L’estate, il caldo e le zanzare giganti, almeno su questi lidi, hanno anche un aspetto positivo che risponde al nome di Notte Horror on the Blog.
L’iniziativa, nata cinque anni fa dalla passione di un gruppo di cinefili che guarda con nostalgia al ciclo Notte Horror dei tempi che furono, è partita il 10 luglio e proseguirà fino al 28 agosto. Ogni martedì sera due diversi blog, in differenti orari (21 e 23), hanno affrontato ed affronteranno un film dell’orrore secondo il calendario che trovi più giù.
Qui e adesso trattiamo The Mist, il film di Frank Darabont, non quella scorreggia di serie tv tirata fuori da Spike qualche mese fa.
(E questa l’ho detta).
The Mist è un film horror del 2007 scritto e diretto da Frank Darabont, tratto da un racconto di Stephen King ed interpretato da Thomas Jane, Marcia Gay Harden, Laurie Holden e Toby Jones.
The Mist, il film: quando il fondamentalismo spaventa più di tentacoli dentati, vesponi, draghetti e ragni giganti (messi insieme)
Quando ho scelto questo film per il ciclo Notte Horror ero convinta fosse più vecchio di quel che è. The Mist è del 2007, ha appena 11 anni, eppure sì, ne dimostra di più. Come mai? Beh, alla fin fine è un horror low budget, dettaglio che relega i fondi per la CGI al di fuori della casellina “wow”. Ma non è questo, non solo almeno. The Mist è anche un horror classico con una struttura… classica.
Mi spiego.
A dirigere c’è la solida mano di Frank Darabont, una mano un po’ vecchia scuola (che gli Dèi benedicano la vecchia scuola!) che non si nasconde; che l’orrore lo vuole mostrare, perché ogni lasciata (fuori campo) è persa. Darabont voleva, cercava questo effetto “retrò”, tant’è che vero che per un po’ gli era venuta la fissa di girarlo in bianco e nero, questo piccolo grande film che doveva sembrare degli anni ’80.
Non dimentichiamoci che il panorama horror del 2007 proponeva Rec (♥), Paranormal Activity, Planet Terror, 28 Settimane Dopo ed un mucchio di altra roba dove si corre, si guizza, si salta, con la macchina da presa… e sulla poltroncina.
E il buon Frankie ke fa?!?
Frank Darabont, in 126 minuti, non ci infila nemmeno un jump scare.
Darabont è un po’ come quei cantanti italiani in bianco e nero, quelli con il vocione che partono dritti, sapendo che alla nota ci arrivano senza bisogno di andare in falsetto o di fare il vibrato o tutti quei dannati ghirigori con la voce. La nota sta lì, loro ci arrivano. In questo caso è l’orrore che sta lì, ma Darabont ci arriva?
Oh sì, secondo me sì.
Tratto da un “qualcosa” di Stephen King
Eh già, non poteva non esserci il suo zampino. La Nebbia è un racconto lungo barra romanzo breve scritto da Stephen King nel 1976. Nella realtà si tratta di un’opera di 125 pagine, ma poiché è firmata da King e pesa meno di 7 kg allora no, non può essere semplicemente un racconto o un romanzo, deve avere un aggettivo.
Dove andremo a finire, signora mia.
Ad adattare questo “qualcosa” di King per il cinema è stato lo stesso Darabont, che tagliando qui e lì ha seguito piuttosto fedelmente l’opera letteraria, eccezion fatta per il finale.
Ah già, il finale. Ne parliamo tra poco, promesso.
Ovviamente Stephen King ha dichiarato di amare il finale ideato da Darabont e di rimpiangere di non averci pensato lui stesso. Se ci rifletti un attimo, King ha detto la stessa cosa di tuuutte le sue trasposizioni cinematografiche a cominciare da Carrie.
Beh, di tutte tranne Shining, perché niente oh, Shining proprio gli stava sul culo. Pazienza.
(E questa pure l’ho detta).
The Mist, la trama del film
A Bridgton, nel Maine (ma va?!), un violento temporale porta a passeggio gli alberi, distrugge le rimesse e causa danni alla linea elettrica. Passata la bufera, alcuni cittadini si precipitano al supermercato locale per fare provviste. Tra questi vi sono il nostro protagonista David Drayton (Thomas Jane), suo figlio Billy, la simpatica e posata Signora Carmody e metà del cast di The Walking Dead.
D’un tratto una fitta nebbia avvolge la poco ridente cittadina, impedendo la visuale oltre le vetrine del negozio. Poco dopo il buon vecchio Dale di TWD (Jeffrey DeMunn) fa irruzione, coperto di sangue, blaterando che “qualcosa, qualcosa nella nebbia” porta via le persone. Carol di The Walking Dead (Melissa McBride), pensando di rientrare subito, ha lasciato i figli a casa da soli (la più grande ha otto anni) e senza pensarci troppo imbocca la porta e se ne va. Andrea di TWD (Laurie Holden) invece resta, per questo le viene assegnato un ruolo importante: quello di Amanda Dunfrey, un’insegnante da poco arrivata in città.
