Ci restano pochi giorni, una manciata di ore, prima che i piccoli cinema di periferia vengano invasi ed occupati per mesi dal film sui Take That, la cui uscita è prevista l’11 Ottobre. Come? Ah, non sono i Take That? Ah, i Take That si sono sciolti? Che brutte cose, signora mia… È che questi giovani d’oggi c’hanno il disagio…
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Amoreodio – Lovehate
Amoreodio è un film italiano dal titolo terribile ispirato all’orribile vicenda di Erika ed Omar (il delitto di Novi Ligure) che affronta la denuncia sociale sul disagio dei ciovani, sul rapporto traviato genitori-figli e sulla dipendenza che un soggetto debole, se lasciato solo, può sviluppare nei confronti di una personalità forte e distruttiva. Naaa, sto scherzando. In realtà Amoreodio, il cui trailer sembra una caricatura, è un film che probabilmente guarda con tanta invidia quella roba americana in cui la Panettiere interpretava un robot che interpretava Amanda Knox. E’ un film che vedrei solo se tipo mi pagassero. Tanto.
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Class Enemy
Dallo sloveno Ron Bicek arriva una pellicola che tratta le contraddizioni del mondo della scuola e il disagio dei ciovani (questa volta potrebbe essere vero), rapportandoli alla tragica e prematura morte di una studentessa. Non so a voi, ma a me Amoreodio e Class Enemy hanno più che altro fatto venir voglia di rivedere Elephant di Gus Van Sant.
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The Equalizer – Il Vendicatore
The Equalizer è il film col cast della settimana (Denzel Washington, Chloe Moretz, Melissa Leo, il maggiore dei fratelli Wahlberg), ma è anche il tipo di film nel quale ti aspetteresti Liam Neeson e poi Neeson non c’è. Adattamento cinematografico di una serie televisiva degli anni ottanta, la nuova creatura di Antoine Fuqua (Training Day) racconta la storia di un Agente dell’Intelligence in pensione, costretto a tornare al lavoro per salvare una giovane prostituta dalla mala russa. Io comunque lo avrei tradotto con “L’Equalizzatore”.
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Io Sto con la Sposa
Altro film italiano, ma questa volta potremmo addirittura star parlando di robba bella, robba buona: Io Sto con la Sposa non è un film su di un addio al celibato dove tutti si ‘mbriacano, ma è il documentario di un viaggio, quello da Milano a Stoccolma, di un poeta siriano ed un giornalista italiano che inscenano un corteo nuziale per aiutare cinque profughi siriani da poco sbarcati a Lampedusa. Con un soggetto così è una recensione più che positiva di Lisa di In Central Perk, questa produzione italo-palestinese, con i suoi oltre duemila grandi e piccoli finanziatori, potrebbe rivelarsi molto, molto interessante.
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The Maze Runner – Il Labirinto
Tratto da un libro di James Dashner che tuuutto il mondo ha letto (tranne me), girato dall’esordiente Wes Ball (‘che ci vuole coraggio a chiamarsi così), The Maze Runner è probabilmente la classica roba young adult ambientata in un futuro distopico nel quale i giovini devono lottare per la sopravvivenza. Tipo oggi, ma senza l’iPhone 6 Plus. Personalmente ne sono attratta come da una zanzara dalla resina, e, anche se la brava Sophie parla (bene) del romanzo sul suo Laumes’ Journey (attribuendogli un otto su dieci), circa la pellicola siamo a livelli di Metascore a 56 e di Tomatometer al 64%. La brutta notizia è che è già previsto un sequel, quella buona è che nel seguito ci sarà Giancarlo Esposito (Breaking Bad).
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Tutto Molto Bello
Tutto Molto Bello è un film italiano dal titolo terribile girato da quel tizio che anni fa non sapeva parlare su MTV e che neanche adesso sa parlare, però lo fa al cinema. Purtroppo Paolo “non sa parlare ovunque” Ruffini si porta appresso, anche in questo progetto, Frank Matano, che era uno che quando faceva i gameplay e le puzzette sul tubo ci piaceva tanto, poi ha conosciuto Ruffini e Willwoosh e si è fatto traviare. Non so di cosa parli il film, ma so che c’è di mezzo l’Agenzia delle
Entrate, che forse è l’unica cosa al mondo che mi sta meno simpatica di
Ruffini. Ruffini, smettila, sono Pippo Baudo e te lo sto chiedendo con la maschera di porco.
Entrate, che forse è l’unica cosa al mondo che mi sta meno simpatica di
Ruffini. Ruffini, smettila, sono Pippo Baudo e te lo sto chiedendo con la maschera di porco.
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The Two Faces of January – I Due Volti di Gennaio
Tratto da un romanzo di Patricia Highsmith del 1964 (praticamente mezzo secolo fa), l’opera prima dell’iraniano Hossein Amini, già sceneggiatore di Drive, è probabilmente la pellicola più attesa della settimana. A renderla particolarmente intrigante è soprattutto il cast: Viggo Mortensen, Kristen Dunst e Oscar Isaac, tre pezzi da novanta che di solito scelgono bene le loro interpretazioni. The Two Faces of January racconta la storia dei coniugi MacFarland (Mortensen e la Dunst), due americani in Grecia in fuga dalla polizia, che si affidano a Rydal (Isaac), guida turistica e scicolò. Peccato risultino contraddittori quel Metacriticometro fermo a 65 e quel Pomodorometro condito all’83%.
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Winter Sleep – Il Regno d’Inverno
Palma d’Oro a Cannes 2014, il film di Nuri Bilge Ceylan (Once Upon a Time in Anatolia) racconta la storia di Aydin, ex-attore ed attualmente gestore di un albergo in Anatolia (toh!), che, annoiato dalla moglie e dalla sorella, decide di intraprendere un viaggio. Su Metacritic siamo a 83, a livello di pomodori attorno al 67%.
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