Butterflies & Hurricanes
Io sono una brava persona, davvero. Faccio la raccolta differenziata, sfamo i randagi e chiudo l’acqua mentre mi lavo i denti. Sono una brava persona, davvero. E penso anche di non essere l’ultima dei fessi, ad esempio ho portato l’Ulysses di Joyce alla maturità. E la settimana scorsa ho visto Life of Pi e mi è piaciuto da far schifo, però non ne scrivo e non ne parlo con nessuno, perché devo ancora interiorizzarlo a pieno. Sono una brava persona e ci metto pure che so che qualcun altro si scrive qualcun altro e che qual è si scrive qual è. Ma di Cloud Atlas non ci ho capito un cazzo.
Ora, io non lo so se sono io che non ho i mezzi per capire Cloud Atlas o se è Cloud Atlas che non ha i mezzi per farsi capire da me (no, ahimé, il romanzo non l’ho letto). Che uno dice: allora ci sono ‘ste sei storie differenti, no? Personaggi differenti, ambientazioni differenti, tempi differenti… Chiaro? Che tu pensi siano tutte sconnesse tra loro e invece no: sono tutte legate. No, non solo dal riciclo degli attori, sstupida. Sono proprio legate da un significato profondo. Vuoi sapere qual è (scritto giusto, vedete), tessoro? Te lo dico: boh. Cheppoi però la regia è sublime, eh. Movimenti di macchina spettacolari ed effetti speciali da urlo. La fotografia, poi, è ancor di più curata, nitida, da togliere il fiato. Le interpretazioni (Hugo Weaving, Tom Hanks, Halle Berry, Susan Sarandon, Hugh Grant) sono tutte godibili e il fatto di far interpretare, nella stessa pellicola, tanti ruoli differenti (ma sempre collegati, eh, tessoro) allo stesso attore (o alla stessa attrice) è una cosa che raramente si è vista sullo schermo, è una cosa fresca, degna di lode.
Ma il giocattolone contorto e ambizioso di Tom Tykwer (Perfume: The Story of a Murderer) e dei fratelli Wachowski (non ho capito quanto Larry/Lana sia ancora “fratello” e non ho capito neanche quanto me ne frega a me) si limita a raccontare, inzuppandoli di sofismo, cinquecento anni di uomo e presunta umanità (dal passato ottocentesco ai futuri distopici) al fine di insegnare che che l’ammore va al di là del tempo e delle reincarnazioni e che un gesto apparentemente semplice può essere la causa di una rivoluzione secoli dopo… Ma se era davvero questo che volevano raccontare (‘che magari non ho i mezzi per capire io, eh), non potevano dirlo con meno fracasso, una mezz’ora di meno e con meno zeri dopo quell’uno? Secondo me sì, tessoro.
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Pensa, io ho visto Vita di Pi e questo ad un paio di giorni di distanza, pensavo li avrei bottigliati entrambi ed invece entrambi mi sono piaciuti da matti.
Questo, per me, è l'Inception dei Wachowski.
E soprattutto, l'ho trovato comprensibilissimo.
Mi fai paura ultimamente… dov'è finito il bottigliatore selvaggio che era in te? Cosa ne hai fatto?
Forse ho cercato significati che non c'erano (presa da tutte le allegorie presenti in Vita di Pi) e mi sono persa il significante proiettato sullo schermo. Può essere. Oppure no.
Corro a leggere la tua opinione di là. Facciamo a botte dopo.
tranqui: non c'hai capito un cazzo, perché è un film che non ha un cazzo da dire.
un film finto complesso con delle storie semplici messe insieme del tutto a caso.
il vero significato è che questo film non ha un senso 😀
tre ore da buttare, nella differenziata o meno…
Ahah, sì, dai, differenziamolo!
Quindi non sono proprio sola in questa mancata comprensione spazio-temporale del significato consequenziale e ineluttabile dell'umanità del futuro distopico e…
Vabbé, ci siamo capiti: aspetto la tua rece.
Già non mi ispirava prima, così mi togli del tutto la curiosità:) E poi Tom Hanks è antipatico come le unghie dei gatti!
