Domenica 23 agosto è andato in onda in U.S.A. (ed in mezzo mondo, grazie ad Amazon) il primo episodio di Fear the Walking Dead, spin-off e (almeno originariamente) prequel della serie campione di ascolti (e di noia) The Walking Dead, giunta attualmente alla sua quinta stagione.
Sebbene la serie madre diventi sempre più un ripetere dialoghi già sentiti e situazioni già viste altrove, la curiosità di vedere all’opera questa sua costola – ideata dallo stesso Robert Kirkman – era tanta, anche grazie al lavoraccio compiuto dalla AMC nel creare il suo solito hype.
Com’è stato questo episodio pilota? Ve lo racconto senza troppi entusiasmi dopo il salto.
Come noto, Fear the Walking Dead si propone di coprire l’arco temporale del coma di Rick Grimes, lo sceriffo bipolare fissato con la democrazia protagonista della serie madre. Per questo, come già anticipato dallo showrunner Dave Erickson prima ancora della messa in onda del pilot, questo spin-off racconterà l’origine dell’epidemia in una Los Angeles che è sempre un piacere vedere.
Troviamo quindi un differente tempo ed un diverso luogo rispetto all’originale in questa nuova creatura di Kirkman, che però presenta sin da subito diversi collegamenti con Morti che Camminano: già in questo pilot emerge chiaramente uno sviluppo dell’infezione che TWD ha palesato dopo appena diciotto episodi – capisciammé – e, proprio come nella serie madre, non succede un meraviglioso fico secco, una beneamata fava, una folgorante zucchina. Ma procediamo con ordine.
I morti che camminano presenti nel titolo di entrambi i prodotti sono “walkers”, erranti, zombie. Ed è qui che sorge il primo problema:
Numero di zombie visti in questo primo episodio: 2 e ½.
(Ho fatto tre, che faccio? Lascio?).
Uno zombie apre l’episodio, uno chiude l’episodio. Nel mezzo il ½: la stessa scena in due differenti filmati visionati dai protagonisti mostra l’attacco di uno zombie ai danni di un gruppo di poliziotti. Il primo video, visionato inizialmente da alcuni dei protagonisti mediante un tablet, è la ripresa dall’alto di un elicottero di un qualche News Channel. Lo stesso momento, in un video differente, visualizzato via smartphone da un altro personaggio, consiste in una ripresa da camera a mano estremamente ravvicinata agli avvenimenti. Ecco, questo escamotage, questo stiloso e contemporaneo avvicinamento agli odierni media, è il momento più alto di questo primo episodio, che presenta sì una solida regia (quella di Adam Davidson) ed una buona tecnica, ma finisce per autofagocitarsi in un piattume generale.
Difatti questo pilot non riesce (e non vuole) ricreare la giusta, doverosa ed essenziale tensione e sfiora appena l’isteria di massa e il saccheggio dei supermercati, prendendo ancor più alla larga lo scoppio dell’epidemia. Se da un lato questo aspetto potrebbe essere sanato nei prossimi episodi, dall’altro – per quanto riguarda il vero e proprio tasto dolente di questo spin-off – difficilmente Kirkman e soci potranno correre ai ripari.
Ciò che proprio non funziona sono infatti i personaggi, che dovrebbero essere l’elemento di punta di un prodotto che poco probabilmente porterà sullo schermo qualcosa di nuovo e che invece si rivelano lo stereotipo stereotipante e stereotipato della famiglia americana: un intreccio di relazioni più vicine alla soap che all’horror (o alla narrazione in genere), ancor più banalizzato da infiniti dialoghi di presentazione che smorzano qualsiasi climax.
La narrazione ruota attorno alla divorziata Madison Clarke (Kim Dickens, Gone Girl), assistente sociale e classica madre con i figli un po’ difettati che proprio non riesce a rimettere in riga: Alicia (Alycia Debnam-Carey, The 100), la banale, fastidiosissima, geniale studentessa ribelle che non vede l’ora di staccarsi da mammà, e Nick, il figlio tossico rimbecillito che vede il primo zombie (nei primi tre minuti dell’episodio) ma non viene creduto neanche da se stesso. È forse proprio il personaggio di Nick il meno banale, probabilmente anche grazie all’interpretazione del giovane Frank Dillane, che non è dato se sapere se sia un attore in gamba o se si muova in quel modo del tutto disarticolato per natura.
Travis Manawa (Cliff Curtis), anche lui divorziato, è il compagno di Madison, insegnante, il solito padre all’americana che vive per conquistare l’affetto del figlio e del figliastro, che lo odiano a morte neanche avesse ammazzato il loro pesce rosso e glielo avesse servito come pasto. Travis fa spallucce se il figlio Chris (Lorenzo James Henrie) gli risponde alla Muccino Junior (“tu non shai gniente di me, gniente! Hai capito? Affanculo”) e la faccia contrita quando Nick, prima di abbaiare, tira fuori il classico “tu non sei mio padre”. Bau.
