Les Revenants – Prima Stagione (2012, Canal+)

I Ritornatori




Se questo fosse stato un progetto d’oltreoceano staremmo tutti cercando su eBay le magliette con la faccia di Victor. Invece questo show è targato Canal+ ed i suoi personaggi si chiamano Jérôme e Pierre e su alcune auto c’è scritto Gendarmerie.
Se avessi scritto questo post durante la visione della prima stagione (come in origine volevo fare), avrei fatto tutto un pippone su quante volte abbia visto in giro etichettare altre serie come “il nuovo Lost” e su quanto in realtà a me (per i primi tre episodi) sembrasse questo il nuovo Lost. Invece nel frattempo ho visto tutta la stagione e non penso più che Les Revenants sia il nuovo Lost. Probabilmente neanche se vedessi di nuovo Lost penserei di essere davanti al nuovo Lost. Ma questo non è un post su Lost, quindi la smetta, signorina Moidil.

In realtà in giro si parla già da un po’ di questa serie come de “il nuovo Twin Peaks” e le voci che la accompagnavano durante la messa in onda lo descrivevano come la risposta francese a The Walking Dead, quindi non la ho iniziata io questa catena. Andrebbe probabilmente detto che con Twin Peaks ha in comune l’ambientazione nel piccolo e claustrofobico centro urbano di periferia, mentre con The Walking Dead condivide il fatto che ci siano dei tizi che prima erano morti e che però adesso camminano; ma dato che ci sono ci metto anche che la fotografia, fredda e oscura, ricorda molto l’adorato The Killing e che da Lost, invece, prende l’ansiogena, misteriosa e delineatissima caratterizzazione dei personaggi… e quel finale per il quale vorresti andare a cercare gli autori sotto casa. Ecco, l’ho detto. Sbrigati questi banali convenevoli, va sottolineato anche che la formidabile colonna sonora che accompagna gli otto episodi di Les Revenants è opera dei Mogwai, mica di Carla Bruni.
Il pilot di questa serie si apre con un grave incidente: l’autobus sul quale viaggia parte di una scolaresca (simbolo, nella piccola comunità, quasi di un’intera generazione) finisce rovinosamente in una scarpata. Poco dopo, però, la bambina che ci era stata presentata poco prima sull’autobus come Camille ritorna a casa a piedi, infreddolita ed affamata. Mentre ci interroghiamo sul tempo intercorso tra l’incidente e la scena successiva, scopriamo che Camille (Yara Pilartz) non è l’unica ritornatora: assieme a lei ci sono Victor (Swann Nambotin), Serge (Guillaume Gouix), la signora Costa (Laetitia de Fombelle) e Simon (Pierre Perrier), giovane morto il giorno del suo matrimonio con Adéle (Clotilde Hesme). Ognuno di loro è trapassato in momenti differenti e per cause diverse, ma hanno tutti in comune una fame spasmodica, l’assenza del bisogno di dormire e questo inspiegabile (anche per loro) ritorno al loro paesino di montagna, circondato da boschi e sovrastato da una monumentale e beffarda diga. E’ proprio questo enorme impianto uno dei personaggi principali: scopriremo, tra un black out e l’altro, che la diga risulta motivo d’allarme per i tecnici addetti al suo controllo e che già in passato la cittadina aveva dovuto subire le pesanti conseguenze di un malfunzionamento del vecchio impianto.
Non manca effettivamente nulla a questa serie: dal gore al dolore per la perdita di un caro, dai drammi familiari al nudo integrale, dalla gioia del ritorno al sospetto di qualcosa d’altro, tutto viene raccontato con maestria e con un adeguatissimo utilizzo dei tempi televisivi. Non bisogna certo aspettarsi degli zombie classic school, sebbene ad un certo punto non manchino dettagli macabri sui loro corpi, i ritornatori non mangiano i vivi, non sembrano particolarmente aggressivi e (almeno per questa stagione) non presentano sul corpo i segni della loro dipartita. Les Revenants, infatti, sembra più un’analisi della comunità, delle reazioni e delle angosce dei vivi e non è un caso, probabilmente, che l’immagine più violenta dei suoi otto episodi, quella che fa venir voglia di distogliere lo sguardo, appartenga in realtà ad accadimenti tra vivi. Pullulante di metafore e misteri, Les Revenants può vantare scelte stilistiche eleganti, un’atmosfera che inquieta senza dover ricorrere agli abusati espedienti cui siamo abituati ed un cast sempre all’altezza della situazione, nel quale spiccano le interpretazioni di Céline Sallette
(Julie), del piccolo Swann Nambotin (Victor) e della bellissima Jenna Thiam (Lena).
Non mancano le cadute di stile, per carità, e quella più grande, che mi porta nuovamente a paragonarlo alla bonanima di Lost, è che, a dirla tutta, nella prima serie non viene fornita alcuna risposta agli interrogativi aperti: cosa sono loro? Perché sono tornati? E perché proprio loro? Cosa c’è dietro la botola? Sicuro che non finisce a Lost?
Ci toccherà aspettare con sussieguosa ansia la seconda stagione, in programmazione per il febbraio 2014.

FRANCIA – messa in onda: dal 26/11/2012 al 17/12/2012 su Canal+.
ITALIA – programmazione: buono a sapersi.

Ehi, grazie di aver letto sin qui. Se questo post ti è piaciuto, puoi supportarmi facendolo girare sui social e sul webbe, perché sì la felicità è reale solo quando...

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4 Comments

  1. Enrico Turrini 15/07/2013
    • StepHania Loop 25/07/2013
  2. CyberLuke 24/10/2013

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