Glutine
A pochi mesi dall’attesissimo The World’s End di Edgar Wright, la cui uscita, prevista per il 26 settembre in Italia, chiuderà la cosiddetta Trilogia del Cornetto iniziata con Shaun of the Dead (L’Alba dei Morti Dementi) nel 2004, Seth Rogen e Evan Goldberg riprendono l’idea del corto Jay and Seth versus the Apocalypse realizzato nel 2007 dagli stessi Rogen e Goldberg assieme a Jay Baruchel e ne fanno un riuscito lungometraggio.
Jay Baruchel, nel ruolo di Jay Baruchel, atterra a Los Angeles per trascorrere un fine settimana col suo amico di sempre, Seth Rogen, nei panni di Seth Rogen (“Ehi Seth Rogen, perchè interpreti sempre lo stesso personaggio in ogni film?“), ma dopo aver giocato a tutte le consolle del mondo ed essersi calati e fumati l’impossibile, Seth è deciso a trascinare Jay alla megafesta di James Franco, interpretato da James Franco, facendo leva sulla presenza di Jonah Hill, nei panni di Jonah Hill. Alla festa, mentre si scopre che James Franco è un esaltato privo di qualsiasi gusto, Michael Cera un porco cocainomane e Rihanna è solo inutile, un cratere si apre all’esterno della villa, causando diverse morti tra i divi (non quella di Channing Tatum, che verrà fuori solo più tardi in un cameo a dir poco surreale), mentre altrove alcuni individui comuni vengono rapiti da fasci di luce… E’ l’apocalisse. E’ la fine.
Barricatisi all’interno, Seth, Jay, Jonah, Franco, Craig Robinson e Danny McBride (che non era stato invitato) si occupano di rendere sicura l’orribile villa e di organizzare la razionalizzazione di cibo, acqua e del milky way come in un qualsiasi survival movie, solo che qui i sopravvissuti hanno a disposizione la pistola di scena di Giovani Aquile e la videocamera di 127 Ore… L’evoluzione della storia, che assolutamente non deve essere svelata, passa per una pungente satira verso Hollywood e i suoi nomi più altisonanti, diverse gag divertenti, una rapina per mano di Emma Watson, un Jonah Hill che prega Dio presentandosi come quello di L’Arte di Vincere e un dialogo tra Franco e McBride che contiene le parole “sborra” e “sperma” più di quante volte un uomo medio possa pronunciarle nel corso dell’intera esistenza.
Oggi pomeroggi risulta difficile vedere una parodia senza scoregge, donne nude o prese in giro omofobiche (si pensi agli ultimi, flatulenti Ghost Movie e Scary Movie 5), e invece Facciamola Finita riesce a rinchiudere tutta la volgarità possibile nei dialoghi dei protagonisti e nei gesti del povero Franco (vero martire della pellicola), tenendola così ben lontana dalle immagini. Anche se il pubblico italiano probabilmente non è il più adatto a recepire la pellicola, non per stupidità (una volta tanto), ma per un doppiaggio che fa quello che può e una certa lontananza dal gossip statunitense, This Is The End sembra riuscire a soffiar via la patina di polvere depositatasi sul genere disaster movie attraverso una cinica e massacrante derisione di Hollywood. E ci vuole coraggio, a prendersi in giro in quel modo.
Everybooody, yeah.
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IO. VOGLIO. VEDERLO.
Confidavo almeno nello streaming, ma nada!
Ps. Conosci il telefilm Orphan Black? Lo sto adorando 🙂
Io avrei voluto risentire alcuni dialoghi in lingua originale ma, infatti, non si trova gniente in giro…
Contavo di recuperare entro breve Orphan Black. Vale? Mi conviene dargli la precedenza?
L'ho visto. Finalmente l'ho visto. Si ride senza un perché, ma si ride parecchio. Mi è piaciuto, nel suo strano e assurdo modo.
Ps. In streaming c'è solo la versione in inglese, con i sottotitoli. Io ho visto quella se lo vuoi vedere in lingua.
Uh, grazie mille per l'info, mi era sfuggito l'aggiornamento.
Verissimo, si ride senza capirne il motivo. Oltretutto, non si guarderà più Channing Tatum con gli stessi occhi.
Ce l'ho lì, in versione non troppo bella, ahimé, ma purtroppo visto che dalle mie parti lo hanno snobbato tocca cavarsela con quel che passa al convento. Sperando ovviamente che, invece, The World's End venga proiettata in ogni cinema d'Italia o faccio una strage che altro che Hot Fuzz XD