Questo giovedì in sala esce – rubo il titolo all’amica Poison – Cinquanta Sfumature di Minchia Brutto, quindi la totalità dei cinema di periferia sarà occupata da ‘sta roba per almeno tre settimane, visto che oltretutto la prevendita dei biglietti è iniziata ad ottobre, signora mia, ad ottobre! Noi comunque non siamo prevenduti e quindi parliamo anche di questa robaccia, assieme a un paio di cosette ben più allettanti in uscita questa settimana (che tanto non saranno programmate, ma vabbé). Ah, ieri è uscito anche Taken 3.
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Fifty Shades of Grey – Cinquanta Sfumature di Grigio
Tratto da un romanzo che hanno letto tutti quelli che normalmente non leggono, il film di Sam Taylor-Johnson (chi?) racconta la storia di Anastasia, un’ingenuotta, che di punto in bianco inizia a trombare come una maiala con il ricchissimo Christian Grey, che ne ha cinquanta. L’unico aspetto positivo, in tutto ciò, è che una volta tanto la porcata finto-romantica è servita per ciò che è. L’aspetto negativo è che a me fottesega comunque. Nelle vesti (succinte, I suppose) dei protagonisti ci sono Dakota Johnson, già vista in The Social Network con le chiappette al vento, e Jamie Dornan, fustacchione visto nelle serie televisive Once Upon a Time e The Fall. E poi trombano, insomma. Non credo ci sia altro da dire.
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Romeo & Juliet
L’ennesima trasposizione cinematografica (in realtà del 2013) della tragedia di Shakespeare vede come protagonisti Douglas Booth (Jupiter Ascending) e Hailee Steinfield (Begin Again), per sceneggiatura di Julian Fellows, sceneggiatore di Downton Abbey, ma la regia di Carlo Carlei, regista della miniserie TV Padre Pio (che io non ho visto). Riusumata per un S. Valentino alternativo, senza zozzerie, può fare affidamento su Paul Giamatti, Damian Lewis (Homeland) e – pare – una comparsata di Laura Morante. Nonostante tutto, però, Metacritic gli appioppa un 41. Attenzione, spoiler: alla fine i fidanzatini muoiono.
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Selma – La Lunga Strada per la Libertà
Selma, in Alabama, è il luogo da cui partirono, nel 1965, le marce per i diritti civili dirette a Montgomery e guidate da Martin Luther King Jr. (David Oyelowo). Selma, scritto da Paul Webb e diretto da Ava DuVernay, è invece un film nominato a destra e a manca (concorre anche per due Oscar: film e canzone), ma che fino ad ora non ha raccolto molto. Ci sono, tra gli altri, Tim Roth, Oprah Winfrey e pure Giovanni Ribisi, che forse questa volta non fa il drogato. Metascore a 89 punti, Tomatometer addirittura al 98%.
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Timbuktu
Candidato agli Academy tra i migliori film stranieri, Timbuktu racconta di una famiglia di pastori, estranea al fondamentalismo, alle prese con un paese dominato dal regime jihadista, che ha imposto il velo alle donne e vietato musica, risate e sigarette. Per una serie di vicissitudini, Kidane, il capofamiglia, uccide accidentalmente un altro pastore e deve fare i conti con l’assurda legge del regime, le sue giurie improvvisate e le sue inique sentenze. Anche in questo caso il Metascore è a 90, il Pomodorometro all’89%.
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Whiplash
Dopo aver vinto il Premio della Giuria e l’Audience Award al Sundance, ha giustamente incassato anche un Globes e tre BAFTA, oltre a ben cinque nomination agli Academy, perché Whiplash di Damien Chazelle è una bomba. Sì, l’ho già visto e l’ho trovato delizioso: è un film atipico e sublime, che ambienta la sua storia in un conservatorio e vede come protagonisti un batterista jazz (Miles Teller) e il suo severissimo professore, J.K. Simmons, già vincitore di un Globe e di un BAFTA come miglior attore non protagonista. È un film che non fa nulla per piacere (dialoghi ridotti all’osso, minuti e minuti di musica e inquadrature frenetiche, emozioni che restano empaticamente tacite) e che finisce per piacere davvero. Ma davvero davvero.
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Whiplash è una meraviglia, Selma non mi ispira affatto. Odio 'sti film a tema.
Romeo e Giulietta l'ho visto lo scorso anno: non indispensabile, ma carino. Loro due bravi, anche se non particolarmente armonici insieme, e splendide location(s). Le Sfumature, ovviamente, mi toccherà vederlo. La Mondadori, all'epoca, mi aveva proposto il libro e a "Io non faccio l'amore, io fotto senza pietà", l'avevo chiuso, nascosto e messo in vendida su Ebay. Dornan in The Fall è ottimo, ma qui – con un personaggio scritto coi piedi – di certo non potrà fare bene. Dakota la trovo carinissima dai tempi del telefilm Ben e Kate e mi ero perso le sue chiappe in Fincher. Poi si chiama come una salsiccia, quindi è un chiaro presagio. E la nonna era negli Uccelli.
Ma sei riuscito a venderlo il libro, poi? Dornan nel trailer non sembra nemmeno Dornan… poveretto. Ieri al cinema era pieno così (fa un gesto plateale, chiedendosi se possa apparire volgare) di gente in coda per le sfumature. Io ovviamente ho visto La Teoria del Tutto.