Cattivissimo Desmond
Se in The 100 i protagonisti non fossero quasi tutti pischelletti fighetti, se almeno la maggior parte degli attori che interpretano i pischelletti fighetti sapesse recitare, se non ci fossero quei due o tre (o quattro o cinque) crateri nella sceneggiatura, se The CW non si accontentasse di puntare solo al target teen, staremmo parlando della serie dell’anno. E invece no, stiamo parlando di un prodotto gradevole, con degli effetti speciali degni di nota e con Desmond (Henry Ian Cusick, Lost) che fa il cattivone.
Il Plot di Base
Cento anni fa una guerra nucleare globale ha reso la Terra un posto un tantino più invivibile di quello che conosciamo oggi. Gli umani sopravvissuti, che al culmine della nuclearità (what?) si trovavano su tredici stazioni spaziali, si sono organizzati in un’unica struttura che ha preso il nome “The Ark” (L’Arca). Le leggi de L’Arca (ruleees, guys, ruuuleees!) sono molto severe: tipo se stai sul culo a qualcuno oppure se ti scaccoli in maniera inappropriata oppure se ti accorgi che entro breve l’ossigeno della stazione potrebbe finire e vuoi dirlo a tutti, allora ti tocca l’espulsione (cioè ti fanno uscire un attimo nello spazio). E’ questo il caso di Jake Griffin, la cui figlia Clarke, nell’intento di continuare l’opera di informazione iniziata dal padre volante, è stata imprigionata assieme ad altri novantanove pischelletti fighetti. Tempo dopo, convintosi della veridicità delle parole del Griffin volante, il Consiglio de L’Arca, capitanato dal Cancelliere Theolonius Jaha (Isaiah Washington, Grey’s Anatomy), decide di inviare i 100 baby-detenuti sulla Terra con un duplice scopo: usarli come cavie per verificare la vivibilità della Terra ed eliminare duecento polmoni succhia-ossigeno dalla stazione.
Un gruppo di sconosciuti si ritrova così catapultato in un ambiente selvaggio ed ostile, alla prese con la ricerca di cibo e riparo, il tentativo di ripristinare le comunicazioni radio e con la possibilità che quel luogo, apparentemente disabitato, abbia già i suoi ospiti. Sì, il grande richiamo è proprio quello (anche se il fumo nero diventa nebbia tossica e l’orso polare un cervo con due teste), che non si appalesa solo nella trama nuda e cruda, ma anche nella costruzione della storia, nella quale lo spettatore si ritrova a conoscere i personaggi ed il loro passato poco per volta ed in cui sono sparpagliati numerosi cliffhanger, su tutti quello grosso e riuscito del season finale.
Desmond
Sì, lo avevo già detto.
SO & SO
Approdati malamente sulla Terra, i
100 (che 100 non son già più) sono alle prese con la ricerca di cibo e
riparo, ma soprattutto con la costruzione di una nuova società. Si
contrappongono così le idee politiche di Bellamy Blake (Bob Morley), esponente del partito La Casa delle Libertà (il suo motto sembra essere “facciamo un po’ come cazzo ci pare”, come negli spot di Guzzanti del tempo che fu), e quelle di Clarke Griffin, grigia esponente del partito dell’austerity e del ruleees, guys, ruuuleees!. Purtroppo la violenza della loro diatriba politica non andrà mai oltre un qualsiasi serale di Porta a Porta.
100 (che 100 non son già più) sono alle prese con la ricerca di cibo e
riparo, ma soprattutto con la costruzione di una nuova società. Si
contrappongono così le idee politiche di Bellamy Blake (Bob Morley), esponente del partito La Casa delle Libertà (il suo motto sembra essere “facciamo un po’ come cazzo ci pare”, come negli spot di Guzzanti del tempo che fu), e quelle di Clarke Griffin, grigia esponente del partito dell’austerity e del ruleees, guys, ruuuleees!. Purtroppo la violenza della loro diatriba politica non andrà mai oltre un qualsiasi serale di Porta a Porta.
No Abruzzi, No Party
Purtroppo i criminali inviati sulla Terra sono, nel migliore dei casi, pataccari da navicella spaziale. Non c’è neanche, che so, un John Abruzzi o un Theodore Bagwell (Prison Break) che avrebbe reso la narrazione estremamente più interessante (e violenta). Tuttavia quest’aspetto non può essere contestato, dato che le premesse lasciano intendere che un Abruzzi o un T-Bag sarebbe già stato lasciato a zonzo nello spazio da tempo… però, ‘nsomma, almeno un assassino seriale di Ovetti Kinder?!
