Resident Evil: Retribution (2012, Paul W. S. Anderson)

They simulated an outbreak in Tokyo and sold it to the Chinese; an outbreak in China and sold it to the Japanese

Lo so. Giuro che io volevo smetterla con i Resident Evil. Il guaio è che i dialoghi tra me ed il mio Super-Io sulla scelta delle pellicole da guardare sono più o meno così:
– Lo vediamo * Dead?
– Scherzi? Non esiste.
– Ma ci sono gli zombie!
– Sul serio? Ma i velocisti o gli old-school? Lascia stare, dai, vediamolo lo stesso.
– Lo vediamo ‘sto film?
– No. Non ci provare.
– Ma ci sono i dinosauri!
– Sicura? Non è che sono mostri qualunque? Va bene, dai, vediamolo.
– Lo vediamo * 5?
– No, avevamo deciso di smettere. Ricordi?
– Ma c’è Michelle Rodriguez!
– Dai! Davvero? Non era morta nel primo? Vediamolo, sù.
In Resident Evil: Retribution non ci sono i dinosauri.

Va sottolineato però che Michelle Rodriguez muore. Muore sempre. Muore in ogni pellicola con Michelle Rodriguez. Ma se ci pensate bene, Michelle in realtà non muore mai: in questa e nella saga-quell’altra (quella con le macchinine) lei torna. Michelle Rodriguez è destinata a morire nel primo capitolo ed a tornare nel quinto o nel sesto; il che la rende, se riflettete, molto, molto vicina ai dinosauri. Sì, lo so, in Lost lei non torna, ma per quanto mi riguarda, Lost non è ancora finito.
Questo Retribution, quinto capitolo della saga, si apre con il rituale dello slow motion, tanto caro al regista Paul W. S. Anderson, per poi passare al temuto spieg-one: dieci pesantissimi minuti in cui il facciotto della moglie del regista, Milla Jovovich, ci racconta tuuutto quello che è successo nei precedenti capitoli, cercando di non far intendere ai neofiti che in realtà si tratta di eventi del tutto scollegati l’uno dall’altro.
Siamo in Giappone, ma non è vero. Alice (la Jovovich) è stata rinchiusa in un edificio sotterraneo dove la Umbrella (ella ella e e e) Corporation effettua gli esperimenti per le sue armi biologiche: la motivazione data al merchandising sulla vendita del Virus T è la parte più profonda, sensata e veritiera di tutta la saga. Per testare e contemporaneamente “pubblicizzare” a dovere questi test, la Umbrella (ella…) ha ricostruito vari scenari (Tokyo, New York, Mosca) in cui liberare, testare e filmare il virus. Per un secondo ho pensato fosse un espediente narrativo geniale: ricostruire le tre metropoli in un unicum spaziale allo scopo di farle attraversare, come i livelli nei videogiochi del tempo che fu, dai nostri (che sarebbero le nostre) mi è sembrato un escamotage davvero intrigante. Per un secondo. Poi ci ho riflettuto ed ho deciso che no: chi se ne frega dello scenario, voglio gli zombie (vedi sopra). Tadàn: no more zombies. Quelli che RE: Retribution presenta sono per lo più banali, freschi di giornata e lussuosi infetti… Non manca, però, la rituale scena in cui la Jovovich si sveglia in una qualche struttura sanitaria con indosso solo uno striminzito camice bianco, che in questo – pare – penultimo capitolo, si è evoluto fino a sussistere in due foglietti (vedi figura 1 l’unica).
Il risultato finale è una pellicola costosissima, sempre più lontana dallo script della Capcom, dalla sceneggiatura a dir poco imbarazzante, slow motion in super-offerta speciale e abusatissimi calci rotanti. Neanche Michelle Rodriguez può giustificarne la visione, mio caro Super-Io.
Avrei tanto desiderato poter volere bene a queste saga, davvero, ma lei non vuole farsi volere da me. Quindi chiudo il post col trailer di Silent Hill: Revelation. Ci sono i due punti nel titolo, Sean Bean (che molto probabilmente muore) e Jon Snow di Game of Thrones. Dal 31 ottobre, pare. Tié.

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5 Comments

  1. MrJamesFord 13/10/2012
  2. Mr Ink 13/10/2012
  3. Giampaolo 13/10/2012
  4. Beatrix Kiddo 30/10/2012

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