L’Igiene Orale che Uccide
Debbie (Shelley Henning) è bella, bionda e magra, eppure, anziché andare a divertirsi con la sua amichetta del cuore, preferisce giocare con una tavola degli spiriti, infrangendo una delle regole basilari, “mai giocare da sola”. Il gioco ovviamente finisce male e Laine (Olivia Cooke), amica di Debbie sin dall’infanzia, non riesce a farsene una ragione, al punto tale da decidere, assieme a Trevor, Isabelle e Pete (già, ci sono Pete e Laine…) di contattare Debbie per un ultimo saluto attraverso la stessa tavola ouija.
Da questo momento in poi, purtroppo, non riuscirò ad esprimere nulla che non sia già stato detto su altre pellicole di genere in uscita negli ultimi anni, un po’ come Ouija non riesce a raccontare niente di nuovo, niente che aggiunga anche solo un attuale dettaglio ai numerosissimi film incentrati sulle sedute spiritiche già visti e rivisti.
Ouija, prodotto niente popò di meno che dalla Platinum Dunes di Michael Bay, dalla Universal Pictures e dalla Hasbro (sì, quella dei giochi da tavolo, che – scopro ora – commercializza le tavole ouija), vede nuovamente la coppia Juliet Snowden – Stiles White, già assieme per gli screenplay di Boogeyman e The Possession, impegnata in una sceneggiatura spenta e apatica, mentre la regia è affidata allo stesso Stiles White, esordiente dietro un’anonima macchina da presa.
La trama ripresenta il solito gruppo di adolescenti ingenui praticamente privi di genitori, la solita vecchia pazza rinchiusa in manicomio, la solita nonna che ne capisce di spiritismo e dà avvertenze che (obviously) non saranno ascoltate. In un crescendo telefonato e zeppo di salti da dolby, i personaggi poco credibili della pellicola saranno alle prese con dialoghi di una banalità disarmante e comportamenti privi di raziocinio che andranno a delineare un horror che non solo non spaventa e non sorprende, ma che addirittura non riesce a far sorridere, nemmeno involontariamente.
D’altra parte, come ha raccontato la stessa Cooke, ben metà della pellicola è stata rigirata, su richiesta della produzione, per modificare la storia e per aggiungere il personaggio della signora Zander (Lin Shaye), che si rivela l’unico in grado di dare un twist alla storia. Ma questo lavoro di taglia e cuci, in realtà, diventa palese agli occhi dello spettatore, che si trova dinanzi a più di qualche passaggio privo di logica e continuità.
Nonostante presenti un solo, sperduto, plot twist interessante (e non sfruttato al meglio), nonostante tutto sommato riesca a rendere la giusta tensione e malgrado la discreta interpretazione di Olivia Cooke (che dopo Bates Motel e The Quiet Ones – Le Origini del Male, sembra volersi specializzare in quell’espressione triste e spaventata), Ouija sembra essere solo una parentesi dimenticabile in un mare di banalità.
Ma chiediamolo agli spiriti. Ouija è un film banale e prevedibile, che offende la vostra dignità di ectoplasmi?
Ok. Grazie. Goodbye.
(Comunque qui c’è una tavola ouija virtuale, qui c’è un tizio che chiede se è pericoloso usare una ouija virtuale e qui – lo so che non c’entra nulla, ma prima o poi dovevo riportare questa cosa – c’è un tizio che risponde alla domanda “come sintetizzo la benzaldeide a partire dal benzene” con “vuoi un cracker?”).
In sala dall’8 Gennaio 2015.
Ouija (U.S.A. 2014)
Regia: Stiles White
Sceneggiatura: Juliet Snowden e Stiles White
Fotografia: David Emmerichs
Musiche: Anton Sanko
Cast: Olivia Cooke, Ana Coto, Daren Kagasoff, Douglas Smith, Bianca A. Santos et al.
Genere: horror, filo interdentale
Data d’uscita italiana: 8 gennaio 2015
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L'avevo iniziato ma mi sono appisolato. Rimedierò, ma giusto per completezza. E per la Cooke, che è davvero bravina e caruccia. 🙂
Guarda che lo dico alla Moretz! 😀
Solo ora capisco il titolo del post. Madonna, la più lunga pubblicità sul filo interdentale mai pensata 😀
Ps. La Moretz tanto non capisce l'italiano. Chloe *pernacchia*
Inizia male il 2015 cinematografico quindi…
Se si comincia da questo, malissimo.
Per fortuna a Capodanno ci aspettano Estwood, Burton e Tyldum.
Un film terribile sotto quasi tutti i punti di vista, non c'è che dire. Ho fatto una fatica enorme a finirlo, stavo quasi per addormentarmi! 🙁
Siamo in tre, solo in questo post.
Il che la dice lunga…
E dire che sentivo lontano chilometri l'odore di buddhanata. Ma la storia della Hasbro un poco mi sconcerta…
Il fatto che abbia prodotto questo film o il fatto che tra Monopoli e Taboo commercializzi le tavole ouija? Effettivamente sono sconcertanti entrambe le cose…