La Recensione della Terza Stagione di The 100: non chiamatelo guilty pleasure, perché una buona realizzazione, degli ottimi spunti ed un uso intelligente del cliffhanger ne fanno una serie da seguire con piacere e senza vergogna.
La terza stagione di The 100 si è conclusa poche settimane fa negli States, portando con sé, purtroppo, un notevole calo degli ascolti che per un attimo ha fatto vacillare la certezza di una successiva stagione. La ragione del disinteresse del pubblico è lapalissiana: Lincoln (Ricky Whittle), nella maggior parte di questi sedici episodi, viene mostrato vestito. I telespettatori americani sono stati disorientati da questa scelta e poco ha potuto fare la svolta lesbo-qualcheccosa già accennata nella precedente stagione. Comunque, nonostante i vestiti di Lincoln e i baci saffici, al momento non c’è nulla da temere: The CW ha già rinnovato la serie per una quarta stagione. La terza stagione, che stiamo per analizzare, andrà in onda da noi su Premium Action (Mediaset Premium) a partire dal 18 settembre.
Dove eravamo rimasti?
Nel doppio season finale della seconda stagione, Blood Must Have Blood, Lexa, comandante dei terrestri, tira uno di quei bidoni che ti ricordi a vita mollando Clarke e la “Sky People” (tipo Jem e le Holograms) a fare i conti con la gentaglia di Mount Weather. Dopo aver visto ogni piano sfumare, Clarke, con la mano di Bellamy come comparsa, irradia l’ultimo piano dell’edificio, sapendo che i suoi si salveranno in quanto immuni alle radiazioni, ma condannando a morte tutti gli abitanti della montagna (tra i quali la povera Maya). Dopo questo gesto Clarke si condanna volontariamente all’esilio. Nel frattempo il Consigliere Jaha, sempre più suonato, se ne va in giro inseguendo un drone in un prato un giorno che aveva rotto col passato.
The 100 – Terza Stagione: L’Analisi Semaforizzata
☛ Yeah Bitch
La Componente Femminile
Sia chiaro: i personaggi di The 100 a livello generale non godono di un grande spessore, eppure tra quelli che animano la serie sono le donne a farla da padrone: nella “Sky Crew” abbiamo una meccanica abilissima (Raven, Lindsey Morgan), un medico in grado di fronteggiare qualsiasi emergenza, una guerriera impavida e incazzosa (Octavia, Marie Avgeropoulos). È tra i terrestri (Grounders) che, però, avviene il miracolo: abbiamo già avuto modo di conoscere Lexa, il Comandante (Alycia Debnam-Carey), ma scopriamo che anche il primo comandante, Bekka Pramheda, era una donna e che, ad ogni Conclave, uomini e donne se la giocano ad armi pari, anche se tendenzialmente vincono le donne…
A livello generale gli uomini nel frattempo bevono, si drogano coi chip e provocano guerre. Non se la prendano i maschietti all’ascolto: l’introspezione dei personaggi è comunque irrisoria ed il personaggio più insopportabile, in onore alle quote rosa, resterà sempre quella saputella Clarke (Eliza Taylor).
A.L.I.E.
Quando compare sullo schermo, a causa di quella sua aria sicura e quel suo vestito rosso, A.L.I.E. – interpretata da Erica Cerra – ricorda un po’ la Melisandre di Game of Thrones. I collegamenti tra le due serie – anche se il paragone non regge – sono molteplici ed è facile accostare questa “City of Light” a quel “Lord of Light”. Tuttavia dopo poco è chiaro che siamo in tutt’altro contesto: A.L.I.E. è un’intelligenza artificiale (creata – ovviamente – da una donna) estremamente pericolosa, che riesce in determinate circostanze ad assoggettare completamente il cervello umano. La sua storia, sviluppata nella seconda parte di questa stagione, si rivela come uno dei principali punti di forza della narrazione e funge sia da collegamento che da spiegazione all’origine dell’Arca. Un colpo decisamente ben assestato dagli…
“The night is dark and full of terrors”.
☛ So & So
Sceneggiatori da Strapazzo
Il quantitativo di avvenimenti narrati in ogni stagione di The 100 potrebbe riempire almeno tre stagioni di una serie “normale”. Il team di sceneggiatori, capitanato da Jason Rothenberg, infarcisce ogni episodio di corse contro il tempo e cliffhangeroni che levati; senza trascurare il fatto che le idee alla base sono molteplici e succulente: una Terra sconosciuta ed ostile non tanto nel suo contenuto radioattivo quanto in quello bellico, cui in questa stagione si aggiunge una intrigante lotta di potere tra le tribù aborigene.
