In questo primo mese del 2016 il cinema italiano ha subito un forte scossone: Quo Vado? di Gennaro Nunziante ha battuto buona parte dei record di incasso tricolore precedentemente registrati con una cifra che al momento si aggira attorno ai 60 milioni (e di euro!). Che si sia a favore o meno della satira (…) di Zalone, non si possono non riconoscere il successo del film ed il suo lato positivo: questi introiti non possono che giovare al cinema italiano. Eppure ci sono tante pellicole, in questo nostro paese a forma di stivale, che non ricevono le stesse attenzioni. Per questo la community di cinebloggers riuniti per amore del bene e della giustizia ha deciso, dietro proposta di Alessandra di Director’s Cult, di dedicare una giornata al cinema italiano.
Quindi di che parliamo oggi in questi lidi? Dei grandi autori che cercano di alzare l’asticella della difficoltà, che nelle ultime decadi era stata abbandonata al livello del mare? Di Sorrentino, che ha riportato in Italia l’Oscar? Di Sollima, grande regista coraggioso e contemporaneo? Di Gatteo Marrone Matteo Garrone, che ha fatto da apripista a tante imperdibili produzioni? Di Moretti? Salvatores? Tornatore? Macché, sarebbe troppo facile. Parliamo di Maccio Capatonda. Ma perché? Perché? Beh, perché un anno fa il signor Maccio ha portato in sala una commedia non tanto dissimile da quella di Nunziante, tra l’altro mediante la stessa casa di produzione e distribuzione. Eppure uno dei due (attenzione, spoiler: Nunziante) ha fatto sessanta milioni di incassi. L’altro no, ne ha fatti poco meno di quattro.
Cinema Italiano I LOVE YOU! | ||
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Il Bollalmanacco Almost Blue | Delicatamente Perfido Italiano Medio | Director’s Cult Il Volto di un’Altra |
In Central Perk Maicol Jecson | Mari’s Red Room Shadow | Non C’è Paragone Basilicata Coast to Coast |
Pensieri Cannibali Non Essere Cattivo | Solaris Io Sono l’Amore | White Russian Non Essere Cattivo |
Jagged Little Pill
Maccio Capatonda, alias Michele Macchia, nasce su YouTube (proprio come i The Pills, adesso in sala con il loro primo film) ed ottiene un successo immediato grazie ai suoi finti trailer, immediatamente sfruttati in televisione mediante le varie trasmissioni Mai Dire Qualcheccosa.
Il tipo di parodia su cui si fonda l’operazione (perché sì, parliamo di “Maccio”, ma dobbiamo sottintendere autori e colleghi di scena) si basa sull’utilizzo di attori (e presumibilmente amici) totalmente inadeguati, inutilmente enfatici o privi di espressione; sui nomi assurdi e cacofonici affibbiati ai personaggi (Pino Cammino, Billy Ballo, Mariottide) ma anche ai finti attori (Ivo Avido, Herbert Ballerina, Anna Pannocchia); sull’utilizzo di errori grammaticali, parole utilizzate del tutto fuori contesto o storpiate per bene (“il fu mattia bazar”, “uno nessuno e centomiglia”, “Luigi Pirlandello”, solo per citare Sei Personaggi in Cerca d’Autista). Tra le gag più riuscite è impossibile non citare la serie Padre Maronno e soprattutto il finto trailer L’Uomo Che Usciva La Gente, richiamato anche in – sì sì, ora ci arrivo – Italiano Medio.
I Maccios continuano a lavorare senza sosta (come si può vedere dal canale YouTube), tant’è che per questo 2016 è prevista l’uscita di un nuovo film, Quel Bravo Ragazzo, con Herbert Ballerina (in realtà Luigi Luciano) protagonista.
Quando nel 2015 i Maccios si cimentarono con il cinema, il rischio era il solito, comune a molti colleghi: chi regge uno sketch di cinque minuti in televisione, sarà in grado di riempire uno schermo più grande e sostenere un minutaggio decisamente maggiore? La risposta è la solita e comune a molte pellicole non dissimili: così così.
Ma “mobbasta”, parliamo del film.
Avete presente la commediola all’italiana con un protagonista stupido e superficiale che, in balia degli eventi, si ritrova a fare qualcosa di coraggioso che lo fa apparire una persona meglio, attirando le attenzioni della bella ragazza, spesso sensibile ed acculturata (colf colf)? Ecco, no. Italiano Medio è l’esatto opposto: il suo protagonista, Giulio Verme, è un uomo colto e preparato, un ambientalista, un animalista, un vegano, uno che non guarda la TV spazzatura e, che, improvvisamente, si ritrova a fare qualcosa di molto, molto stupido.
Il guaio è che Giulio Verme è anche un cagacazzi: non approva che la moglie Franca si nutra di derivati del latte, non accetta di pagare la quota condominiale per l’installazione di una parabola, non approva l’utilizzo dell’ascensore perché nuoce alla salute e consuma energia elettrica. Questo probabilmente è il primo livello della parodia messa in scena da Maccio Capatonda e compagnia bella: la derisione di chi, pur seguendo principi morali giusti e condivisibili, finisce con l’essere solo, sofferente, intollerante ed intollerabile. Per certi versi sono un po’ così anch’io, per altri probabilmente lo sei un po’ anche tu.