Tirannia, No, Brutta
Nello scorrere dei tredici episodi di questa prima stagione, The 100 dissemina qualche indizio vagamente impegnato: una delle pischellette fighette, Octavia Blake (Marie Avgeropoulos), si scopre essere stata imprigionata con la sola colpa di essere una secondogenita in una società che non ammette più di un figlio; più tardi su L’Arca la situazione si fa talmente grave da far sì che il Consiglio debba prendere in considerazione una decimazione e decidere quale classe lavorativa sia sacrificabile e quale sia indispensabile. Aspetti, questi, profondamente interessanti, che purtroppo restano marginali e trattati superficialmente. Peccato.
PLEASE DON’T
Tra Teen e Soap
Questa prima stagione ogni tanto si perde in storyline amorose adolescenziali del tutto inutili ed inefficaci ai fini della trama, che finiscono non solo con l’annoiare, ma anche con l’oscurare ciò che di buono la serie ha da offrire.
Belli Belli in Modo Assurdo
A fronte di una popolazione adulta quasi normale (ok, Desmond era bellissimo, ma Cusick è un tipo, diciamo), i pischelletti fighetti sono davvero tutti troppo belli per essere veri. Anche volendo far finta di capire che l’assenza di gravità potrebbe rendere anche noi più belli tra cento anni, poi ci si ritrova davanti i terrestri, il cui principale esponente sembra appena uscito da Mister Olympia.
Clarke Assomiglia a Mariella
Clarke Griffin (l’odiosa Eliza Taylor-Cotter) mi ricorda Mariella, la bambina che alle elementari mi soffiò, per un solo punto, il compasso dato in premio per la gara di tabelline.
Nella speranza che The CW raddrizzi il tiro e si accorga che non abbiamo tutti sedici anni, The 100 è stato rinnovato per una seconda stagione, che andrà in onda in U.S.A. a partire dal 22 Ottobre 2014.
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The 100 – Season 1 (U.S.A. 2014)
Ideato da: Jason Rothenberg
Basato su: The 100 di Kass Morgan
Sceneggiatura di: Jason Rothenberg, Kass Morgan et al.
Regia di: Dean White, P.J. Pesce et al.
Cast: Eliza Taylor, Henry Ian Cusick, Paige Turco, Isaiah Washington, Thomas McDonnell et al.
Genere: drama post-apocalittico, marielle teen
Programmazione in U.S.A.: dal 19/03/14 all’11/07/14 su The CW
Programmazione in Italia: dall’1/10/2014 su Premium Action
Se (proprio) ti piace guarda anche: il suo grande richiamo.
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L'ha visto mio padre, pensa te, e si è discretamente divertito.
Penso che concorderebbe 🙂
In realtà io l'ho visto dietro consiglio materno…
Forse ho sbagliato tutto: il target non è teen!
la protagonista è davvero odiosa.
la serie è the-cente 🙂
😀
Personaggi e dialoghi sono a livelli trash, stereotipi su stereotipi. I costumi fanno ridere: giacchette e scarponcini alla moda abbinati a guantini senza dita borchiati molto glam.. È inguardabile.
Dal punto di vista sartoriale non posso che darti ragione, ma anche dal punto di vista attoriale si tocca spesso il fondo. A livello di intreccio, però, qui e lì salta fuori qualcosa di valido. Certo è che, sì, in giro c’è di meglio. 🙂
Leggendo “Nella speranza che The CW raddrizzi il tiro e si accorga che non abbiamo tutti sedici anni” si capisce che valore possa avere la tua recensione. La serie è del genere “teen” quindi non ha senso il tuo commento. Sono d’accordo con te sulla recitazione e che alcune cose potevano essere trattate in maniera meno superficiale, però devo dire che la tua recensione è stata superficiale quanto quelle.
Caspita, mi spiace che la pensi così. Quella dei sedici anni voleva essere solo una battuta, evidentemente malriuscita.
Per carità, è una serie destinata principalmente ad un pubblico “teen”, ma non credo che basti questo a definirla e per questo non mi sono fermata lì in questa pseudoanalisi.