La Recensione del Primo Episodio di This Is Us: Se la vita ti dà limoni, fatti una bella limonata (S. King)
È stato trasmesso il 20 settembre il primo episodio della nuova serie targata NBC, This Is Us, il family drama ideato e scritto da Dan Fogelman (Galavant) e diretto dai registi Glenn Ficarra e John Requa (Crazy, Stupid, Love). Nonostante una sinossi sulla quale non avrei puntato un centesimo, l’episodio pilota si rivela intrigante, piagnone quanto basta e inaspettatamente furbetto.
Non sono un’appassionata di family drama, forse perché i drammi familiari, in un modo o nell’altro, li viviamo tutti. Per questo il mio mondo seriale è popolato di draghi, zombie, hacker, agenti segreti e serial killer. Ovviamente non vi è (e posso azzardare la previsione che non vi sarà) nulla di tutto ciò in This Is Us, eppure nel primo episodio di questa nuova serie c’è qualcosa che incanta. Forse è la semplicità di fondo, forse quel pizzico di brio nei dialoghi, forse quei personaggi “alti alti”, ma This Is Us convince ancor prima del plot twist finale.
Un plot twist in un family drama? Già.
Forza Nino Milo!
L’episodio (e quindi la serie) si apre con una simpatica precisazione, cui seguono le chiappe di Milo Ventimiglia. Di entrambe abbiamo una diapositiva, anche se le seconde avevamo già avuto modo di notarle nel trailer. Il trailer – ricordiamolo – all’epoca degli Upfronts 2016 ha battuto ogni record, con 16 milioni di visualizzazioni in 48 ore.
This Is Us, infatti, racconta la vita di persone diverse, residenti in differenti città degli States, accomunate dal giorno di nascita. Nel primo episodio ricorre il trentaseiesimo compleanno dei protagonisti, che andiamo ad analizzare:
I Protagonisti
- Jack
Interpretato da Milo Ventimiglia, Jack è innamoratissimo della moglie Rebecca (Mandy Moore). Nel giorno del suo compleanno Jack assisterà e supporterà Rebecca alle prese con un complicato parto trigemellare. - Kate e Kevin
Kate e Kevin sono due gemelli molto diversi tra loro. Kevin è un attore frustrato, alle prese con una terrificante sit-com (che Ryan Gosling non farebbe mai) mentre sogna ben altro tipo di interpretazioni. Kate è una ragazza con evidenti problemi di peso, costretta ad un perenne conteggio delle calorie che la separa dalla serenità. Kevin e Kate sono rispettivamente interpretati da Justin Hartley (Revenge) e Chrissy Metz (AHS: Freak Show). - Randall
Randall è invece un uomo di successo ed un marito e padre esemplare. Dopo anni di ricerca, Randall riesce a scoprire l’identità del suo padre biologico. È interpretato da Sterling K. Brown, fresco fresco di Emmy per The People v. O.J. Simpson: American Crime Story.
Personaggi e Dialoghi
Attorno ai protagonisti ruotano altri personaggi, ugualmente convincenti: abbiamo a che fare con il Dottor Katowsky (Gerald McRaney, House of Cards) e la sua fissa per la limonata, ma anche con William (Ron Cephas Jones, Mr. Robot) e la sua disarmante sincerità. Per non parlare di Toby (Chris Sullivan) e di quella simpatia che solo i chiattoni possono sfoggiare.
Tutti i personaggi, anche se non brillano per originalità, risultano ben scritti e ben caratterizzati. Il loro interagire è farcito con dialoghi freschi e veloci, che qui e lì sembra stiano per cadere nel buonismo melenso ma che vengono subito reindirizzati dall’incatenarsi degli eventi.
Perché – ehi – è pur sempre un drama. E nei drama succedono cose tristi.