A questi regular vanno ovviamente accostati il figlio di Travis, Silvio Chris, la ex-moglie Liza, il preside scemo della scuola, il nerd cicciottello brufoloso che ha capito cosa sta per accadere e personaggi e situazioni talmente inflazionati nei prodotti d’oltreoceano da portare alla nausea ancor prima d’essere sviluppati.
Roba da far rimpiangere Shane.
Come oramai noto, questa prima stagione di Temi i Morti che Camminano sarà composta da soli sei episodi, ma la serie è già stata rinnovata per una seconda stagione di ben quindici puntate prima ancora della messa in onda del pilot, che – dicono – ha fatto uno storico boom di ascolti. In rete già circolano rumors su episodi stand-alone e un possibile crossover tra TWD e la sua mostruosa creatura ed io inizio ad avere davvero paura, non tanto dei morti che camminano quanto dei vivi che scrivono.
Don’t believe the hype.
Possibilità di successo: 43%.
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Fear The Walking Dead: Pilot
Air Date: 23 agosto 2015 su AMC
Soggetto e sceneggiatura: Robert Kirkman e Dave Erickson
Regia: Adam Davidson
Cast: Kim Dickens, Frank Dillane, Cliff Curtis, Alycia Debnam-Carey et al.
Genere: horror, c’erano una volta gli zombie, poi li ha mangiati Muccino
Se (proprio) ti piace guarda anche: The Walking Dead, ma peggio per te.
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Il paragone con Muccioni è geniale, ora voglio un episodio di "Paura dei camminamorti" tutto interpretato da Cani, inteso quelli a 4 zampe però non attori cani, di quello abbiamo già due serie 😉 Il secondo episodio mi aspetta, ma ieri non ho trovato il tempo e la forza per guardarlo, ma più che altro la voglia… Ok la stagione è breve, però serie meritevoli vengono confermate. Mentre quelle che fanno pena vengono giustamente chiuse…. tipo Hannibal :-/ Lo sto vedendo in questo giorni e non so come sia possibile che lo abbiano ucciso :-//// Cheers!
vabbè ve lo dico..du palle!! E il secondo episodio pure peggio…anche io sto recuperando Hannibal e mi chiedo perché lo abbiano fatto fuori…
Lo guardo o non lo guardo? Questo è il problema…
Non lo so: se da un lato sono moooolto tentata, dall'altra comincio a sospettare che ci sia un sacco di altra roba in circolazione, là fuori, che forse farei meglio a recuperare. La presentazione della tipica famiglia americana che ci hai fornito non mi ha certo invogliato; potrei finire con il detestare questa gente a partire dal secondo episodio o giù di lì, e non sarebbe affatto un bene! XD
Vedi che facevo bene a guardarlo con diffidenza? Non ci penso minimamente ad iniziarlo! 🙂
Uhmmmmm… sono in disaccordo su quasi tutta la linea. In effetti è vero che i personaggi possono apparire stereotipati, ma la cosa è funzionale agli obiettivi di Kirkman. Non so se hai mai letto il fumetto di TWD, ma quello che viene messo in chiaro fin dal primo numero è che gli zombie sono né più né meno di un escamotage, alla pari di una catastrofe naturale di dimensioni bibliche, che l'autore ha scelto per buttare i protagonisti, uomini comunissimi, in un mondo disastrato dentro il quale non vi è più alcuna forma di società come noi la conosciamo. Sono il presupposto per vedere come l'animo umano può mutare per sopravvivere in un ambiente estremamente ostile. Quella che a te arriva come noia io la vedo come un evolversi coerente della situazione: e si che gli zombie sono pericolosissimi, ma a viverci dentro per mesi e mesi qualcosa dovrà pur insegnartela e renderti così più duro e capace a sopravvivere. Ti farà schifo fino al vomito spappolargli le cervella per un po', ma dopo mesi di lobotomie ti verrà naturale come allacciare la cintura di sicurezza. Quella che a te arriva come bipolarità di Rick (ammetto di averci riso :p), per me è la più che prevedibilissima difficoltà nel prendere una decisione dalla quale dipenderà la propria vita, quella di suo figlio e quella dell'intero gruppo. Cioè questo è un normalissimo uomo che si è ritrovato catapultato in un mondo da incubo al suo risveglio dal coma o_O Non ha avuto nemmeno la possibilità di prendere coscienza dei fatti man mano che l'epidemia dilagava, e diamogliela un po' di solidarietà! 😀
Questo spin off a me sta piacendo molto finora, soprattutto per la cura che sta dando nel costruire i personaggi (simpatici od odiosi che siano), e trovo normalissimo che gli zombie latitino per ora dato che la piaga non è ancora esplosa. Ho il presentimento però che dalla prossima, o al massimo dalla quinta puntata, i fatti prenderanno una piega decisamente più zombesca 😉