Sopravvissuti all’Azheimer ed alla morìa di cagnolini della settimana scorsa? Bene. O forse no, perché questa settimana i semaforini verdi sono in sciopero e quindi ci becchiamo una sfilza di semaforini gialli, a cominciare da Notte al Museo 3 – Il Segreto del Faraone e Pussy vs Putin, di cui non parleremo. Non parleremo nemmeno di Una Meravigliosa Stagione Fallimentare, che, essendo un documentario sul calcio e sul Bari (yawn), si beccherebbe un rosso senza indugio. E dato che ci siamo, non parleremo neanche di Gemma Bovery, film francese con Gemma Arterton vagamente ispirato al romanzo di Flaubert. Ah, e non parleremo nemmeno di Fury, la cui uscita era prevista per oggi, ma che, poiché la Moviemax (che avrebbe dovuto distribuirlo) è nel frattempo fallita, probabilmente non uscirà.
Ambé, Moidil, di che parliamo? Beh, di biopic, di italiani medi e Angeline.
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Italiano Medio
Italiano Medio è – lo dico per chi fosse stato rinchiuso in cantina negli ultimi tre anni a badare ai figli della Jolie – il debutto cinematografico di Maccio Capatonda, che si porta dietro tutto il baraccone, indicato con nomi che non conosciamo. Maccio, in realtà Marcello Macchia, è uno che ci ha fatto ridere di gusto e uno che è abituato a scrivere e montare il suo girato: non l’ultimo dei fessi, insomma. Non un comico di Zelig. A distanziare questo lavoro da tutte le cose propinateci dal Zalone e dal suo portaborse Nunziante, oltre alla natura brillante ed originale del Maccio, ci sono il fatto che sembri essere un film tutt’altro che buonista e il fatto che, dagli spezzoni visti in TV, è sembrato di vedere una vena parodistica nei confronti di Wes Anderson: una mossa che – se confermata – si rivelerebbe coraggiosa, anzi doppiamente coraggiosa proprio perché fatta in Italia. O magari è solo una coincidenza, non c’è alcuna parodia di Anderson, ma in un caso o nell’altro devo verificare di persona.
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Mr. Turner – Turner
Candidato a quattro Oscar e quattro BAFTA, Mr. Turner è… un biopic! Non vi mancavano i biopic? Erano almeno due settimane che non ne vedevamo uscire uno. Il film, diretto da Mike Leigh e presentato a Cannes nel 2014, racconta la vita di Joseph Mallord William Turner (Timothy Spall), pittore inglese vissuto a cavallo tra ‘700 e ‘800, che non doveva essere una gran bella persona, dato che maltrattava la governante e se ne andava in giro per bordelli. La leggenda vuole che fosse un anarchico e che per poter dipingere una bufera si fosse fatto legare all’albero maestro di una nave, a mo’ di Ulisse. Con un Metascore a 94 ed un Pomodorometro al 97%, Turner sembrerebbe un film da non perdere. Peccato però che di biopic abbiamo fatto il pieno.
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Unbroken
Candidato a tre premi Oscar, Unbroken è un biopic! Ma non finisce qui, perché abbiamo scoperto cosa fa Angelina Jolie quando lascia i figli al marito o a spettatori inconsapevoli rinchiusi in cantina: dirige biopic! Unbroken racconta la storia di Louis Zamperini, atleta olimpionico che, dopo un incidente aereo durante la Seconda Guerra Mondiale, fu costretto a sopravvivere assieme ad altri due compagni per quarantasette giorni su di una zattera di fortuna, per poi essere catturato dall’esercito giapponese, che lo rinchiuse in un campo di prigionia dove venne torturato per due anni. Anche se il segretario della “società giapponese per la diffusione di fatti storici” (esiste davvero, me l’ha detto Wikipedia) dice che non è vero gniente (e che il film dovrebbe essere vietato in Giappone), il Metascore è fermo a 59 punti e il Tomatometer al 50%. Nel cast c’è Finn Wittrock, recentemente visto (in mutande) in American Horror Story: Freak Show.
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Mah, mi attira tutto e niente. Turner ho paura sia noiosissimo, ma ha una fotografia splendida a dir poco, dalle immagini che ho visto; Unbroken lo vedrò per "dovere", ma la storia grossomodo è la stessa di Le due vie del destino, retorico ma corto e piacevolissimo; 'sto Maccio Capatonda lo conosco solo di nome, quindi me lo evito proprio. Al contrario, però, vedrei il film della Arterton, perché mi piace tanto lei e mi piacciono tanto le commedie francesi. So che è ispirato a una graphic novel, o così ho letto. 🙂