Fogelman, ideatore e sceneggiatore, durante la fase di produzione ha descritto This Is Us come una ventata di ottimismo e lo ha paragonato ad una versione dramedy di Lost. Nella nuova serie della NBC non si spostano le isole con una leva, eppure c’è effettivamente qualcosa – soprattutto in quel finale di episodio – che rimanda a quelle stesse sensazioni vissute oramai un decennio fa. Sarà forse Kate, il personaggio che più mi ha convinta ed esatta antitesi della Kate Austen di Lost, raccontata – finalmente! – senza pietismo e derisione? Sarà quel Randall, così realizzato eppure così insoddisfatto? O sarà quella costruzione anomala, furbissima ed al contempo così attenta?
E qui veniamo al punto: se non hai visto l’episodio salta il paragrafo che segue sino alla barretta verde.
Il Colpo di Scena Finale
Quando arriva ti chiedi come hai fatto a non pensarci, come mai hai smesso di chiederti quale fosse il collegamento tra i protagonisti diversi minuti prima, come cavolo hai fatto a farti fregare da un family drama. I dettagli c’erano tutti, disseminati in maniera scaltra, eppure niente, tu non ci hai pensato. C’è voluta una sigaretta per illuminarti.
Durante i quarantadue minuti dell’episodio vediamo i tre nuclei di personaggi come universi paralleli, ci convinciamo (o ci distraiamo?) del fatto che la connessione tra loro derivi solo dal giorno del compleanno. Non serve neanche che Jack faccia notare a Rebecca che i loro figli nasceranno nel suo stesso giorno per destare un campanello d’allarme. Questo perché siamo convinti di assistere a racconti ambientati nel presente.
La Costruzione, tra Scrittura e Montaggio
Nell’episodio Jack e Rebecca sono mostrati dapprima in un appartamento in fase di trasloco. Nulla attorno a loro potrebbe suggerire una connotazione temporale. Neanche addosso a loro ci sono indizi a riguardo: lei indossa degli indumenti premaman senza tempo, lui è completamente nudo (più senza tempo di così…).
Successivamente la loro narrazione si sposta in ospedale, dove un camice è un camice. L’unico personaggio che potrebbe aiutarci è ancora una volta Jack, che però è vestito di jeans. Un jeans è un jeans.
Torniamo a Randall ed al suo tanto anomalo quanto tenero rapporto con il padre naturale, William, che non riesce a capacitarsi di aver abbandonato il figlio in una caserma. Il montaggio torna a Kate e Kevin, che ricordano quella faccenda della limonata che tirava sempre in ballo il padre. Limonata? Ehi, asp…
Non esiste un limone tanto aspro da non poter essere trasformato in qualcosa di simile ad una limonata.
Siamo di nuovo con Jack, a guardare i neonati nel reparto ostetricia. Gli si avvicina un uomo e – fetenti – non ci fanno vedere sin da subito com’è vestito. Lo fanno parlare con Jack ed è lì che lui racconta di essere un pompiere. Ha appena portato in ospedale un neonato abbandonato nella sua caserma. Pompiere? Neonato? Sospensione. Il vigile del fuoco offre una sigaretta a Jack, che rifiuta. La camera indugia. Il pompiere si accende la sigaretta. Una sigaretta? In ospedale? No, dico, una sigaretta in un luogo pubblico? L’inquadratura si allarga e… boom, siamo a fine anni ’70.
Fogelman, i registi Ficarra e Requa, ma anche un montaggio studiatissimo ce l’hanno fatta sotto al naso.
Le Premesse per i Prossimi Episodi
Ciò che unisce i protagonisti di This Is Us non è tanto il giorno del compleanno quanto una stretta parentela. Kate, Kevin e Randall sono in realtà fratelli. Jack e Rebecca sono i loro genitori. Questa svolta lascia quindi presupporre che nei prossimi episodi non avremo a che fare con un misticismo da zodiaco, ma con un vissuto comune passato che si riverbera sul presente e probabilmente sul futuro.
