti prima che migliaia di anni di evoluzione e di civiltà venissero cancellate da un misterioso impulso che annienta l’homo sapiens e la sua capacità di parola. Un uomo morde l’orecchio del proprio cane, Pixie Scura cerca di sbranare la giovane donna d’affari e Pixie Chiara si sfracella volontariamente e ripetutamente contro un palo. Sì, fa un po’ The Happening – E Venne il Giorno messa così, ma così non è. Dopo poche pagine, infatti, arriva la prima spiegazione: tutti coloro che in un determinato momento stavano usando un telefono cellulare impazziscono, come se le loro connessioni sinaptiche fossero state “formattate” facendoli regredire allo stadio di belve feroci.
Il ruolo del protagonista, Clayton Riddell, è stato affidato sin da subito a John Cusack, cui dopo poco si è affiancato Samuel L. Jackson nei panni di Tom, l’adorabile Tom. Nel cast anche Stacy Keach (Prison Break) e Isabelle Fuhrman (Master of Sex). La regia, dopo i primi rumors su Eli Roth, è stata affidata a Tod Williams, già noto per aver diretto The Door in the Floor e Paranormal Activity 2.
Qui il trailer.
Qui la recensione di Combinazione Casuale.
Goodnight Mommy | dal 28 Luglio
Sinossi decisamente insolita ed intrigante per l’horror austriaco Goodnigh Mommy (Ich Seh, Ich Seh): mammina rientra a casa dopo un intervento chirurgico con il volto coperto dal bendaggio. Elias e Lukas, due gemellini di nove anni con un’insana fissa per i blattoidei, iniziano a sospettare che quella cosa non sia mammà. Per cortesia, lì in fondo, evitiamo battute su Alba Parietti, ok? Grazie.
Ancora una volta dietro la macchina da presa troviamo due registi (in questo caso anche sceneggiatori) al loro primo lungometraggio, Severin Fiala e Veronika Franz. Il film è già passato per il Festival di Venezia del 2014 e sembrerebbe di capire che più che di un horror sangue e spruzzi si tratti di un horror psicologico.
Al momento il Metascore è ad 81 punti ed il Tomatometer all’85%. È proprio il caso di dire che “ogni scarrafone è bello a mamma soja“.
Qui il trailer.
Qui la recensione di Bradipo Cinefilo.
Qui la recensione de Il Buio in Sala.
La Notte del Giudizio – Election Year | dal 28 Luglio
Non vado matta per il sottogenere home invasion (quello in cui dei tizi entrano in casa di altri tizi per proporre contratti di energia elettrica), ma bisogna riconoscere a questa saga, iniziata tre anni fa con The Purge – La Notte del Giudizio, un ottimo espediente narrativo: nel regime totalitario di un’America (non tanto) distopica, è stata istituita la notte dello “sfogo”, ovvero un intervallo di dodici ore nel quale nessun crimine viene perseguito e i servizi di soccorso e vigilanza sono completamente sospesi (perché di solito, invece…). Semel in anno licet insanire, dicevano quelli.
Questa malsana forma di catarsi ha risollevato l’economia e ridotto la disoccupazione, perché – diciamolo – chi non ha i mezzi per difendersi o rinchiudersi in fortezze sofisticate ed inespugnabili ha poche possibilità di arrivare al giorno successivo. Ha da passà ‘a nuttata, diceva lui.
Anche in questo terzo capitolo a scrivere e dirigere troviamo James DeMonaco. Nel cast ritroviamo Frank Grillo (Prison Break), presente anche nel secondo capitolo Anarchia – La Notte del Giudizio, ed Elizabeth Mitchell (Lost) nei panni della senatrice Charlene Roan, fortemente contraria a questa anomala forma di purificazione. Data per favorita alle elezioni, durante quella che potrebbe essere l’ultima notte di “sfogo”, la senatrice si troverà a dover cercare di tenere in salvo la pelle sino all’alba.
Qui il trailer.
Lights Out: Terrore nel Buio | dal 4 agosto
La leggenda narra che lo stesso James Wan di cui parlavamo a proposito di The Conjuring sia rimasto folgorato (eh eh) da questo corto scritto e diretto da David F. Sandberg al punto tale da proporsi come produttore per il relativo lungometraggio. Questa storia ricorda effettivamente le vicende di Mama – La Madre, in cui Guillermo Del Toro interpretava Wan e Andrés Muschietti era nel ruolo di Sandberg. Sappiamo già com’è andata a finire in quel caso: un’idea da brividi, una prima parte strepitosa, una seconda che non si reggeva in piedi perché passare da un minutaggio all’altro richiede delle particolari attenzioni, come una sceneggiatura più articolata ad esempio.