Non ci vorrà molto per capire che Dale (che qui però si chiama Dan) ha ragione: c’è qualcosa nella nebbia, qualcosa che morde, stritola, trancia. C’è di tutto nella nebbia, ma non tutti sono disposti a crederci, anche di fronte all’evidenza. Ed è proprio “credere” il verbo adatto: nel giro di poco le persone nel supermarket (che dovrebbero restare unite e far fronte comune al pericolo) si dividono in tre gruppi: credenti, non credenti ed empiristi.
Difatti gli screzi tra gli abitanti della piccola comunità rinchiusi all’interno non tardano ad affiorare. Ci si pungola, ci si minaccia, forse ci si uccide. Come nella più classica tradizione horror (e tiro in ballo La Notte dei Morti Viventi), d’un tratto non si capisce più chi siano i mostri. Sono quelle orribili creature all’esterno o le affabili persone che abbiamo di fianco? Perché quelli là fuori sono animali (molto poco terreni ma pur sempre animali) e seguono la loro natura. Ma noi, noi qui dentro, noi siamo esseri umani. Evolutissimi, civilizzatissimi, globalizzatissimi esseri umani. Qual è la nostra natura?
Frank Darabont ♥
C’è chi dice che Darabont debba la sua carriera a Stephen King, dato che i suoi maggiori successi sono stati Le Ali della Libertà e Il Miglio Verde, entrambi tratti da opere del Re del Brivido. E per carità, in parte sarà vero, com’è vero però che Frank Darabont è il più fedele adattatore di King e della sociologia dei suoi personaggi. Perché sì, King ha avuto (anche) delle ottime trasposizioni, firmate da grandi artisti, ma nessuno riesce a rendere i suoi protagonisti con pochi secondi e pochi dialoghi come fa Darabont.
Difatti in The Mist nell’arco di pochissimo già familiarizziamo con l’indole del nostro David e quella del suo odioso vicino, diffidiamo da subito dei militari e sopratutto guardiamo con sospetto alla Signora Carmody, interpretata da una Marcia Gay Harden in grado di togliere il sonno. Ci bastano pochi minuti per sentirci all’interno del supermercato assieme a loro, ci bastano pochi dialoghi per comprendere che il pericolo derivante dal fanatismo religioso non solo compete, ma supera quello derivante dai mostri esterni.
The Mist, il finale del film
Il romanzo barra racconto di Stephen King ha un finale sospeso, che si interrompe quattro giorni dopo la tempesta senza sviscerare il destino dei protagonisti.
Il film di Frank Darabont si spinge oltre di appena 5 minuti, ma si tratta di 5 minuti in grado di fare la differenza. Siamo abituati ai finali aperti e ai cliffhanger, non lo siamo ai finali che non danno né scampo né speranza. Quello di The Mist è uno dei finali più bastardi della storia del cinema, uno di quei finali che ricordi e ricorderai sempre.
E questo è più o meno tutto. Cosa ti è piaciuto del film The Mist? Ti piacerebbe leggere un post dedicato al suo finale? Se ti va, fammelo sapere nei commenti e ricorda che puoi votare questo film commentando o semplicemente inserendo da 1 a 5 stellette alla voce “voto dei lettori” nella review qui sotto. Nel frattempo puoi dare uno sguardo alle precedenti edizioni di questa iniziativa (qui nel box color cocozza) o scorrere giù giù a vedere quali amichetti hanno partecipato a questa edizione.
Link utili sul ciclo Notte Horror
Se questo articolo ti è piaciuto, potresti voler recuperare gli altri post su questa iniziativa:Notte Horror 2019: Deliria (1987), la recensione del film |
The Mist, la recensione del film
Movie title: The Mist
Movie description: The Mist, la recensione del film di Frank Darabont che ci ha insegnato che il fanatismo religioso fa più paura di tentacoli dentati e insettoni giganti.
Date published: 10/10/2008
Director(s): Frank Darabont
Actor(s): Marcia Gay Harden, Thomas Jane, Laurie Holden, Toby Jones
Genre: horror, drama
Durata: 127 minuti
Paese: Stati Uniti
- sceneggiatura
- originalità
- regia
- fotografia
- recitazione
- cuore
in sintesi
The Mist ha appena 10 anni, ma ne dimostra (volutamente) di più. Il film di Frank Darabont, tratto da La Nebbia di Stephen King, ha quel sapore retrò degli horror che vogliono mostrare l’orrore in pieno campo; ha quel retrogusto vintage che affronta i mostri fuori per farci aver paura dei mostri dentro; ha un finale spietato, amarissimo, il più bastardo della storia del cinema.
Pros
- la caratterizzazione dei personaggi;
- una Marcia Gay Harden da togliere il sonno;
- il finale più bastardo della storia del cinema.
Cons
- mpf, metà del cast di The Walking Dead;
- gli effetti speciali un po’ rudimentali.