Alcuni bloggers ne scrivono benissimo: magari a te piace… o magari (più più) no. 🙂
Dai, alle unghie dei gatti ci si abitua (davvero uno ti sale sul braccio mentre scrivi?), a Tom Hanks no.
Non è molto il mio genere, in effetti..
(Sì, il maledetto vede il pc e cerca proprio il momento peggiore per venirmi in braccio, ma puntualmente!)
Io sono tra quelli a cui, inaspettatamente, è piaciuto tantissimo. Non scrivo quasi mai di film, ma dopo averlo visto non ho potuto farne proprio a meno. "Vita di Pi", invece, mi è piaciuto, ma non più di tanto, purtroppo 🙂
Ps. Ho appena visto "The Impossible", di Juan Antonio Bayona. Noooo, non ho pianto per mezzo film. Giuro! :')
non hai capito un cacchio perché il film si aggroviglia insensatamente su sé stesso per dare una complessità che in realtà non ha. Flashback/foreward messi alla cazzo e montati casualmente, e una morale new age che ho trovata riduttiva e davvero stereotipata.
Beh, fiera di non aver l'opzione "capisci morale new age riduttiva e stereotipata", allora. Pensa che, a forza di leggere recensioni entusiatiche, mi stavo convincendo d'essere un mostro.
Io vedo che è un film che sta davvero dividendo in due la critica. Pero boh, proprio nun ce la fo' a farmelo piacere XP
Io non credo che ci sia un qualcosa da vantare nel non averlo apprezzato perché "non ha un filo logico", sai? Purtroppo molti degli intellettualoni di casa nostra, volendo atteggiarsi a snobbatori degli snobbatori, finiscono per rendersi patetici e degni di compassione. Almeno quanto lo sono coloro che, abituati a pellicole ben più leggere, non hanno i mezzi e soprattutto la voglia per capirlo, Cloud atlas. In realtà, aver portato Joyce alla maturità non ti serve a niente, e men che meno ti serve a capire questo film. Se non hai il concetto di nodo karmico e diverse altre nozioni (scaltramente elencate in unicum citando Castaneda, nel film), è ovvio che Cloud atlas ti sia incomprensibile. Oddio, neanche poi tanto ovvio, mia madre ha fatto la ragioneria, forse prima della tesina neanche l'ha letto, l'Ulysses, e i nodi karmici non sono proprio il primo dei suoi interessi. Eppure il film l'ha capito alla perfezione e aveva le lacrime agli occhi alla fine. Forse semplicemente perché ha pensato bene di stare zitta e guardare il film con attenzione, seguendo la trama (peraltro di una logica ferrea, dove tutto viene spiegato e concluso) senza perdersi in sproloquiamenti vari per l'élite. Se ti servono chiarimenti sulla trama e il perché delle vicende narrate, siamo sicuramente in molti a saperti aiutare. Anche se sono sicura che con un po' di sforzo e voglia ce la si possa fare anche da soli. Se non ti piace nemmeno dopo, dopo aver capito per davvero la storia, beh. Sono seriamente dispiaciuta, per te e per gli altri nella tua situazione. Secondo me è un capolavoro, peccato e spreco che il mondo non possa comprenderlo.
Non mi pare di aver scritto da nessuna parte che Cloud Atlas "non ha un filo logico", per cui non capisco l'uso che fai delle virgolette.
Per capire questo film mi serve l'Ulysses tanto quanto la raccolta differenziata. Ho dato per scontato che chi fosse in grado di comprendere Cloud Atlas potesse anche capire che tutto il post, ma soprattutto quell'introduzione, è da leggersi in chiave ironica. Evidentemente ho sbagliato, dato che una cosa sembra escludere l'altra. My fault.
Credo di aver candidamente ammesso di non aver capito l'Ὁ μῦθος δηλοῖ della narrazione e credo anche che questo sia quanto di più lontano possa esistere da termini quali "intellettualoni", "snobbatori" o qualsiasi altro epiteto tu voglia (offensivamente) affibbiarmi.
Ora se, senza polemica, vuoi aiutarmi e farmi comprendere cosa la mia mente ottusa e priva di mezzi non è riuscita a mettere a fuoco in questa sublimazione della settima arte, sono pronta a rimangiarmi tutto (anche se non capisco cosa) ed a scusarmi dell'essere stata così superficiale e stupida. In caso contrario, resterò silente in un angolino, pronta a suscitare la tua pietà. Me ne farò una ragione, o povera me.