In Lights Out alla regia abbiamo quindi David F. Sandberg – al suo primo lungometraggio, ma già prenotato per la regia di Annabelle 2 – mentre nel cast troviamo Maria Bello, Billy Burke, un sacco di gente che non conosco (Teresa Palmer, Gabriel Bateman, Alexander DiPersia) e Lotta Losten, interprete del corto originario.
La trama ruota attorno al fatto che, nel buio, non si vede. Vedremo.
Qui il trailer.
The Witch: Vuoi Ascoltare una Favola? | dal 18 agosto
Nella blogosfera questo titolo ha raccolto consensi uno dopo l’altro, che aggiunti al quel Metascore a quota 83 e quel Tomatometer al 91% ne fanno l’horror più atteso dell’anno. D’altra parte certe “manie” non passano inosservate: Robert Eggers, per la sua opera d’esordio (esordio!) ambientata nel New England del 1600 ha scelto attori inglesi o scozzesi, li ha invitati a recitare usando il vocabolario dell’epoca, ha fatto ricostruire una fattoria con materiali e architettura nello stile dell’epoca, ha costretto i costumisti a cucire a mano tutti gli abiti di scena.
Sembra che al nostro Robert sia quasi venuta una crisi isterica quando la produzione, a causa dell’elevata tassazione del New England, lo ha costretto a girare in Canada. Son batoste, eh. Pare comunque che Eggers, autore anche della sceneggiatura, si sia poi ripreso grazie al riconoscimento alla miglior regia al Sundance Film Festival del 2015.
La trama racconta la vita di una famiglia di puritani il cui patriarca, William (Ralph Ineson, Game of Thrones all’epoca di Harrenhal) è stato esiliato dalla comunità. Nel loro stato di esilio William e la sua famiglia, composta dalla moglie Katherine, la figlia maggiore Thomasin, il piccolo Caleb e i gemelli Mercy e Jonas, costruiscono una fattoria in prossimità di una sconfinata foresta e ben lontana da dal loro precedente insediamento. È proprio nella nuova casa che Katherine (Kate Dickie, la zia Lisa di Game of Thrones) dà alla luce il suo quinto figlio, Samuel. Prima che possa essere battezzato e nonostante le attenzioni di Thomasin (Anya Taylor-Joy), il piccolo Samuel sparisce nel nulla.
Quanto è inquietante quel caprone nero? Che fine ha fatto Samuel? C’è davvero una strega nei boschi? Quali sono le colpe di Thomasin? Beh, non lo so, ma intendo scoprirlo al più presto.
Qui il trailer.
Qui la recensione di Recensioni Ribelli.
Qui la recensione di Cinepillole.
E questo è quanto. Quale tra questi film ti intriga di più? Quale hai (per tua fortuna) già visto? Ma soprattutto, quale ho dimenticato di menzionare? Non mancare di farmelo presente nei commenti.
Ehi, grazie di aver letto sin qui. Se questo post ti è piaciuto, puoi supportarmi facendolo girare sui social e sul webbe, perché sì la felicità è reale solo quando...
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Alcuni lì ho visti e sono ottimi “Goodnight mommy”, “A girl” ma soprattutto “It Follows” e “The Witch”, il fatto che escano d’estate, stagione dove in questo strambo paese a forma di scarpa nessuno va al cinema è quasi scandaloso ma meglio di nulla. “Cell” diciamo che COFF COFF lo sto vendendo COFF COFF e devo ancora capire se è decente o una roba trash, ma sono a metà.
Non sapevo avessero fatto un altro “The Purge”, malgrado il titolo, il secondo si lasciava guardicchiare, quindi mi vedrò anche questo 😉 Cheers!
Non sottovalutare il potere dell’aria condizionata in sala d’estate. 🙂
Quindi “Cell” è così terrificante da richiedere la visione a tappe? Ahi ahi…
Gran bella guida! Goodnight Mommy l’ho visto e secondo me è uno dei film migliori dello scorso anno, assolutamente sconvolgente. Stessa cosa It Follows. The Witch è fino ad oggi il miglior horror dell’anno. Aspetto con curiosità Lights Out e A Girls Walks Home Alone at Night… e anche il nuovo The Purge, visto che ho molto apprezzato i precedenti, cinema orgogliosamente di serie B!
Nel frattempo ho avuto modo di vedere “The Witch” e sì, se non è il migliore (in un testa a testa con “It Follows” non saprei…) è comunque tra gli horror meglio realizzati degli ultimi anni. La saga dei vari “The Purge” è tutt’altra cosa, ma abbiamo bisogno anche di lei! 🙂
Delle nuove uscite mi sono piaciuti Blair Witch e La Notte del Giudizio 3.
Blair Witch è piaciuto anche a me, ma non quanto avrei voluto. Il terzo The Purge purtroppo ancora mi manca…