They simulated an outbreak in Tokyo and sold it to the Chinese; an outbreak in China and sold it to the Japanese
Lo so. Giuro che io volevo smetterla con i Resident Evil. Il guaio è che i dialoghi tra me ed il mio Super-Io sulla scelta delle pellicole da guardare sono più o meno così:
– Lo vediamo * Dead?
– Scherzi? Non esiste.
– Ma ci sono gli zombie!
– Sul serio? Ma i velocisti o gli old-school? Lascia stare, dai, vediamolo lo stesso.
– Lo vediamo ‘sto film?
– No. Non ci provare.
– Ma ci sono i dinosauri!
– Sicura? Non è che sono mostri qualunque? Va bene, dai, vediamolo.
– Lo vediamo * 5?
– No, avevamo deciso di smettere. Ricordi?
– Ma c’è Michelle Rodriguez!
– Dai! Davvero? Non era morta nel primo? Vediamolo, sù.
In Resident Evil: Retribution non ci sono i dinosauri.
Va sottolineato però che Michelle Rodriguez muore. Muore sempre. Muore in ogni pellicola con Michelle Rodriguez. Ma se ci pensate bene, Michelle in realtà non muore mai: in questa e nella saga-quell’altra (quella con le macchinine) lei torna. Michelle Rodriguez è destinata a morire nel primo capitolo ed a tornare nel quinto o nel sesto; il che la rende, se riflettete, molto, molto vicina ai dinosauri. Sì, lo so, in Lost lei non torna, ma per quanto mi riguarda, Lost non è ancora finito.
Questo Retribution, quinto capitolo della saga, si apre con il rituale dello slow motion, tanto caro al regista Paul W. S. Anderson, per poi passare al temuto spieg-one: dieci pesantissimi minuti in cui il facciotto della moglie del regista, Milla Jovovich, ci racconta tuuutto quello che è successo nei precedenti capitoli, cercando di non far intendere ai neofiti che in realtà si tratta di eventi del tutto scollegati l’uno dall’altro.
Siamo in Giappone, ma non è vero. Alice (la Jovovich) è stata rinchiusa in un edificio sotterraneo dove la Umbrella (ella ella e e e) Corporation effettua gli esperimenti per le sue armi biologiche: la motivazione data al merchandising sulla vendita del Virus T è la parte più profonda, sensata e veritiera di tutta la saga. Per testare e contemporaneamente “pubblicizzare” a dovere questi test, la Umbrella (ella…) ha ricostruito vari scenari (Tokyo, New York, Mosca) in cui liberare, testare e filmare il virus. Per un secondo ho pensato fosse un espediente narrativo geniale: ricostruire le tre metropoli in un unicum spaziale allo scopo di farle attraversare, come i livelli nei videogiochi del tempo che fu, dai nostri (che sarebbero le nostre) mi è sembrato un escamotage davvero intrigante. Per un secondo. Poi ci ho riflettuto ed ho deciso che no: chi se ne frega dello scenario, voglio gli zombie (vedi sopra). Tadàn: no more zombies. Quelli che RE: Retribution presenta sono per lo più banali, freschi di giornata e lussuosi infetti… Non manca, però, la rituale scena in cui la Jovovich si sveglia in una qualche struttura sanitaria con indosso solo uno striminzito camice bianco, che in questo – pare – penultimo capitolo, si è evoluto fino a sussistere in due foglietti (vedi figura1 l’unica).
Il risultato finale è una pellicola costosissima, sempre più lontana dallo script della Capcom, dalla sceneggiatura a dir poco imbarazzante, slow motion in super-offerta speciale e abusatissimi calci rotanti. Neanche Michelle Rodriguez può giustificarne la visione, mio caro Super-Io.
Siamo in Giappone, ma non è vero. Alice (la Jovovich) è stata rinchiusa in un edificio sotterraneo dove la Umbrella (ella ella e e e) Corporation effettua gli esperimenti per le sue armi biologiche: la motivazione data al merchandising sulla vendita del Virus T è la parte più profonda, sensata e veritiera di tutta la saga. Per testare e contemporaneamente “pubblicizzare” a dovere questi test, la Umbrella (ella…) ha ricostruito vari scenari (Tokyo, New York, Mosca) in cui liberare, testare e filmare il virus. Per un secondo ho pensato fosse un espediente narrativo geniale: ricostruire le tre metropoli in un unicum spaziale allo scopo di farle attraversare, come i livelli nei videogiochi del tempo che fu, dai nostri (che sarebbero le nostre) mi è sembrato un escamotage davvero intrigante. Per un secondo. Poi ci ho riflettuto ed ho deciso che no: chi se ne frega dello scenario, voglio gli zombie (vedi sopra). Tadàn: no more zombies. Quelli che RE: Retribution presenta sono per lo più banali, freschi di giornata e lussuosi infetti… Non manca, però, la rituale scena in cui la Jovovich si sveglia in una qualche struttura sanitaria con indosso solo uno striminzito camice bianco, che in questo – pare – penultimo capitolo, si è evoluto fino a sussistere in due foglietti (vedi figura
Il risultato finale è una pellicola costosissima, sempre più lontana dallo script della Capcom, dalla sceneggiatura a dir poco imbarazzante, slow motion in super-offerta speciale e abusatissimi calci rotanti. Neanche Michelle Rodriguez può giustificarne la visione, mio caro Super-Io.
Avrei tanto desiderato poter volere bene a queste saga, davvero, ma lei non vuole farsi volere da me. Quindi chiudo il post col trailer di Silent Hill: Revelation. Ci sono i due punti nel titolo, Sean Bean (che molto probabilmente muore) e Jon Snow di Game of Thrones. Dal 31 ottobre, pare. Tié.
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Sicuramente uno dei film più brutti dell'anno.
Comunque quella di Lost è una vera perla. Bravissima.
Io ho trovato molto carini i precedenti. Tanta azione e poco cervello, ma ottimi per una serata con gli amici… su questo concordo! Chiassoso, idiota, inutile. E la scena finale?
Mi sembrava che gli attori fossero finiti sul set del Regno del fuoco! Silent Hill voglio vederlo. Il primo mi era piaciuto molto, nonostante un finale un po' alla cavolo.. sono curioso 😉
Il primo l'ho trovato non fatto benissimo dal punto di vista sceneggiativo……il secondo è quello che mi piace di più…
il terzo non male..
il quarto si inizia a zoppicare…..
però a sto punto non lo vado a vedere, probabilmente mi vedrò Total Recall.
Buon weekend!
io ho evacuato il cinema già ai tempi del primo 🙂
L'unico che mi è piaciuto è stato il primo. Ho visto anche l'orrendo Afterlife e dopo ho deciso che bastava così!