Via, via, pacifichiamo i toni. Non c'è bisogno di tale astio. Sicuramente anche io mi sono espressa male, e di certo non era mia intenzione affibbiarti chissà quali epiteti; semplicemente nella tua oratoria rivedo molti degli atteggiamenti che hanno caratterizzato la critica all'uscita del film in Italia. Purtroppo dico sempre, perché anche se rimane un peccato veniale, il distruggere un'opera senza avere compreso la trama/significato (o almeno essersi sforzati di farlo) è ormai un tratto distintivo di chi analizza film, musica, libri. Tra parentesi, mi annovero tra coloro che fanno critica nel senso ampio del termine, quindi non mi voglio tirare fuori dal gioco, ne faccio parte. Nota bene.
Il collegamento tra i personaggi esiste eccome, non solo per reincarnazione, in quanto essa fa parte di un concetto più grande. Ovvero sia, il debito karmico e tutto ciò che ne consegue. Ciò che lega ogni attore ai personaggi che interpreta, vale di volta in volta in base alla sua esperienza precedente. Si chiama contratto prenatale: la tua esistenza ha senso nel momento in cui porti a termine la missione che il Divino ti ha messo davanti, nei termini e nelle azioni indicate. Nessuna deviazione dalla via: in questo caso il fine non giustifica i mezzi, e seppur raggiunta l'esaudizione della propria missione in una vita, le azioni positive/negative compiute per arrivarci contano. La negatività si sconta, quindi, che sia nella vita attuale oppure in quella dopo. Ora: il contratto prenatale di, come la definirei a questo punto, un'anima, ecco, è sempre lo stesso. Per uno riguarderà il portare la verità alle masse, per un altro, più modestamente, salvare la vita a qualcun'altro, per un altro ancora sarà semplicemente combattere contro la propria parte più tesa al male. In ogni vita, la sfida si ripresenta sempre uguale oppure esattamente all'opposto. Un esempio concreto è quello dell'avvocato e dello schiavo nero. In un'esistenza, quest'ultimo salva la vita all'altro durante la traversata del Pacifico. Esattamente allo stesso modo, e nota, esattamente nella vita seguente in cui le loro anime si reincarnano, i ruoli sono scambiati. Lo schiavo, reincarnato nell'amico del padre della giovane giornalista (interpretato dallo stesso attore che aveva il ruolo dell'avvocato), viene da lui salvato da una mina, durante la guerra. I rapporti interpersonali ovviamente non coinvolgono sempre solo un'altra anima. Ecco che allora, il medico che avvelenava l'avvocato ha di nuovo la possibilità di redimere il suo peccato in una vita seguente: salvando l'amico dall'attacco della tribù rivale (nota bene, i due attori sono sempre quelli, medico e avvocato diventano Zachry e Sloosha). Eppure non lo fa, perché?
