The Boy, prendendosi troppo sul serio, si perde tra la regia autocompiaciuta, una recitazione sfocata, banalità da jumpscare ed una sceneggiatura che non sfrutta i validi elementi di partenza.
Una regia squisitamente elaborata, una sceneggiatura intelligentemente costruita, degli interpreti oltre ogni aspettativa e delle musiche da capogiro: una nuova, vivissima, fiammeggiante speranza per il cinema di genere italiano.
Boyle firma un film di impianto teatrale con grandi prove attoriali, una regia astuta ed una sceneggiatura schiacciante. No, non è un flop, è una sorta di Jobs Act.
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