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( review)
Notte Horror on the Blog 2018
Non perdere i prossimi appuntamenti di questa sanguinaria iniziativa:
21 Agosto
Ore 21:
Pietro Saba World
La Mosca
Ore 23:
La Collezionista di Biglietti
The Devil’s Candy
28 Agosto
Ore 21:
Redrumia
Splatters
Ore 23:
Director’s Cult
Suspiria
Infine, un ringraziamento particolare va a colui che è mente e braccio di questo progetto, The Obsidian Mirror, che quest’anno – manco a farlo apposta – ha partecipato con il film The Fog.
Ehi, grazie di aver letto sin qui. Se questo post ti è piaciuto, puoi supportarmi facendolo girare sui social e sul webbe, perché sì la felicità è reale solo quando...
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Complimenti per il tuo blog… perché non mi inserisci tra i tuoi amici e mi linki??? Te ne sarò grata.
Grazie!!!
Mi aspettavo un po’ di più, però il film è apprezzabile e il finale è straordinario.
The Mist non sarà un capolavoro, ma rimane pur sempre un film onesto, con un finale davvero bastardo! Mi ha fatto tornare un po’ indietro nel tempo…
Ciao, Ale.
Il film non l’ho visto… ma mi fa molto piacere rivedere il tuo blog!
Un abbraccio sincero 🙂
Grazie Kris!
È vero, questo posto è pieno di polvere ed erbacce… Quale migliore occasione di questa iniziativa per dare una ripulita?! 🙂
Curioso che nelle stessa edizione di Notte Horror abbiamo sia The Mist che The Fog… ^_^
Avrei voluto cimentarmi nella serie tivù ma a questo punto mi sa che lascio perdere, visto che l’hai fatto a pezzi in mezza riga…
Ahah, vero! Una Notte Horror all’insegna della scarsa visibilità! 🙂
Confermo quella mezza riga: la serie tv ha provato ad aggiungere alla storia originaria troppe sottotrame inutili e mal gestite. È stata anche cancellata, quindi difficilmente avrà un finale. Saltala a piè pari.
La tua recensione di questo film mi è piaciuta parecchio. Ho un pessimo rapporto con Stephen King, ma mi piacciono quasi sempre i film tratti dai suoi romanzi e questo, di cui praticamente tutti parlano bene, non sono mai riuscito a vederlo. Prima o poi dovrò rimediare, intanto, complimenti ancora per la recensione!
Grazie mille, Alfonso!
Uhi, mi spiace che ci siano degli screzi tra te e King… Se ti capita, però, recupera questo piccolo “vecchio” film low budget, sono sicura che ti piacerà! Ancora grazie. 🙂
Bel film, visto in tv qualche anno fa.
Hai ragione ha uno dei finali più bastardi che non si dimenticano tanto facilmente!
Non sapevo allora che fosse tratto da un racconto di King.
Se pensi per i temi che tratta (le conseguenze estreme che può portare il fanatismo religioso) è ancora così attuale.
Lo considero un horror con contaminazioni fantascientifiche… e poi quella nebbia che ricorda così tanto Fog di Carpenter.
Ciao e complimenti.
Massimiliano
Ciao Massimiliano, grazie e benvenuto.
Sì, è vero, l’elemento fantascientifico non manca, anzi. Nel film viene citata una vicina base militare sede di strani esperimenti che potrebbero aver generato o dato accesso ai simpatici mostricelli protagonisti. Onestamente non ricordo se nel racconto di King venisse accennata questa possibile causa. S’ha da rileggere. 🙂
Bel film, visto in televisione un po’ di anni fa.
Sapevo che era tratto da un racconto di King, non sapevo invece che il re non amasse particolarmente l’adattamento per Shining. 😉
Comunque anticipa o rimarca forse è il termine più corretto della pericolosità del fanatismo religioso che porta ad estreme conseguenze.
Basta guardare qualsiasi TG per capire ciò che intendo. Purtroppo.
The Mist in inglese vuol dire nebbia? E “fog” allora?
Anzi quella nebbia mi ha ricordato il film di Carpenter.
Forse “mist” vuol dire inganno… bho!? Non ho voglia di cercare sui vari traduttori nel web.
Concordo con te sul finale.
È davvero il più bastardo tra i film che ho visto e che ricordi.
Complimenti per la scelta di inserirlo dentro il calderone di Notte Horror… anche se non è proprio goliardico e trash come tanti bei film presentati fin ora. 😉
Ciao,
Max.
Ciao Max!
Sì, credo ci sia una lieve differenza di significato tra “mist” e “fog”. “Fog” è proprio “nebbia”; “mist” sta per “foschia, appannamento”, ma anche per “something that obscures understanding” (qualcosa che rende ardua la comprensione). Quindi sì, effettivamente potrebbe anche stare a significare “inganno”. Non ci avevo riflettuto, grazie per questo interessante spunto.
Grazie mille. È vero, The Mist non è perfettamente in linea con i suoi compagni di merende, ma si difende bene dai. L’anno prossimo magari tratterò Shining, raccogliendo tutte le cattiverie di Stephen King al riguardo. 😀
Ricordo bene quel finale, e comunque condivido molto di quello che hai scritto 😉
E come dimenticarlo?! 🙂 Grazie, Pietro.
Questo finale terrorizza per sempre.
Bellissima recensione.