Perché se hai sbagliato una volta, è molto più probabile che tu possa sbagliare una seconda. Il tuo debito karmico mai ti abbandona. Alle volte però si prende la giusta via, non è impossibile: come il vecchio compositore che, nella vita precedente vorrebbe negare la libertà a Frobischer, e nella vita seguente, quella in cui è un anziano editore circuito dal fratello, si trova a regalare la libertà ai suoi compagni di ospizio. Sfida sempre uguale, in questo caso: portare la libertà ad altre anime. Debito sanato, e l'attore, attenzione attenzione, non lo rivediamo più sullo schermo. Perché é così, quando l'anima che si reincarna nei vari personaggi proposti da ogni attore ha sanato il suo debito karmico e portato a termine il contratto prenatale, l'attore nel film non c'è più. Non è una cosa che si nota, ma è così. Facci caso, quando un attore è ancora sullo schermo è perché non ha sanato qualcosa del suo passato, delle sue vite passate. Gli esempi concreti e logici di queste interazioni, delle risoluzioni/errori di ogni personaggio, sono molti da elencare, e questa non è la giusta sede. Se studi la trama seguendo questo andamento, però te ne renderai conto. E i due elementi ricorrenti, la voglia a cometa e il bottone/ciondolo azzurro, vedrai che acquisiranno senso: la voglia contraddistinguerà e sarà sul corpo di soltanto quei personaggi che hanno il compito di portare verità e libertà nelle vite altrui o più semplicemente nella propria (l'avvocato, il giovane compositore, la giornalista, l'editore, somni 451 e zachry). Il bottone rappresenterà il male trascinato con noi in ogni reincarnazione: dal avvocato che aveva sottoscritto un contratto di schiavitù e poi cambia totalmente rotta, arriva nelle mani del medico che, avvelenandolo, a lui lo ruba. Dal compositore suicida ma liberato, al portiere corrotto. Dal portiere corrotto, a Zachry che permette ancora, anche in questa ultima vita, che qualcuno muoia. E infine se ne libera, evitando di cedere al maligno che gli suggerisce un'assassinio, ma anzi aiutando Meronym a portare liberazione al suo popolo. Se tutta la tribù di Zachry è stata sterminata, anche qui, c'è un motivo: è perché, nonostante le indicazioni del divino espresse dalla Abbadessa, ha preferito vendicarsi tagliando la gola al nemico. Questo è un esempio di debito karmico pagato nella stessa vita, non in quella dopo, e che nella stessa vita quindi gli permette di pagare le sue colpe. A parte, ci sono i personaggi di Hugo Weaving, che poichè rappresentano sempre il male assoluto, non possono seguire un'evoluzione positiva. In tutto questo mettici quello che già sai, ovvero che molto spesso, anche per facilitare lo spettatore, le diverse esistenze si collegano tra loro per l'esistenza di oggetti/spazi concreti condivisi in diverse epoche: un diario di bordo che diventa la lettura incompleta di un giovane compositore, uno scrittoio antico, un bottone azzurro (azzurro come la terra lontana anni luce, nell'ultima scena), un report giornalistico letto da un anziano editore, oppure una casa antica, appartenuta a un compositore, che diventa poi casa di altre persone e ancora dopo un'ospizio.
Magari queste cose le avevi capite tutte da te, eh. Ma in tal caso, non riesco proprio a capire come si faccia a tacciare Cloud Atlas di mancanza di logicità, oppure di avere un filo logico che è "boh". Qui la logica è più che ferrea, forse troppo articolata a primo acchito, ma ferrea. A volte le cose troppo semplici, a volerci vedere troppo, non le notiamo, e io ho paura che sia successo questo a molti, troppi, spettatori del film.
Mi scuso per la lunghezza dell'esposizione, ma certe cose non si possono spiegare in quattro righe.
Cara Paola, alcune delle situazioni che spieghi qui mi erano chiare, altre, in tutta onestà, mi erano completamente sfuggite (vedi il debito pagato nella stessa vita o il significato del bottone), invalidando evidentemente il passo logico successivo e necessario alla piena comprensione della pellicola.
Prima di scrivere quel post tra l'ironico e il dissacrante, così come dopo averlo scritto, ho fatto ricerche nel web ed ho letto qualsiasi trafiletto mi sia capitato a tiro sul film, alla ricerca di quello che tu qui hai saputo spiegarmi in maniera tanto semplice quanto schietta.
Per cui ti ringrazio, sinceramente e senza la minima ombra di sarcasmo, per aver "perso tempo" a spiegarmi la filosofia alla base e quello che vuole essere l'insegnamento della pellicola. Sarebbe stupido e superficiale dirti "ahhh, adesso che ho capito ritengo Cloud Atlas un capolavoro", perché ho bisogno di rivederlo, a questo punto. E penso di dovertelo, anche solo per il tempo che hai impiegato a scrivere tutto. 🙂
Come me, però, anche tante altre persone si stanno interrogando sul significato del film ed il fatto che, per questo misero, stupido, inutile blog, le chiavi di ricerca più utilizzate nell'ultimo mese siano state "cloud atlas non ho capito", "cloud atlas spiegazione", "chi ha capito cloud atlas" ne è la conferma. Oddio, ci sarebbero anche "cloud atlas brutto" e "cloud atlas fa schifo" (giuro), ma queste avrei dovuto risparmiartele…
Comunque quello che voglio dire è che, se ti andasse di riordinare queste spiegazioni, limpide ed efficaci così come sono, in un post/brano/recensione, sarei davvero felice di poterlo pubblicare qui (a tuo nome, ovviamente, è tutta roba tua) e di poter dare a queste "spiegazioni" una visibilità che, ahimé, nei commenti non avrebbero. Se invece hai già scritto e pubblicato qualcosa al riguardo da qualche parte nel perverso mondo del web, sarei felice di poterti linkare, per dare davvero una risposta a chi arriva qui cercando "cloud atlas spiegazione".