È interessante la numerologia di riferimento: dodici erano le stazioni dell’Arca, come dodici sono i clan terrestri, anche se in questa terza stagione si paventa la possibilità che ci fosse una tredicesima stazione e che possa esserci l’affiliazione di un tredicesimo clan. Intriganti sono anche i giochi di parole (che portano da “Polaris” a “Polis”, da “Heda” a “Pramheda”) ed il filo logico che, passando attraverso la glaciale A.L.I.E., collega la prima comandante alla predestinazione per l’elezione dei nuovi (che devono avere il sangue del colore della notte, “Nightblood”). Peccato però che ci sia una…
Superficialità di Fondo
Come detto, The 100 in generale si dimostra una serie ricca di tematiche importanti, peccato che però queste stesse tematiche siano spesso confuse e mal sviluppate. Questa terza stagione nello specifico raggiunge un buon livello anche con la storyline di Luna (Nadia Hilker, che speriamo di rivedere in futuro) ed i collegamenti tra l’apocalisse che costrinse la “Sky Crew” sull’Arca ed un mondo virtuale tanto sicuro quanto sterile (degno di nota il doppio season finale, Perverse Instantiation). Tutta questa carne al fuoco, però, non ha il tempo di cuocere: le rappresaglie belliche, gli assedi, i concili si risolvono spesso nel giro di un solo episodio, come se Rothenberg & Soci non avessero tempo e voglia di soffermarvisi. More is less?
Il Fattaccio Brutto
Il 3 marzo negli States si è scatenato un putiferio mediatico: un personaggio cardine viene stupidamente ucciso nel minutaggio conclusivo del settimo episodio di questa stagione, Thirteen. Dato che il tutto mi è stato spoilerato dalle testate americane prima ancora che vedessi la puntata, non ti sottoporrò allo stesso trattamento rivelandoti il perché ed il per come dell’indignazione del pubblico. Dirò solo che, se come me hai vissuto abbastanza a lungo da conoscere i meccanismi delle serie TV, sai che a volte un ingaggio ne tronca un altro. Amen.
Tuttavia Jason Rothenberg qualche giorno dopo ha scritto una lettera pubblica di scuse, proprio come la FOX un paio di giorni fa per il famigerato poster di X-Men Apocalypse. A livello personale queste faccende mi mettono tanta tristezza: mi sembra di essere di fronte ad un Misery Non Deve Morire in cui il ruolo di Kathy Bates è in mano ad una manica di fanatici da social network incapaci di interfacciarsi con la fiction. Quel personaggio lì aveva dato tutto quello che poteva dare (per certi versi anche di più…) ed è proprio dalla sua dipartita che si dipanano gli avvenimenti che portano agli episodi migliori della stagione. Ari-amen.
☛ Please Don’t
COSE DA RAGAZZI
Se nella prima stagione il fatto che le sorti del mondo fossero in mano ad un manipolo di regazzini era giustificato (c’erano solo loro), adesso che buona parte degli abitanti dell’Arca è approdata sulla Terra non vi è modo di spiegare perché gli adulti dotati di raziocinio si contino sulla punta… del dito (giusto il Kane di Henry Ian Cusick, Desmond di Lost). La madre di Clarke (Page Turco) continua a prendere decisioni prive di senso, l’ex-Consigliere Theolonius Jaha (Isaiah Washington) è tutto preso dalla faccenda della Città della Luce, la mamma di Monty (sì, vien fuori anche lei) è ossessionata dalla Lega Nord, il che ci rimanda a…
SALVINI NERO
Sarà vero? Dopo Miss Italia nera Salvini nero? Eh già, questa terza stagione di The 100 non si fa mancare neanche il politico ottuso e guerrafondaio, ovviamente adulto ed ovviamente maschio, interpretato da Michael Beach. Peccato però che a dispetto dell’ottimo spunto nascosto nel personaggio di Charles Pike, non ci sia la giusta analisi socio-politico-economica (eh?) dietro la sua ascesa. Il leghista che vien dal cielo poteva essere uno degli spunti più interessanti dell’anno seriale, invece Rothenberg & Soci lo buttano via come avrebbe voluto fare Bossi con la bandiera italiana. Peccato.
☛ CONCLUSIONE
Al di là dei difetti di cui abbiamo ampiamente parlato, non definirei The 100 un guilty pleasure, perché di guilty c’è ben poco: una buona realizzazione, degli spunti niente male ed un uso intelligente del cliffhanger fanno di questo prodotto una serie da seguire con piacere e senza vergogna. Certo, un utilizzo più acuto del ritmo, una maggiore attenzione per i personaggi e una minore voglia di strafare potrebbero aiutare The 100 a compiere il salto di qualità.