Ascolti Record e Full Season
Dopo la messa in onda del pilot, visti gli ascolti (oltre i 10 milioni di spettatori), la NBC ha deciso di estendere la prima stagione a 18 episodi, contro i 13 inizialmente previsti. Dan Fogelman si è dichiarato entusiasta della decisione ed ha affermato che l’intento iniziale era proprio quello di sviluppare la narrazione in 18 capitoli.
Solitamente questo “allungare il brodo” non depone a favore della riuscita di una serie televisiva. Eppure questo This Is Us, nel suo non raccontare nulla di nuovo – raccontandolo meglio – sembra promettere grandi cose.
Nel frattempo il secondo episodio, trasmesso il 27 settembre e seguito da quasi 9 milioni di spettatori, sembra essersi rivelato all’altezza delle aspettative, tant’è che la NBC ha deciso di spostarne la programmazione al lunedì in prima serata. Il terzo episodio, Kyle, andrà infatti in onda l’11 ottobre.
☛ Leggi Anche: il Calendario delle Nuove Serie TV
- Possibilità di Successo - 69%69%
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- Soggetto e sceneggiatura: Dan Fogelman
- Regia: Glenn Ficarra e John Requa
- Cast: Milo Ventimiglia, Mandy Moore, Sterling K. Brown, Chrissy Metz, Justin Hartley, Ron Cephas Jones et al.
- Genere: dramedy, family drama, se piagne
- Episodio: Pilot, 1×01
- Durata: 42 minuti
- Episodi previsti: 18 da 45 minuti l’uno (prima stagione)
- Programmazione in U.S.A.: dal 20 settembre 2016 su NBC
- Programmazione in Italia: dal 21 novembre su Fox Life
- Se ti piace guarda anche: Gilmore Girls (2000-2008), Brothers & Sisters (2006-2011).
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Mi ha emozionato tantissimo.
Semplice, ma intenso.
Speriamo mantenga!
Il secondo episodio sembra essere all’altezza del pilota. Li aspettavo al varco proprio per vedere come se la sarebbero giocata dopo il colpo di scena e… se la sono giocata più che bene. Anche lì negli ultimi minuti c’è un “plot twistino” non male…
Il primo episodio ha davvero conquistato tutti… una sorpresa, assolutamente inatteso da parte mia. Non avevo la minima intenzione di cominciare a guardarlo, ma credo che mi toccherà farlo 🙂
Una sorpresa anche per me: con quella sinossi (e quella sparata su Lost) non mi aspettavo niente di che. E invece – mannaggialloro – ci toccherà aggiungere un altro titolo alla lista delle serie da seguire. 🙂
Articolo interessante, grazie.
Grazie a te! 🙂
Ciao 🙂 Devo ancora capire cosa ne penso, visto l’episodio pilota e durante la visione nutrivo sentimenti contrastanti e non dipendeva dalla digestione. Molte cose un po’ mi irritavano, in senso pacato. La “ventata di ottimismo”. I buoni sentimenti, la figura paterna in generale. Mi appariva tutto così edificante. Tuttavia questo lato zuccheroso veniva per fortuna ogni tanto smontato dalle battute stesse. Da una certa autorironia del tipo “Non ti sembra una situazione ridicola?” o “Perché devo recitare queste battute?!”. Poi il finale, quello in effetti ha catturato una certa attenzione ed ha risollevato il punteggio raffigurato in alto a destra del mio campo visivo. Il finale mi ha anche ricordato un film che aveva la medesima svolta ma credo che non mi ricorderò mai il titolo. A meno di una svolta.
Sì, capisco il tuo punto di vista. Anzi, ti anticipo che proseguendo nella visione quella figura paterna lì diventerà sempre più irreale e fastidiosa. Il guaio – ovvero quello che mi spinge a continuare a seguire questa serie – è che è scritta piuttosto bene e montata ancora meglio. Non avrei mai pensato di dirlo, ma… aiuto, sono tenuta in ostaggio da un family drama! 🙂