Figurati, Ester. Onestamente mi sento anche un poco stronza, viene quasi da scusarsi, ché mi rendo conto che forse sono stata un tantinello troppo aggressiva nell'attacco della discussione. Tant'è, sono fatta male, malissimo, mi faccio prendere troppo dagli entusiasmi, ne sono più che consapevole.
In ogni caso, come accennavo nei commenti poco sopra, a mio parere è stata davvero una questione di mancanza di concetti dello spettatore. Io rispetto le opinioni altrui (lo faccio davvero, anche se so che è difficile credermi, lo giuro), accetto che il film possa non piacere, non essere visto come un capolavoro, fare personalmente schifo. Lo accetto solo e soltanto, però, se c'è una totale comprensione della trama e del significato che la pellicola porta con sè. Fai bene a rivederlo con cognizione di causa, te lo consiglierei anche io, e se anche allora non cambierai nemmeno leggermente opinione, beh, saresti giustificata secondo la vecchia quanto saggia massima del de gustibus. Anche se oggettivamente è un capolavoro. Dai, scherzo, risatina.
Delle mie spiegazioni saccenti puoi farne quello che vuoi, utilizzale pure, se la cosa ti aggrada. Mi sembra il minimo e anche un giusto atto di conoscenza condivisa, mi farebbe piacere sapere che qualcuno in cerca di spiegazioni e con un opinione del film piuttosto in bilico può giovarne. Scriverne un articolo/recensione/epitaffio, ecco, non so, mi sembra di aver arrecato già abbastanza disturbo intervenendo in uno spazio virtuale che comunque ti appartiene. Di mio, al riguardo, non si trova altro su internet e io scrivo già abbastanza sciocchezze, bastano e avanzano per un'intera vita. Se vorrai utilizzare la mia ampollosa spiegazione non può che farmi piacere, ovviamente. Insomma, fai ciò che credi. C'è di buono che hai guadagnato una lettrice in più!
Ho visto ieri cloud Atlas e questa è decisamente la spiegazione più chiara e ben fatta che ho letto. Grazie! 🙂
Ciao, ho visto il film solo ieri, in seguito alla recensione letta su un altro blog e ho trovato il film interessante. Io sono una via di mezzo tra chi non ci ha capito un cazzo e chi invece ritiene tutto chiaro e limpido. Ammetto che solo alcuni personaggi sono stato in grado di riconoscerli nelle loro varie evoluzioni karmiche. La parte di trama che ho capito mi basta per dire che per me è valsa la pena averlo visto. Mi è piaciuta la recensione ironica che mi ha strappato anche qualche risata, ma ho anche molto apprezzato il dibattito tra te Ester e Paola, ottimo esempio di scambio di opinioni ed idee costruttivo.
Questa pellicola la aggiungerò alla lista di film che ho intenzione di recensire. Nel mentre mi sono iscritto alla tua lista di GENTE CATTIVA. 😉
Ciao e buona giornata (nonostante i tuoni, fulmini e saette).
Ciao Fab, grazie di essere passato di qui.
Purtroppo non ho ancora tenuto fede al mio proposito di rivedere il film cercando di analizzare gli aspetti giustamente messi in luce da Paola, ma mi riprometto ancora di farlo e magari di scriverne. Non smetterò mai di ringraziare Paola per le sue spiegazioni, la sua voglia di andare a fondo nelle cose e il tempo che ha dedicato a me ed a questo (inutile) post.
Ti ho aggiunto anch'io un po' ovunque, in modo da non perderti. Ancora grazie e buona giornata.