Giulio viene indotto dalle circostanze (che prendono le sembianze di Herbert Ballerina, qui nel ruolo di Alfonso Scarabocchi) ad assumere una compressa che fa sì che le sue capacità intellettive siano espresse al 2%, invece che al normale 20%; sì, si parodizzano pellicole come Limitless di Neil Burger o il più recente Lucy di Luc Besson. Una volta ingerita la pillola, Giulio diventa un uomo superficiale, stupido ed ossessionato dal sesso. Diventa Christian De Sica, praticamente. Questo è il secondo livello di parodia: l’italiano medio – o almeno quello rappresentato da questo ed altri (meno sarcastici e pungenti) film – è fesso, ma così fesso che solo una droga immaginaria potrebbe renderlo così fesso. Proprio questo aspetto – che potremmo chiamare “la mossa Eastwood” – ha del geniale: diverte me, che ci vedo una parodia nella parodia, ma con i suoi “scopare” e “ce l’ho buttata” diverte anche chi si sbellica con i cinepanettoni.
Italiano Medio è farcito con personaggi e storie appartenenti al background dei Maccios, ma la satira, quella vera e pungente, non manca: si passa dai reality ai calciatori scemi, dalle associazioni “contro” (qui rappresentate da “i salmoni”) a Roberto Salviamolo. Non mancano neanche i (grandi) riferimenti cinematografici: oltre a Limitless ed ai suoi derivati, si tirano in ballo L’Attimo Fuggente, Arancia Meccanica e – qui mi si punta dritto dritto al cuoricino – Fight Club. L’infanzia dello stesso Giulio viene raccontata per mezzo di un narratore esterno in un tripudio di carrellini e toni caldi, come avviene spesso nelle pellicole firmate da Wes Anderson.
È cinema? No, probabilmente no. O sì, se lo è anche Quo Vado?. Ma proprio per questo suo essere dannatamente furbo (per me) Italiano Medio è una stellina sopra l’operazione di Nunziante e forse – dico forse – se distribuzione e media ci si fossero soffermati un po’ di più, avrebbe ottenuto maggiore attenzione da parte del temibile “grande pubblico”. O forse no, per i motivi di cui ho già blaterato qui. Tanto non lo sapremo mai, ma risulta strano che per una volta in Italia la furbizia non abbia pagato.
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Io questo film, da grande fan di Marcio Catacomba, l'ho veramente adorato, mi ha fatto ridere dall'inizio alla fine e, anche se un po' furbo a livello di contenuti, mostra qualcosa di interessante anche a livello registico
Questo tipo di furbizia per me è solo un merito, eh. Tutto sommato è buona anche la fotografia, dai.
Immagino che quel "Catacomba" sia dovuto al correttore automatico, ma è uno spasso ugualmente. 😀
Recensito una settimana fa, a me è piaciuto perché nonostante sia un film scemo mette in risalto tanti dei problemi di noi italiani, facendolo poi in modo ironico e assai divertente, un prodotto italiano di una certa qualità 😉
Sì, sicuramente. È che conoscendo il Maccio io qualcosina in più la me la aspettavo e, a dirla tutta, la seconda visione (anche se ad un anno di distanza) mi ha convinta ancora meno. Un buon inizio, dai. Speriamo faccia ancora meglio in futuro.
Non mi aveva convinto, troppo già sentito e derivativo.
Ma del resto, non ho mai amato Capatonda neppure sul web.
Maccio mi piaceva tanto con i suoi corti e falsi trailer, il suo sbarco al cinema però non mi ha attirato, e ancora non ho trovato la voglia di recuperarlo… magari più avanti, chissà…
Mi piace considerare "Italiano Medio" come l'erede spirituale del primo "Fantozzi". Spero che Maccio continui così e si migliori sempre più 🙂
Non conosco Maccio Capatonda, così come all'epoca non conoscevo Zalone… guardo poco la tv e ancor meno i programmi di satira, posso solo dire che Zalone ha certamente sfruttato a suo favore il fatto di avere un contratto con Mediaset. Al resto ci ha pensato Silvio 🙂
Oh sì, ma anche nel caso dei film di Maccio Capatonda e compagnia bella c'è la Medusa di mezzo. Quant'è piccolo il mondo, no? 🙂
La febbra!!! Maccio Capatonda mi fa morire sul we, ma dici che ce lo butta bene se lo vediamo anche al cinema? AHahaha! Lo sketch dell'italiano medio era geniale, però ho il dubbio che funzioni meglio in quei 5 minuti che in un film intero. Dici che dovrei ricredermi?
Sì, funzionava meglio nei cinque minuti, ma da fan dovresti dare una possibilità anche al lungometraggio: vengono tirati in ballo anche gli altri (ormai storici) sketch e tutto sommato c'è un filo conduttore a reggere la storia. Non è male, nel complesso. È solo che il ragazzo è bravo, ma non si applica… quanto potrebbe.
Maccio alle superiori lo adoravo! Questo me lo sono perso ma voglio vederlo.
Maccio mi faceva scompisciare sul web.LA FEBBRAAAA!
Non avrei dato 1 euro per vederlo al cinema o noleggiarlo,magari vedo se c'è gratis su Netflix,10 minuti glieli concedo XD
Maccio mitico, però dal film mi aspettavo di più.
Per ridere ho riso dall'inizio alla fine, ma la serie Mario mi era parsa più riuscita. Al cinema invece può fare di meglio…
Concordo pienamente.
Speriamo lo faccia presto, questo "meglio".
gli ho voluto benissimo e durante la visione al cinema mi sono fatta risate grassissime. Si poteva fare di più? Eccome, ma come prima esperienza cinematografica Maccio merita la promozione 🙂
Non conosco Capatonda, ma lo adora il mio ragazzo, magari prima o poi…