Nick Dunn accarezza i capelli della moglie, immaginando di poterle aprire quel cranio perfetto e srotolarle il cervello in cerca di una risposta alla sua domanda. La domanda più frequente ed inquietante che ogni amante pone, prima o poi: a cosa pensi? Si sono conosciuti l’8 Gennaio, Nick ed Amy. Si sono amati subito, Nick ed Amy. Ma qualcosa non è andato per il verso giusto. È il 5 Luglio, il giorno del loro quinto anniversario di matrimonio, quando Nick denuncia la scomparsa della moglie.
L’ultimo lavoro di quel geniaccio di David Fincher, tratto dall’omonimo romanzo e sceneggiato dalla stessa autrice, Gillian Flynn, spiazza subito con un alternarsi di piani temporali intrigante e martellante, in accordo con quello dell’opera letteraria. Durante la prima ora della pellicola, difatti, conosceremo Nick attraverso il suo presente, mediante il suo rapporto con la gemella Margo, tramite le indagini e le notizie dei media; mentre il rapporto della coppia, fin dal loro primo incontro, è affidato alla voce di Amy, per mezzo del suo diario.
Nella prima parte del film, quindi conosceremo i Dunn. Lei, Amy, bella, benestante e intelligente senza essere snob, ha ispirato la collana di libri formativi de La Mitica Amy, curata dai suoi genitori. Lui, Nick, originario del Missouri, è un giornalista passionario, originale ed aitante. Dopo due appassionati anni di fidanzamento e due teneri anni di matrimonio tutto cambia: entrambi perdono il lavoro e la coppia è costretta a trasferirsi nel Missouri per star vicina alla madre di lui, gravemente malata. Lì Amy, newyorkese doc, è un pesce fuor d’acqua e lui si rivela frivolo, provincialotto e superficiale.
È la distanza creatasi tra i due, palesata in un interrogatorio di Nick, che porta la polizia a farne un sospettato e la stampa a processarlo senza mezze misure. Ed è proprio questo uno dei punti di forza della pellicola, che, se da un lato tralascia alcuni aspetti del loro rapporto, dall’altro analizza pienamente il processo mediatico fatto a Nick, che, preoccupandosi più della sua immagine che della moglie scomparsa, non fa che accrescere i sospetti anche nello spettatore. Si arriva così all’enorme plot twist, che i lettori già conoscono e che i non lettori vivranno con maggiore sorpresa.
La regia di Fincher, spesso accusato di essere semplicemente un tecnico, rende questa storia, già di per sé riuscitissima, un dipinto di apparenze e cattiverie di difficile paragone. Le selezioni musicali, ancora una volta affidate a Trent Reznor ed Atticus Ross (dopo The Social Network e The Girl With The Dragon Tattoo) non fanno che enfatizzare egregiamente le scelte ritmiche e narrative di uno dei migliori thriller dell’anno. Già, perché Fincher, perfettamente a suo agio con il genere (è suo quel meraviglioso Se7en del 1995, assoluto caposaldo) sa dirigere una pellicola di ben 150 minuti senza alcun calo di tensione, senza alcun momento di noia.
Ma una menzione particolare spetta al cast: non tanto a Ben Affleck (Nick, scelto proprio per quel sorriso beota davanti alle telecamere tanto ben rappresentato nel libro), che sembrerebbe quasi interpretare se stesso, quanto a Rosamund Pike, distante e glaciale, nera come non mai. Quella Rosamund Pike che fino ad ora avevamo visto in ruoli minori, molto diversi da questo, in Pride & Prejudice, An Education e The World’s End. Quella Rosamund Pike lasciata quasi sull’altare dal regista Joe Wright, che qui si rivela non sono in grado di reggere un ruolo così complesso e pesante, ma addirittura in grado di renderlo credibile e angosciante. Non a caso, infatti, la Pike ha scavalcato i nomi molto più altisonanti di Natalie Portman, Emily Blunt, Charlize Theron, Olivia Wilde e Rooney Mara per la parte di Amy. Forse un po’ meno riuscito è il personaggio di Margo (interpretato dalla comunque bravissima Carrie Coon), sorella gemella di Nick, nel romanzo molto più cinico, mascolino e sboccato. Graditissimi i ruoli secondari affidati a Neil Patrick Harris (che presto rivedremo in American Horror Story: Freak Show) e di Scott McNairy (Monsters, Argo, Halt and Catch Fire), entrambi nei panni di uomini in passato legati ad Amy, così come riuscitissimi sono i genitori di lei, alienati e borghesi: David Clennon e Lisa Banes.
Fincher, supportato dall’ottimo lavoro della Flynn, mette a punto un thriller malato e morboso, basato sulla coppia e sul male che due persone possono farsi reciprocamente, sulla deviata determinazione femminile e sulla distorta faciloneria maschile, portate all’estremo eccesso. Una pellicola che non può certo competere con altri titoli del regista, ma che può serenamente misurarsi con buona parte dei thriller attualmente in giro e vincere senza sforzi.
Link utili su L’Amore Bugiardo, il film:
- la recensione del romanzo di Gillian Flynn dal quale è tratto, L’Amore Bugiardo – Gone Girl (2013).
Gone Girl (U.S.A. 2014)
- Regia: David Fincher
- Sceneggiatura: Gillian Flynn
- Fotografia: Jeff Cronenweth
- Musiche: Trent Retzor e Atticus Ross
- Cast: Rosamund Pike, Ben Affleck, Carrie Coon, Neil Patrick Harris, Emily Ratajkowski
- Genere: thriller, sweetheart, what have you done to us?
- Data d’uscita italiana: 18 dicembre 2014
- Se ti piace guarda anche:
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Sono d'accordo con la tua recensione, ottima la Pike, bravino anche Affleck che interpreta un personaggio un po' ingenuo. Mi soffermerei sull'ultima frase, ovvero Gone girl è il thriller dell'anno? 🙂 gli unici rivali paiono essere Lo sciacallo e American Hustle secondo me; anche se tutti non sono proprio dei thriller puri….
Vero, il thriller genuino sembra essersi estinto in favore di quello ibrido. Ma sì, dai, Gone Girl thriller dell'anno, anche se mi sono volutamente nascosta dietro quel "buona parte" perché mi mancano ancora diversi titoli, tra i quali proprio quelli che citi tu… mi rimangerò la timida perifrasi?
Concordo in pieno: un grande film, pur se non il migliore di Fincher, ed un'analisi spietata del lato oscuro della coppia.
Già, spietata, estrema ed inquietante.
Piaciuto molto, anche se non ai tuoi livelli. Finora quello di Fincher che mi ha convinto di più!
Dai, più di altri? Più di Seven? Più di Fight Club?
Inizio a temere che sia piaciuto più a te… 😉
Grande Fincher, grande romanzo alla base.
Era scontato che lo avremmo amato. Chi non ama la ragazza scomparsa? 🙂