The Golden Compass, di Chris Weitz

Qui le cose sono due: se si va al cinema sapendo di star per vedere un film del regista di American Pie si potrà trovarlo gradevole, ma se invece si va per vedere uno dei fantasy più sbandierati della storia (“dai produttori de Il Signore degli Anelli”, oooh!) probabilmente si resterà un po’ delusi. Non voglio dire che sia da buttare, eh, per carità, le animazioni, gli effetti visivi e le ambientazioni sono spettacolari (spero che gli autori di Lost non abbiano visto il combattimento Achille vs. Ettore versione orso polare…), Nicoletta Kidman è bellissima e bravissima, ma è un po’ troppo sorridente la marmocchia Dakota Blue Richards (Blue?) e di Coso Craig è meglio non parlare… Poi Serafina Pekkala è il top del top, avrei voluto chiamarmi io Serafina Pekkala. Il guaio è che con 180 milioni di dollari hanno sì realizzato un signor fantasy, ma che manca di emozione, di immedesimazione, di sentimento (le scene della “mutilazione” non erano poi così coinvolgenti) e, sebbene non abbia letto Queste Oscure Materie (a questo punto mi piacerebbe farlo) la trama, scusate tanto, mi è sembrata un po’ scarna. Il fatto che, a quanto pare, è stato volutamente eliminato ogni riferimento religioso dalla sceneggiatura non può che dare da pensare. In ultimo passiamo a questa spinosa faccenda del Daimon: io avevo deciso di volere accanto una tigre albina del Bengala, poi ho fatto questo stupido test sul sito ufficiale e mi hanno appioppato un ragno di quelli cicciotti e pelosi. Ecco, chiudo il post con questa splendida immagine, un ragno cicciotto e peloso. E così sia.