Come detto in apertura, la serie è già stata rinnovata per una quarta stagione, so… “may we meet again“, regà.
☛ Leggi anche la recensione della seconda e della prima stagione.
- Sceneggiatura
- Realizzazione
- Personaggi
- Recitazione
- Originalità
- Cuore
in sintesi
La terza stagione di The 100 presenta delle tematiche interessanti, che però sono spesso confuse e mal sviluppate. Ma non chiamatela guilty pleasure: una buona realizzazione, degli ottimi spunti ed un uso intelligente del cliffhanger fanno di The 100 una serie da seguire con piacere e senza la minima vergogna.
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( votes)The 100 – Terza Stagione | La Scheda
- Titolo originale: The 100
- Nazione: U.S.A.
- Anno: 2016
- Ideato da: Jason Rothenberg
- Basato su: The 100 by Kass Morgan
- Sceneggiatura di: Jason Rothenberg, Kira Snyder, Charlie Craig, Kim Shumway et al.
- Regia di: Dean White, P. J. Pesce, Ed Fraiman, Matt Barber, John Showalter, Mairzee Almas et al.
- Fotografia: Michael C. Blundell
- Montaggio: Scot J. Kelly, Sara Mineo, Jeff Granzow e Martin Bernfeld
- Musiche: Tree Adams
- Cast: Eliza Taylor, Alycia Debnam-Carey, Bob Morley, Henry Ian Cusick, Isaiah Washington et al.
- Numero episodi: 16 da 42 minuti l’uno (terza stagione)
- Genere: azione, avventura, drama post-apocalittico coi pischelli
- Programmazione in U.S.A.: dal 21/01/16 al 19/05/16 su The CW
- Programmazione in Italia (pay): dal 18/09/16 al 6/11/16 su Premium Action
- Se ti piace guarda anche: boh, una serie teen?
- Sottotitoli in italiano: Italiansubs.net, Subsfactory.it, Subspedia.tv
- Sito ufficiale e trailer.
Ehi, grazie di aver letto sin qui. Se questo post ti è piaciuto, puoi supportarmi facendolo girare sui social e sul webbe, perché sì la felicità è reale solo quando...
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A me è sempre piaciuta molto, e stagione dopo stagione vedo una netta maturazione nella narrazione, anche se riconosco che i difetti di cui parli sono presenti e ci sono ancora molti margini di miglioramento. Però… sarei stato anche più generoso coi voti 🙂
In ogni modo, bellissima recensione complimenti!
Grazie mille!
È vero, forse meritava qualcosina in più… Anzi, io le darei anche un’intera stellina in più se riuscisse a domare quella frenesia nella sceneggiatura. Incrociamo le dita per la quarta stagione. 🙂
Wow, era proprio questo che stavo cercando! Finalmente una rece che non ne parla male! Grazie all’admin del sito.
Grazie a te, Larry, per il tuo commento! 🙂
Ciao. Temo che il tuo sito abbia problemi di compatibilità. Quando lo apro con Safari non ci sono problemi, ma quando lo apro con I.E. non lo visualizzo correttamente. Volevo solo avvisarti.
Oltre a questo, blog interessantissimo!
Ciao! Grazie, sia per il complimento che per la segnalazione. Provvederò a far presente il problema al mio webmaster (che sono sempre io). 😀
E’ la miglior serie TV di questo genere che potete vedere. Non date ascolto a certe revcensioni di pseudo esperti. Guardatela. La Stagione 5° appena conclusa e’ IMMENSA! Non ho visto nulla di piu’ intenso e emozionante in uans erei TV dove si coniuga fantascienza passato futuro modernita’ e antichita’. Guardatela! Aspetto con ansia la 6°
Sono giusto di qualche anno in ritardo e probabilmente non sarò calcolata, sono ai primi episodi della quarta e mi sono legata le mani per non trovare spoiler.
Oggi però ho ceduto per trovare qualche recensione a dare adito ai miei giudizi, tutto ciò che scrivi è simpatico e veritiero ma… i dialoghi?! Come si fa a non dire nulla di dei dialoghi così vacui, inutili e vuoti?
L’unica cosa che dice da sempre Clarke è ‘for my people’ ‘thank you for saving me’.
Daje no, un po’ di fantasia, di sostanza.
Dovevo dirlo,
Comunque non riesco a staccarmici.